Pansa: caro Occhetto, lo rifarei di Andrea Di Robilant

Pansa: caro Occhetto, lo rifarei Un giornalista può trasformarsi in tribuno? «Ho soltanto espresso un'opinione» Pansa: caro Occhetto, lo rifarei Polemica per l'attacco tra gli applausi al leader pds ROMA. E' lecito che il giornalista si trasformi in tribuno? Giampaolo Pansa, condirettore dell'Espresso, è andato alla Festa dell'Unità a Reggio Emilia ed ha esortato i militanti del pds a cacciare Occhetto. Nella platea Pansa la ricorda come «una splendida bolgia» - è scoppiato un tripudio. Un eccesso dovuto all'atmosfera surriscaldata? Pansa non solo non si pente, ma rincara la dose. «Sono stato invitato ad un dibattito e non dovevo dire la mia? Ma siamo matti? Dovevano pensarci prima. Sono un cane sciolto senza collare e mi piacciono le discussioni in cui ognuno dice quello che vuole. Ho cominciato al Bar Principe di Casale Monferrato e sono rimasto un ragazzo da caffè». Più rigore professionale chiede invece Federico Orlando, condirettore del Giornale. Un conto sono le chiacchiere da caffè e un altro sono gli interventi in dibattiti pubblici. «Se un giornalista assume le vesti del pubblico accusatore - dice Orlando - e poi torna a scrivere per un pubblico indifferenziato che si aspetta da lui giudizi obiettivi, avrà perso quel poco di fiducia che il lettori ancora hanno nei giornalisti». E come lui la pensa Nino Milazzo, vice direttore dell'Indipendente. «Ho un gran rispetto per la passione civile di Pansa ma stavolta è andato oltre il seminato. Attacchi come quello contro Occhetto può farli scrivendo i suoi articoli. Se vuole fare il tribuno, che cambi mestiere». Pansa contesta l'immagine del tribuno. «Non ho arringato la folla», dice. «Ho semplicemente detto ciò che pensavo. E' finita un'epoca storica ed è nell'interesse dei militanti far fuori i loro leader. Io stesso sono rimasto colpito dagli applausi ma evidentemente la mia opinione coincideva con quella di gran parte del pubblico». E in difesa di Pansa scende in campo il condirettore di Repubblica Gianni Rocca. «Al limite capirei le critiche se fosse stato invitato come moderatore. Ma visto che è stato invitato come giornalista politico, e tutti sanno che Pansa è un giornalista polemico, che non viene certo ad un dibattito per fare il violino di spalla, perché non dovrebbe dire come la pensa?». E Rocca fa un'altra considerazione. Il Pansa versione tribuno sarebbe perfettamente lecito in tempi normali, ma lo è ancora di più in tempi di straordinaria gravità come questi. «Nella vita di un Paese viene il momento - dice Rocca - in cui bisogna mettere da parte, non dico la buona educazione, ma tutti gli attesismi e tutte le cautele. E questo momento è arrivato: non è più tempo di diplomazia, bisogna parlar chiaro», Dalla parte di Pansa si dichiara anche Paolo Liguori.si «Il problema non si pone nemmeno», dice il direttore del Giorno. «Pansa, oltre ad essere un giornalista, è anche un cittadino. Se lo si invita a un dibattito poi si deve accettare il gioco». Liguori dice di essere rimasto colpito non tanto dall'intervento di Pansa quanto dagli applausi che ha suscitato. «Ormai Occhetto ha portato il partito ad un disfacimento tale che la dirigenza del pds deve star lì a subire le opinioni degli altri». Andrea di Robilant A sinistra Giampaolo Pansa condirettore dell'«Espresso» Paolo Liguori direttore del «Giorno»

Luoghi citati: Bar Principe Di Casale Monferrato, Reggio Emilia, Roma