Reggio, tangenti con omicidio di Enzo Laganà

Reggio, tangenti con omicidio Prime confessioni mentre vengono a galla vasti legami tra bustarelle e mafia Reggio, tangenti con omicidio Le indagini portano all'assassinio di Ligato REGGIO CALABRIA. Qualcuno avrebbe già ammesso di avere intascato le tangenti; ma pare anche che gli interrogatori siano andati ben al di là della storia relativa alla realizzazione del centro direzionale degli uffici comunali per una spesa di 120 miliardi e che si sia parlato anche di altre somme, piccole o grosse a seconda del costo dell'opera appaltata e che gli imprenditori erano costretti a versare. E si sarebbe parlato poi di incarichi professionali affidati ad amici o parenti di politici e si sarebbe parlato soprattutto di eventuali legami con le organizzazioni mafiose che a Reggio dettano legge da sempre seminando sulla strada dei propri affari centinaia di morti ma che stranamente da qualche anno hanno sottoscritto una sorta di «pax mafiosa». Fino a quando cioè su Reggio dovevano cominciare a piovere i 600 miliardi del risanamento di una parte della città. Già all'epoca in cui il decreto venne annunziato - tre anni fa la città dovette registrare un delitto eccellente, quello dell'ex parlamentare ed ex presidente delle Ferrovie Lodovico Ligato, ucciso davanti all'ingresso della sua villa la notte del 27 agosto 1989. Ligato pare avesse manifestato l'intenzione di costituire una società e di entrare ufficialmente in affari. Su questa sua attenzione si sono appuntati sospetti e indagini. Fatto sta che ora pare probabile che, finiti in carcere i suoi amici o avversari politici, si torni a parlare con insistenza di quell'omicidio ed appare credibile che i magistrati cerchino di appurare qualcosa che possa far riaprire le indagini. Ma al di là dei fondi per il «decreto Reggio», in città sono attualmente in fase di realizzazione altre opere pubbliche per costi incertissimi a cominciare da quelle aeroportuali già a maggio oggetto di attenzione della magistratura che emise 13 avvisi di garanzia. Tra gli altri uno interessò l'ing. Vincenzo Lodigiani, ora colpito dal prowedimento restrittivo per la storia delle tangenti da un miliardo relativo al centro direzionale, storia svelata dall'ex sindaco Agatino Licandro che ha portato all'arresto di 23 persone fra politici, amministratori e imprenditori. Si è appreso intanto che il sindaco Licandro dopo le sue rivelazioni ha ricevuto minacce: da qui la decisione presa dopo la visita del superprocuratore Di Gennaro di trasferire l'ex sindaco e la sua famiglia in un carcere di una località ignota. Intanto la Chiesa di Reggio in un documento ha chiesto «perdono per eventuali responsabilità avute nella crisi in cui versa la città». Oltre alla speranza che «vengano abbattute connivenze e silenzi» ha chiesto con urgenza un rinnova¬ mento radicale della classe politica e delle istituzioni ed ha invitato i giovani a non andar via da Reggio. Dal canto loro i tre parlamentari per cui è stata chiesta l'autorizzazione a procedere - il repubblicano Nucara, i de Bruno Napoli e Leone Manti - si sono detti sorpresi per essere stati chiamati in causa da Licandro nella spartizione delle tangenti affermando la loro estraneità. E l'ex ministro Scotti ha smentito di avere mai parlato al telefono con l'ex collega Piero Battaglia sugli scandali di Reggio, particolare questo registrato dagli inquirenti. Enzo Laganà

Luoghi citati: Reggio, Reggio Calabria