E l'Unità ingaggia Fantozzi

E l'Unità ingaggia Fantozzi IL DIRETTORE SI CONFESSA E l'Unità ingaggia Fantozzi La nuova squadra di mister Veltroni ROMA E Gregori, Tornatore, Mannuzzu; Zavoli, Marco Risi, Barbato; Minoli, Agnes Heller, Serra, Cerami e Villaggio. Allenatore: Walter Veltroni, ovvero un uomo per tre bandiere. Tifa Juve, gioca nel pds e da qualche mese allena anche l'Unità, dove ha selezionato una squadra di collaboratori che sul vecchio giornale del pei avrebbero fatto panchina o, più probabilmente, sarebbero stati squalificati a vita. La formazione è quella giusta, anche se i ruoli sono distribuiti un po' a caso, perché il selezionatore non vuole assumersi responsabilità. Per lui, come per Sacchi, l'importante è che tutti siano funzionali al modulo di gioco: «Voglio che fra vent'anni si possa dire che intorno al '92 l'Unità aveva cominciato a esplorare e unire il mondo dei democratici, diventando il giornale della sinistra e dei liberals italiani». Ha esordito come direttore sbattendo in prima pagina i telecomici della Gialappa's Band. Ma domenica prossima farà scendere in campo l'acquisto a sensazione: il ragionier Fantozzi Ugo. L'impiegato con la salivazione azzerata e il congiuntivo instabile riemerge da un lungo silenzio letterario per calarsi nell'Italia di fine secolo con una lettera settimanale all'Unità. Scritta, naturalmente, da Paolo Villaggio. Perché sull'Unità? Perché Fantozzi è di sinistra. Se non lo era prima, lo è diventato adesso. Parola di Walter Veltroni: «Ci sono delle volte in cui mi sento un po' Fantozzi anch'io. Gli Anni 80 sono stati terribili e noi "Fantozzi" ne usciamo molto provati. Come quando da ragazzi si andava a fare la gita scolastica in pullman: tutti cantavano, ma io preferivo stare zitto e pensare. C'era l'obbligo di divertirsi e io non mi divertivo affatto. Ecco, così sono stati quegli anni. Cosa ne resta oggi? Una minoranza volgare e rumorosa. Ma c'è una maggioranza silenziosa di sinistra. Bisogna che trovi il coraggio di venir fuori». Era arrivato fra mille mugugni. I Muri cadevano, ma dopo la gestione liberatoria di Renzo Foà il direttore dell'Unità tornava ad avere la tessera del partito in tasca. Qualcuno temeva che, se non quello di Lenin, Veltroni riappendesse dietro la scrivania il ritratto di Togliatti, tanto caro al suo ultimo predecessore politico, Massimo D'Alema. E invece si è messo Piero Sansonetti al fianco e Bob Kennedy e Enrico Berlinguer sopra la testa. Di Berlinguer tornerà a pubblicare i discorsi più importanti. Intanto ha già stampato quelli di Mario Cuomo: due paginate intere, come si sarebbe fatto una volta per le relazioni del Comitato Centrale. Che abbia scoperto l'America? «Semmai detesto il provincialismo di chi cerca di trasfor- mare le "presidenziali" in una j sfida a colpi di fidanzate segrete. I Alla Convention democratica mi aspettavo palloncini e majorettes. Ho trovato dibattiti sull'Aids e l'istruzione». Fa scrivere articoli sulla riabilitazione degli Inti Illimani e la scomparsa della brillantina. Ma mette in prima pagina anche il diario di una bambina i cui genitori stavano sull'aereo caduto a Ustica. «Ridere, piangere, ricordare: cerchiamo di trasmettere delle emozioni. E di mettere qualche "paletto" contro la de- generazione: temo che i nostri figli vivranno peggio di noi. Il calcio, ad esempio, non mi piace più. Tutti corrono e nessuno pensa: è un calcio alla giapponese, una metafora degli Anni Ottanta». Per questo lui, juventino, ha pubblicato un ampio amarcord di Gigi Meroni, genio calcistico del Toro, vissuto e morto nei «favolosi» '60. E la politica? E il pds? «Ne parliamo, ma più delle idee che dei giochi interni». Veltroni un po' direttore e un po' uomo di partito? «Questo lavoro è una delle cose più belle che ho fatto. Voglio continuare. Le cose ambigue non mi piacciono. Mi viene in mente un film comico che guardavo da bambino: per attraversare la frontiera fra nordisti e sudisti, il protagonista si mette addosso una casacca mezza blu e mezza grigia. Ma si gira dal lato sbagliato e gli sparano da ambedue le parti...» Massimo Gramolimi Dopo l'«acquisto» di De Gregori Serra, Tornatore e Gialappas' Band Il direttore dell'Unità Walter Veltroni (qui a fianco) ha incaricato Paolo Villaggio (alias Fantozzi Ugo) di scrivere una lettera settimanale

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