Al gran bazar dello Lega di Ugo Bertone

Al gran bazar dello Lega TRA FOLCLORE E GOLIARDIA Al gran bazar dello Lega Politica tra magliette e profumi MILANO ON si sa se lui, il senatur Umberto in persona, lo usa. Ma alle feste della Lega ii «Dur», il profumo del lumbard, va forte. Chissà, una spruzzata di Dur («no, abbiamo preferito evitare la dieresi» dicono alla Lega) è il tocco finale, irresistibile, per un vero fascino leghista. Insomma il «lumbard look» proprio mentre il «made in Italy» tracolla nella ex Milano da bere dei Trussardi e della Krizia. Ma nel magazzino di Vergiate, l'emporio Bossi del lombardo perfetto, il vero supporter leghista può trovare di tutto, proprio di tutto. Può comprare il boxer bianco su cui campeggia la spada di Alberto Da Giussano e lo slogan «La Lega ce l'ha duro». Può indossare un giubbotto leghista, vestire, d'autunno, con un maglioncino di lana («roba buona, di marca» assicura Cesare Bossetti, il responsabile logistico e leghista varesotto della prima ora). Presto, infine, potrà indossare i «Lega jeans», con una bella scritta in evidenza sul di dietro. L'idea l'hanno avuta quelli della Liga Veneta. A Varese, invece, hanno messo in vendita le fibbie per la cintura, anche qui con un bell'Alberto da Giussano in evidenza. E per gli accessori non c'è che l'imbarazzo della scelta: cravatte, ombrelli, portachiavi, cuscini per lo stadio e via dicendo. E magliette, tante magliette: la più venduta, il classico è «Roma ladrona». E se il leghista ha fame? C'è la pizza «Alberto da Giussano», creata al festival di Gorgonzola: sfondo di pomodoro e la mozzarella a disegnare l'immancabile croce di Pontida. Vuol ballare? Può agitarsi al ritmo del rap «El Lumbard ghe l'ha dur» oppure, se ama qualcosa di più melodico, ascoltare la cassetta di Lalla Greco, l'inno della Lega. In casa, il leghista può guardarsi la videocassetta sulla storia della Lega ( 10 mila copie vendute) e, tra qualche mese, potrà compulsare il dizionario lumbard-italiano che la Lega si accinge a pubblicare. No, il credente non può ancora seguire la messa in lombardo: qualche prete bergamasco ci ha provato, ma dall'alto è arrivato uno stop. In compenso, la domenica tante, tantissime squadre giovanili di pallone giocano nei tornei con la maglia di Alberto da Giussano. Un gran movimento, insomma, e anche un bel giro d'affari. I prezzi? Competitivi. Una boccetta di Dur (flacone da cento ce) costa solo trentamila lire, anzi, per essere in tema, sei «leghe pesanti», le nuove monete del contropotere leghista, lanciate con un successo strepitoso alla festa di Roncadelle. «Già, quanta pubblicità...» commenta Bossetti, il «piccolo Bossi» come lo definiscono con una punta d'ironia al quartier generale di via Arbe, due passi dalla Bicocca. «Era una provocazione - aggiunge Lino Fiordalisi, il responsabile dell'organizzazione a Milano - uno scherzo, una cosa da far ridere. E invece abbiamo fatto centro. Cosa volete, i giornali parlano di noi solo per prenderci in giro, per far folklore, e noi ci adeguiamo. Purché se ne parli...». E altri quattrini, perché la fioritura del bazar di Bossi ha una certa importanza per il movimento: i soldi, i primi soldi del finanziamento pubblico dei partiti, affluiranno solo dal '93. Finora la Lega è andata avanti così, con i finanziamenti dei militanti e questi incassi da fiera padana, con un tocco di fantasia e di enfasi. Basti dire che a Bergamo, alla festa della Libertà, pochi giorni fa non solo correvano le «leghe» coniate a Brescia, ma in palio c'era pure una Cinquecento dalla targa speciale: «Repubblica del Nord, Bergamo 0000001». Goliardia, genuina e ingenua passione, voglia di partecipare ad un gioco trasgressivo, buono per tutte le tasche. Il gadget più costoso, un po' da yuppie? L'orologio di buona marca, rigorosamente prodotto in Lombardia, costo 270 mila lire. «E c'era - aggiunge Bossetti - chi lo voleva in oro». Ma ci sono orologi assai meno cari, tipo Swatch... «Finora abbiamo tre modeli - spiegano a Vergiate - ma abbiamo intenzione di unificare l'offerta. Un solo modello popolare e uno più caro». Altri simboli per il leghista vip? Lo stemma della Lombardia in oro (120 mila lire) oppure la moneta d'argento, ricordo del trionfo del 5 aprile: su una facciata c'è il busto di lui, l'Umberto di Lombardia. Bossi, sempre Bossi. A Lumezzane, l'altra sera, recitano le cronache, «è stato letteralmente assalito dai fans che chiedevano la sua firma sul suo libro e i più gridavano: domani la faccio incorniciare». E lui accetta ben volentieri questo culto della personalità. Anzi, lo mette al servizio del movimento. E così «per meno di cinquantamila lire», assicura Bossetti, decine di lumbard hanno provato l'emozione di mangiare assieme a lui, prima delle elezioni. Ugo Bertone Ai comizi in maglietta doc A destra: la nuova moneta S95 A destra: panettoni leghisti per il prossimo Natale A destra: orologio, berretto e orecchini «veri lumbard»

Persone citate: Bossetti, Bossi, Cesare Bossetti, Krizia, Lalla Greco, Lino Fiordalisi, Trussardi