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Ora i titoli sono più uguali Ora i titoli sono più uguali Tassate le emissioni straniere Erano una scappatoia al Fisco ROMA. Due provvedimenti «estremamente complessi» sono stati varati dal governo per rilanciare la Borsa. Si tratta - ha spiegato il ministro del Tesoro Piero Barucci - dell'introduzione dell'aliquota fiscale del 12,50% per i titoli in valuta emessi da enti internazionali o dall'Italia sul mercato dell'eurovaluta, titoli finora esenti da imposta e dell'equiparazione di trattamento fiscale fra le gestioni patrimoniali-mobiliari e i fondi mobiliari di investimento. Le aliquote «traslate» alle gestioni saranno quindi dello 0,10% per lo stock dei titoli di Stato, le obbligazioni e la liquidità delie attività finanziarie a vista; dello 0,20% per i titoli delle società industriali e dello 0,40% per quelli delle società non industriali. Barucci ha quindi esposto il «ragionamento» in base al quale il governo ha deciso di tassare i titoli in valuta esenti. Fino ad oggi «gli organismi intemazionali - ha detto - utilizzavano il risparmio italiano e la discrasia di comportamento fiscale». Le persone giuridiche cioè gli intermediari - «potevano utilizzare la cosiddetta tassazione obliqua operando sui titoli. Potevano cioè coprire gli interessi attivi che conseguivano non soltanto con gli interessi passivi a fronte di interessi attivi, ma anche con le spese generali». In sostanza gli intermediari potevano coprire «l'intero assetto dei costi con gli interessi attivi». Barucci ha fatto due esempi. 1) L'ultima emissione in dollari della Lloyd's Bank dell'agosto '92 prevede nel prospetto di emissione la clausola di immediato ritiro del prestito nel caso in cui. il ministro delle Finanze italiano decidesse di abolire l'esenzione prima della data di pagamento dell'emissione. 2) Nel '92 l'intera raccolta in lire della banca mondiale è stata del 13,53% rispetto all'emissione totale di tutte le valute. Dopo tutti gli swaps è restato nel portafoglio della banca mondiale solo lo 0,17%.