I big del Risorgimento scelgono l'Europa unita di Francesco Manacorda

I big del Risorgimento scelgono l'Europa unita IL REFERENDUM IMPOSSIBILE I big del Risorgimento scelgono l'Europa unita SI scopron le tombe, si levano i morti. E si aprono le urne, naturalmente elettorali. A pochi giorni dal referendum francese che dovrà decidere l'adesione di Parigi al trattato di Maastricht e il futuro della Comunità, c'è chi Oltralpe scomoda i grandi della storia e della cultura per spingere gli indecisi a votare «sì». Così, proclama il gruppo socialista al Parlamento francese, se Napoleone fosse vivo oggi non avrebbe esitazioni nel sostenere l'Europa unita. E per gli increduli ecco pronta una cartolina con l'immagine del piccolo grande corso sulla quale campeggia una frase tratta dal suo memoriale di Sant'Elena: «Non penso che dopo la mia caduta e la scomparsa del mio sistema politico ci possa essere in Europa un altro grande equilibrio possibile se non l'agglomerazione e la confederazione dei grandi popoli». Come dire, dopo di me l'Europa unita dovrà farsi, volenti o nolenti. Ma Napoleone non è il solo, involontario, «testimonial» dei Dodici. Assieme alla sua immagine circolano anche le cartoline di Carlo Magno, Victor Hugo e Jean-Paul Sartre, tutti ferventi europeisti, almeno da morti. E in Italia? Cosa deciderebbero i nomi più celebri della nostra storia se, risvegliati da un sonno talvolta secolare, gli venisse chiesto a bruciapelo: Europa unita, favorevole o contrario? Partiamo dai tre grandi protagonisti del Risorgimento. «Un sì di Mazzini mi sembra scontato - afferma lo storico Lucio Villari - non a caso dopo aver fondato la Giovane Italia creò anche la Giovane Europa proprio per portare i principi di libertà su scala continentale». E Garibaldi? «Probabilmente sarebbe stato favorevole - spiega Villari - anche se per motivazioni forse più generiche, in base all'idea che tutti i popoli dell'Europa e del mondo dovrebbero unirsi in nome della libertà». «Certamente sì, non fosse altro che per un generoso impulso internazionalista», commenta Giuseppe Galasso. Nessun dubbio nemmeno su Cavour: «Si è formato alla scuola del liberalismo inglese - spie- ga Villari - ed ha sempre guardato all'Europa occidentale». Per Galasso, Cavour «si sarebbe anche entusiasmato per l'idea di un grande mercato unico». Ferdinando II di Borbone, invece, commenta Galasso, «avrebbe potuto accettare un'Europa unita per motivi diametralmente opposti a quelli di Mazzini, se cioè fosse stata legata a un disegno di restaurazione». Anche Carlo Cattaneo, oggi cavallo di battaglia delle Leghe per le sue idee sul federalismo, «sarebbe stato un grande sostenitore dell'Europa unita», dice Nicola Tranfaglia. «Era un europeista completo, che guardava non solo agli aspetti culturali ma anche a quelli economici e sociali dell'Europa», conferma Villari. I Dodici e il Duce? Niente da fare. «Certo, Mussolini firmò un patto a quattro, ma il suo era un europeismo di tipo aristocratico, che si sviluppasse tra potenze selezionate e fosse legato a fattori diplomatico-militari», spiega Villari. E Tranfaglia: «Gli ideali di solidarietà che stanno alla base del Trattato di Maastricht sarebbero stati lontanissimi dalla visione di Mussolini. Lui era per il primato delle potenze fasciste e quindi avrebbe votato no». Eppure c'è chi, come lo storico inglese «revisionista» David Irving, sostiene che i dittatori degli Anni 30 non sarebbero stati tanto avversi a Maastricht. «Hitler - ha detto Irving al quotidiano The Guardian - voleva disfare tutte le frontiere europee per poterle rimettere a posto a modo suo. E di certo Maastricht va verso un allentamento delle frontiere interne». Ma torniamo in Italia e buttiamoci sull'altro versante politico: Gramsci sarebbe rientrato nel grande plotone degli indecisi. «Certo - spiega Tranfaglia non avrebbe potuto essere d'accordo con gli obiettivi di Maastricht: lui pensava alla vittoria dei Paesi socialisti su quelli capitalisti e quindi un'unione di queste nazioni sarebbe stata contraria ai suoi ideali. E' difficile dirlo, potrebbe essere stato europeista, ma in un quadro molto diverso da quello attuale». Tra tanti politici un navigatore, Cristoforo Colombo. L'uomo che scoprì l'America avrebbe visto bene un'Europa unita? «Apparteneva all'età degli imperi risponde Tranfaglia - ma era anche un uomo che aveva il senso della comunanza della società umana, e così forse sarebbe stato favorevole all'unificazione». Francesco Manacorda Bonaparte in cartolina sponsorizza i Dodici Mazzini, fondatore della Giovane Europa Benito Mussolini, contro la Comunità