Sessi intercambiabili, come i sentimenti di Lietta Tornabuoni

Sessi intercambiabili, come i sentimenti Ieri in concorso a Venezia «Orlando» della Potter e «Il poliziotto sentimentale» della Muratova Sessi intercambiabili, come i sentimenti Un uomo-donna, un poliziotto-mamma dominano le opere delle due registe VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Un uomo-donna, un poliziottomamma: la intercambiabilità dei sessi e dei sentimenti domina per un giorno la Mostra nei film di due registe. Applauditissimo, «Orlando» di Sally Potter, opera prima singolarmente matura d'una regista inglese quarantaquattrenne, protagonista Tilda Swinton, è l'incantevole trascrizione del romanzoscherzo scritto da Virginia Woolf a quarantasei anni nel 1928: un testo che Attilio Bertolucci definisce «una lettera d'amore a Vita Sackville West, l'amica che riusciva a conciliare in sé il mascolino e il femmineo; una stupenda metafora dell'Inghilterra nel suo mutarsi sociale e culturale lungo il corso di tre secoli». Il film racconta per brevi scene la eloquente fantasia di Orlando, giovane gentiluomo seicentesco favorito della regina, che attraversando il tempo sino al nostro presente cambia sesso diventando donna per non dover uccidere né essere ucciso in guerra, s'innamora di ragazze e ragazzi, impara a praticare l'amore, la poesia, la politica, la società, l'eros, la solitudine: «Due persone. Nessuna differenza. Soltanto il sesso è diverso». Recitato magnificamente da Tilda Swinton dalla faccia ammaliante, ben fatto, bellissi¬ mo da vedere anche per via della fotografia raffinata di Alexei Rodionov e dei costumi perfetti di Sandy Powell, «Orlando» è disseminato di segni d'una cultura più bisessuale che femminista. La regina Elisabetta I, che fa di Orlando il suo paggio amato e prediletto, è interpretata da Quentin Crisp, 83 anni, lo scrittore anche di «The Naked Civil Servant», resoconto autobiografico d'una esistenza difficile e combattiva di funzionario statale omosessuale. Attori in abiti femminili recitano in palcoscenico durante il Grande Gelo di Londra, quando persone e animali rimanevano imprigionati nelle acque ghiacciate del Tamigi, i corpi si polverizzavano per l'immenso freddo e la Corte trasformava la catastrofe in un nuovo divertimento danzando sui pattini. Si moltiplicano i baci profondi uomouomo, donna-donna. Billy Zane, il bellissimo ragazzo bruno di «Calma piatta» (purtroppo notevolmente ispessito), molto amato dalla comunità omosessuale internazionale, appare nella breve parte dell'impetuoso libertario americano insieme con il quale, nell'età vittoriana, Orlando-donna scopre la passione e discute: «Se io fossi uomo, non vorrei una libertà conquistata con il sangue», e lui: «Se io fossi donna, non vorrei perdere la mia vita in casa e coi figli». Nel lieto fine contemporaneo, Orlando, che inforca una grossa motocicletta ed ha accanto una figlia bambina pugnace quanto lei, ha raggiunto la serenità appagata di chi non si sente uomo né donna, ma una persona. «Cuvstitel'nyi milicioner», il poliziotto sentimentale di Kira Muratova (ma la quasi sessantenne regista di Odessa ha precisato che la traduzione esatta è piuttosto «poliziotto sensibile»), interpretato da Nikolaj Satochin, è una Madonna maschio con tenerissimi sentimenti materni: trova una neonata sotto i cavoli, la ama subito, per adottarla si batte contro la moglie restìa e in tribunale viene sconfitto da un'altra aspirante madre, si consola alla prospettiva d'avere un figlio proprio. Muratova, che tre anni fa aveva fatto con «La sindrome astenica» un film terribile e molto bello sulla società sovietica, definisce questo «una piccola icona da mercato, stile kitsch elettrico-naif». Il senso della vicenda è forse che, cadute le speranze palingenetiche, conviene almeno salvare la vita d'un bambino, curare gli affetti privati. Ma i toni restano grotteschi e intorno al poliziottomamma il mondo è caotico, aggressivo e rissoso, si muovono personaggi folli o primari quanto quelli del circo di Gianni Ippolita si dilatano immensi sba- digli, si levano cori di banalità ripetitiva e intollerante: «Dica, sporco ebreo, è ebreo anche il suo cane?». Una debolezza irrisolta, uno squilibrio cattivo, una buffoneria disperata abbastanza simili si ritrovano nell'opera prima dell'attore polacco ventiquattrenne Rafal Wieczynski presentata alla Settimana della critica. Il titolo, «Una piccola storia di assassinio, di sentimento e di un altro comandamento», vuol prendere in giro «I dieci comandamenti» di Kieslowski, maestro detestato dall'autore che gli imputa ipocrisia e moralismo, e che per narrare una storia d'amore a tre adotta la amoralità disordinata, dolente e ridicola delle passioni e del¬ la Polonia contemporanea. «Il trittico di Antonello» del siciliano Francesco Crescimene, primo film finalmente realizzato a cinquantacinque anni con grande sacrificio personale, presentato alla Vetrina del cinema italiano, racconta attraverso le donne di tre generazioni d'una ricca famiglia tre sconfitte nella storia di Sicilia: il fallimento del movimento ottocentesco dei fasci dei lavoratori, il fallimento negli Anni Quaranta del movimento separatista, il fallimento contemporaneo. E anche qui ci sono coppie di uomini che ballano avvinti il tango della gelosia: ma soltanto perché le donne non ci sono. Lietta Tornabuoni Tilda Swinton è la protagonista di «Orlando», l'incantevole trascrizione del romanzo-scherzo scritto da Virginia Woolf a 46 anni nel 1928. Orlando attraversa il tempo dal Seicento ai giorni nostri, cambiando sesso

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Odessa, Polonia, Sicilia, Venezia