Criminalità

Criminalità Criminalità E' battaglia Ayala-Mancino PESARO. «Non si possono affrontare la crisi economica e la criminalità organizzata come fossero calamità naturali: siamo arrivati a questo punto evidentemente perché non è stato fatto finora quello che si doveva fare». Il pubblico democristiano che affolla la sala della Festa dell'Amicizia di Pesaro ha coperto di applausi questa frase di Giuseppe Ayala, deputato pri. «Sono fatti - ha proseguito Ayala - non c'è alcuna polemica personale. La critica è alle responsabilità politiche. E la crisi dell'ordine pubblico fa capo alle responsabilità istituzionali del ministero dell'Interno, che è sempre stato gestito in maniera monopolistica dalla de». «Mi assumo tutta la responsabilità di essere un ministro dell'Interno democristiano fino a quando varrà la regola del consenso», ha replicato il ministro Mancino. Secondo Mancino, allora, «non è convincente la tesi che tutti i problemi legati alla criminalità derivano dalla presenza continua della de al viminale. Chi ha il consenso ha il diritto-dovere di governare». Per Mancino, comunque, «non siamo all'anno zero» perché si è registrata nell'ultimo anno, a livello nazionale, una flessione della delittuosità pari al 12%. Tra gli strumenti per la lotta alla malavita organizzata, il ministro ha individuato anche il coordinamento delle forze di ordine pubblico. [Asca]

Persone citate: Ayala, Giuseppe Ayala, Mancino