Ultimatum croato ai musulmani

Ultimatum croato ai musulmani Si rompe il fronte antiserbo: sgomberate il nostro territorio intorno a Sarajevo Ultimatum croato ai musulmani L'Onu conferma: un missile ha abbattuto l'aereo italiano// Papa: la Bosnia ricorda la seconda guerra mondiale ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Tutti contro tutti in Bosnia: la drammatica prospettiva finora solo evocata per la Repubblica ex jugoslava ha assunto di colpo dimensioni concrete con una improvvisa rottura fra croati e musulmani, finora alleati contro i serbi. Velimir Marie, il capo della milizia croato-bosniaca ha dato ieri un ultimatum alle forze musulmane. Se entro oggi non si ritireranno da sei località attorno alla capitale, i croati useranno ogni mezzo per liberare i loro territori. Inoltre non appoggeranno più le forze musulmane nei loro tentativi di rompere l'assedio di Sarajevo, accerchiata cinque mesi fa dai miliziani serbi. Sempre ieri è arrivata la conferma ufficiale che il G222 dell'aviazione italiana caduto giovedì scorso a una trentina di chilometri da Sarajevo è stato abbattuto da un razzo antiaereo. Lo ha affermato un rappresentante delle Nazioni Unite che ha voluto mantenere l'anonimato. Secondo la stessa fonte si tratta probabilmente di un razzo del tipo Stinger, oppure della versione jugoslava del proiettile sovietico Sam 7, chiamata «Freccia». L'inchiesta sull'incidente, che non è ancora stata resa nota, dimostrerebbe che l'aereo è stato colpito da due razzi. Quel che rimane tuttora incerto è chi è stato a sparare contro il velivolo che stava trasportando soccorsi umanitari verso la capitale bosniaca. L'ipotesi del razzo di produzione jugoslava, appartenente all'ex esercito federale, confermerebbe un attacco da parte delle forze serbe che hanno «ereditato» tutte le armi della vecchia Federazione. Nel caso degli Stinger rimangono aperte tutte le possibilità. Secondo alcune fonti, infatti, i razzi americani sarebbero in possesso anche delle forze musulmane, a cui sono arrivati attraverso i mujaheddin dell'Afghanistan, a loro volta riforniti dagli Stati Uniti nella guerra contro i russi. Nell'impossibilità di dare una risposta precisa la versione ufficiale dell'abbattimento verrà probabilmente rimandata, lasciando aperta la questione del ponte aereo. La ripresa dei voli umanitari verso Sarajevo sarà uno degli argomenti chiave della riunione della conferenza di pace sull'ex Jugoslavia che riprende oggi a Ginevra. Cyrus Vance e Lord Owen, co-presidenti della conferenza, hanno infatti convocato tutte le parti in relazione alla caduta del velivolo italiano. I due hanno mandato ieri un duro monito al leader dei serbi in Bosnia, Radovan Karadzic, in cui lo invi¬ tano a rispettare gli impegni firmati a Londra. Entro mezzogiorno del 12 settembre Karadzic deve mettere sotto il controllo dell'Ónu tutte le armi pesanti in mano alle forze serbe. Le armi devono essere concentrate in località stabilite nei pressi di Sarajevo, Bihac, Jajce e Gorazde. In vista della riunione odierna Vance e Owen hanno incontrato a Ginevra i rappresentanti croati e bosniaci, nonché l'emissario speciale dell'Onu Tadeusz Mazowiecki. Reduce dall'ex Jugoslavia, Mazowiecki ha presentato un rapporto in cui condanna la politica serba dell'epurazione et¬ nica in Bosnia. La situazione rimane intanto drammatica in Bosnia dove in 24 ore sono morte 10 persone, mentre i feriti sono più di 100. A Sarajevo una granata ha ferito sei persone. Per mancanza di acqua, elettricità e medicinali in città si stanno diffondendo epidemie di ogni genere. Una tragedia che ha indotto ieri il Papa a lanciare un nuovo allarme: «Le immagini tragiche ed eloquenti» che giungono dalla Bosnia «richiamano il ricordo della Seconda guerra mondiale». Ingrìd Badurìna ,, JÈ A Pisa il dolore dei parenti davanti alla bara di una delle vittime del G222

Persone citate: Cyrus Vance, Karadzic, Lord Owen, Mazowiecki, Radovan Karadzic, Tadeusz Mazowiecki, Velimir Marie