Anche il Msi spara sul fisco di Lorenzo Del Boca
Anche il Msi spara sul fisco Anche il Msi spara sul fisco Un milione di firme anti-Goria «E manderemo in tilt l'erario» FERRARA DAL NOSTRO INVIATO «Resistenza». Il segretario del movimento sociale, Gianfranco Fini ha dichiarato una guerra ad oltranza al Fisco, alle tasse ingiuste e a «quell'imbecille del ministro delle Finanze». Lo ha detto a Mirabello, in provincia di Ferrara, a conclusione della «Festa Tricolore» che tassello nero in un puzzle uniformemente rosso - è l'unica manifestazione dell'msi che fa concorrenza ai festival dell'Unità. Parola d'ordine: l'Erario va boicottato, intralciato, ostacolato. Si devono costruire delle barriere anti-esattori. La filibustering va organizzata in modo da pagare il meno e il più tardi possibile. «E' una questione delicata - precisa Gianfranco Fini - noi non diciamo di non pagare. Questo sarebbe uno sciopero velleitario e pericoloso perché farebbe cadere il contribuente dalla padella alla brace esponendolo ai rigori della legge e al rischio di processi». Chi (come gli uomini di Bossi) predicano un'obiezione radicale sbagliano. «Meglio - secondo il leader missino - una protesta che sfrutti gli stessi meccanismi della legge». Meglio una rivolta che sommerga le istituzioni di ricorsi; meglio il tentativo di far dichiarare incostituzionali alcuni dei balzelli inventati dal governo per rastrellare del denaro. Come? Un «pool» di esperti è al lavoro per elaborare una strategia definitiva ma qualche punto fermo è già stato individuato. La tassa sulla casa, per esempio. I missini suggeriscono di non pagarla subito ma alla fine dell'anno, all'ultimissimo giorno utile. Perché dare dei soldi prima del tempo? E dicono di calcolare il tributo sulla base dei vecchi indici catastali e non di quelli nuovi che - per legge - entrano in vigore soltanto con il 1993. «Peraltro - è sempre il parere di Fini - alcuni aspetti di questo stesso decreto che riguarda la tassa sulla casa sono al di fuori di ogni ragionevolezza. Dovrebbe pagare anche chi ha acquistato la casa con un mutuo al 50 o al 70 per cento stipulato con le banche. Le quali banche, in garanzia hanno l'ipoteca su quell'immobile. Allora, come è possibile che una famiglia debba onorare, contemporaneamente, la rata del mutuo e la tassa su una proprietà che non ha perché la vera proprietaria è la banca?». Raffiche di esposti con l'obiettivo di far dichiarare la tassa incostituzionale. Ed il 16 settembre i contribuenti dovrebbero protestare ricorrendo anche contro il «prelievo» del 6 per mille effettuato sui loro conti correnti. E' un provvedimento che colpisce il risparmiatore indiscriminatamente senza distinguere fra chi ha uno e chi ha cento. Con ciò sarebbero stati violati i princìpi fondamentali per la giurisprudenza della progressività e della proporzionalità. Ma, certo, le ironie più velenose e persino sgarbate sono per lui, per il responsabile del dicastero delle Finanze, Giovanni Goria. Assicurano che è di gran lunga il peggiore di tutti e nei suoi confronti non badano alle mezze misure: «Si è fatto crescere - irridono - la barba per nascondere il vuoto di idee e, adesso, è una barba che cammina». Un vero e proprio assalto all'arma bianca. Nei suoi confronti hanno annunciato la presentazione in Parlamento di una mozione di sfiducia «individuale» per la quale chiedono le firme della Lega in modo da raggiungere il quorum indispensabile del 10 per cento. E contano di dar forza all'iniziativa con una raccolta popolare di firme cominciata proprio oggi ad Asti, città dove Goria abita e dove è stato eletto a Montecitorio. Una mobilitazione che - dicono - è «facile». «Queste firme contro non potranno essere meno di un milione». Lorenzo Del Boca
Persone citate: Bossi, Fini, Gianfranco Fini, Giovanni Goria, Goria
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