Chiappucci ha l'Italia al suo servizio

Chiappucci ha l'Italia al suo servizio Nella fornace di Benidorm, a casa di Indurain, 261 km che valgono il titolo mondiale Chiappucci ha l'Italia al suo servizio «Tattiche? Correrò come mi va» BENIDORM DAL NOSTRO INVIATO «Io coltivo tutto, meno le velleità di eguaglianza». Ha torto, in coscienza, l'inimitabile Chiappucci? Alla finezza e al garbo costanti di Indurain, Chiappucci oppone le picconate verbali. A Bugno e ad Argentin viene l'orticaria soltanto a vederlo. Ma è lui, il guerriero folle, la bandiera della squadra azzurra. Il et Martini gli ha garantito la protezione e l'appoggio incondizionato dei compagni: «Vi invito paternamente a non fare i cretini, milioni di occhi vi guarderanno». Alla riunione strategica di ieri mattina, Chiappucci è entrato musone ed è uscito giulivo. Esaudite le sue richieste. E che cosa voleva? «Non parlatemi di tattiche, di fughe da seguire e di fughe da ignorare. Corro come mi va e come mi sento». Voleva semplicemente che gli consentissero d'essere Chiappucci. Accontentato. E come dovranno muoversi oggi sul circuito mondiale di Benidorm gli altri azzurri? I 261 chilometri (dodici giri di 21 chilometri e 800) del percorso, vengono divisi in una prima parte di preparazione allo sbarco (150 chilometri), in ima zona a quiz indovinare se eventuali avanzate sono quelle giuste o sono soltanto chimere - e in un trampolino per il balzo finale. La prima parte è offerta ai faticatori che non avendo forti aspirazioni iridate sono pregati di piazzarsi in testa e di rimanerci in guardia sino a che sfinimento non ne consegua. E' il ruolo di Cassani, di Vona, di Perini, di Elli e di Cenghialta. La zona a quiz è aperta a chiunque ritenga opportuno cimentarvisi: comincia l'opera di Chioccioli, Giovannetti, Fondriest e Furlan. L'ultima fetta del tracciato se la mangino coloro che sono rimasti sulla linea di fuoco e la speranza è che ci siano Chiappucci, Bugno e Argentin o, almeno, uno di loro. Il prorompente Ghirotto ha ottenuto un compito che lo promuove a capitano jolly. Agisca assecondando i personali estri. Tirate le somme, sulla ribalta azzurra l'infaticabile Ghirotto si affianca a Chiappucci. La squadra deputata ad amministrare la gara è quella spagnola. Lo spappolatore Indurain ha bisogno di trasformare il percorso in mi frantoio. Di conseguenza, gli spagnoli dovrebbero pigiare alla morte, e subito, sui pedali. Però non bisogna credere che siano tanto fessi e che per macerare gli altri rischino di macerare se stessi. E' più probabile che la squadra di Indurain tenda a cercare un accordo con gli azzurri: facciamo una bella unione iniziale e poi sotto a chi tocca. A Martini la cosa ovviamente non dispiacerebbe. L'addetto alla cura di Indurain potrebbe essere Bugno. C'è il pericolo che Miguel si perda in un'azione sballata (non dimentichiamo che il Mondiale non è un Giro o un Tour: qui la difesa ad oltranza non frutta) e che con lui evapori il suo tallonatore; ma sono comunque maggiori le probabilità che Indurain si presenti al traguardo. Correre su Indurain è una scommessa da tentare. Chiappucci, che si considera attualmente il Padreterno in bicicletta; Bugno (coraggio e fifa gli s'annidano dentro); Argentin (confinato da Chiappucci nell'infanzia, non si possono soffrire), nervosissimo e quindi, a giudizio di chi lo conosce bene, pronto al riscatto; Ghirotto che, a 31 anni, vive la più straordinaria avventura della sua carriera di servitore fedele: davanti a questi e ai rimanenti azzurri, non c'è soltanto Indurain. Su una lista di una trentina di eminenti nemici si china preoccupato Martini. Vogliamo costringervi al divertimento di prendere nota di nomi e cognomi? Sfoltiamo, proponendovi l'olandese Rooks, quello che a Stoccarda duellò allo striscione, procurando brividi, con Bugno e il connazionale Breukink; lo svizzero Rominger (s'è fissato di vincere); gli statunitensi Hampsten e Armstrong; il messicano Alcala, che al caldo, e farà caldo, gongola; lo spagnolo Delgado, i francesi Mottet e Jalabert, il russo Konishev e il vecchio irlandese Kelly. Vi bastano? Agli azzurri sì. Vogliatevi bene, ragazzi, e poi da domani riprendete pure a rompervi le ruote. Gianni Ranieri Martini ha chiesto agli azzurri di aiutarsi «Un invito paterno, non fate i cretini a casa milioni di occhi vi guarderanno» E libertà di azione per il jolly Ghirotto rf) JUL CAMPIONATO MONDIALE DI CICLISMO AFRICA Ecco alcuni protagonisti: Chiappucci (in alto) Indurain (a sinistra) e Ghirotto (a destra) Chiappucci ha l'Italia al suo servizio Nella fornace di Benidorm, a casa di Indurain, 261 km che valgono il titolo mondiale Chiappucci ha l'Italia al suo servizio «Tattiche? Correrò come mi va» BENIDORM DAL NOSTRO INVIATO «Io coltivo tutto, meno le velleità di eguaglianza». Ha torto, in coscienza, l'inimitabile Chiappucci? Alla finezza e al garbo costanti di Indurain, Chiappucci oppone le picconate verbali. A Bugno e ad Argentin viene l'orticaria soltanto a vederlo. Ma è lui, il guerriero folle, la bandiera della squadra azzurra. Il et Martini gli ha garantito la protezione e l'appoggio incondizionato dei compagni: «Vi invito paternamente a non fare i cretini, milioni di occhi vi guarderanno». Alla riunione strategica di ieri mattina, Chiappucci è entrato musone ed è uscito giulivo. Esaudite le sue richieste. E che cosa voleva? «Non parlatemi di tattiche, di fughe da seguire e di fughe da ignorare. Corro come mi va e come mi sento». Voleva semplicemente che gli consentissero d'essere Chiappucci. Accontentato. E come dovranno muoversi oggi sul circuito mondiale di Benidorm gli altri azzurri? I 261 chilometri (dodici giri di 21 chilometri e 800) del percorso, vengono divisi in una prima parte di preparazione allo sbarco (150 chilometri), in ima zona a quiz indovinare se eventuali avanzate sono quelle giuste o sono soltanto chimere - e in un trampolino per il balzo finale. La prima parte è offerta ai faticatori che non avendo forti aspirazioni iridate sono pregati di piazzarsi in testa e di rimanerci in guardia sino a che sfinimento non ne consegua. E' il ruolo di Cassani, di Vona, di Perini, di Elli e di Cenghialta. La zona a quiz è aperta a chiunque ritenga opportuno cimentarvisi: comincia l'opera di Chioccioli, Giovannetti, Fondriest e Furlan. L'ultima fetta del tracciato se la mangino coloro che sono rimasti sulla linea di fuoco e la speranza è che ci siano Chiappucci, Bugno e Argentin o, almeno, uno di loro. Il prorompente Ghirotto ha ottenuto un compito che lo promuove a capitano jolly. Agisca assecondando i personali estri. Tirate le somme, sulla ribalta azzurra l'infaticabile Ghirotto si affianca a Chiappucci. La squadra deputata ad amministrare la gara è quella spagnola. Lo spappolatore Indurain ha bisogno di trasformare il percorso in mi frantoio. Di conseguenza, gli spagnoli dovrebbero pigiare alla morte, e subito, sui pedali. Però non bisogna credere che siano tanto fessi e che per macerare gli altri rischino di macerare se stessi. E' più probabile che la squadra di Indurain tenda a cercare un accordo con gli azzurri: facciamo una bella unione iniziale e poi sotto a chi tocca. A Martini la cosa ovviamente non dispiacerebbe. L'addetto alla cura di Indurain potrebbe essere Bugno. C'è il pericolo che Miguel si perda in un'azione sballata (non dimentichiamo che il Mondiale non è un Giro o un Tour: qui la difesa ad oltranza non frutta) e che con lui evapori il suo tallonatore; ma sono comunque maggiori le probabilità che Indurain si presenti al traguardo. Correre su Indurain è una scommessa da tentare. Chiappucci, che si considera attualmente il Padreterno in bicicletta; Bugno (coraggio e fifa gli s'annidano dentro); Argentin (confinato da Chiappucci nell'infanzia, non si possono soffrire), nervosissimo e quindi, a giudizio di chi lo conosce bene, pronto al riscatto; Ghirotto che, a 31 anni, vive la più straordinaria avventura della sua carriera di servitore fedele: davanti a questi e ai rimanenti azzurri, non c'è soltanto Indurain. Su una lista di una trentina di eminenti nemici si china preoccupato Martini. Vogliamo costringervi al divertimento di prendere nota di nomi e cognomi? Sfoltiamo, proponendovi l'olandese Rooks, quello che a Stoccarda duellò allo striscione, procurando brividi, con Bugno e il connazionale Breukink; lo svizzero Rominger (s'è fissato di vincere); gli statunitensi Hampsten e Armstrong; il messicano Alcala, che al caldo, e farà caldo, gongola; lo spagnolo Delgado, i francesi Mottet e Jalabert, il russo Konishev e il vecchio irlandese Kelly. Vi bastano? Agli azzurri sì. Vogliatevi bene, ragazzi, e poi da domani riprendete pure a rompervi le ruote. Gianni Ranieri Martini ha chiesto agli azzurri di aiutarsi «Un invito paterno, non fate i cretini a casa milioni di occhi vi guarderanno» E libertà di azione per il jolly Ghirotto rf) JUL CAMPIONATO MONDIALE DI CICLISMO AFRICA Ecco alcuni protagonisti: Chiappucci (in alto) Indurain (a sinistra) e Ghirotto (a destra)

Luoghi citati: Italia, Stoccarda