Fulmini di Matarrese contro la Rai

Fulmini di Matarrese contro la Rai Il presidente federale approfitta del saluto agli arbitri per lanciare accuse e minacce Fulmini di Matarrese contro la Rai Non ha gradito l'assunzione diAgnolin FIRENZE. «Matarrese non parla, saluta gli arbitri e se ne va». Coverciano attende l'arrivo del presidente per il rituale copione pre-campionato. Casarin e la sua pattuglia di arbitri da una parte, i presidenti delle varie leghe dall'altra, e ancora dirigenti, operatori, politici. Giacche blu e strette di mano. In attesa di Matarrese. «Potete andarvene, non parlerà». Continua il tam tam. Nell'ambiente lo danno stanco, amareggiato, infastidito. I presidenti premono per il quarto straniero, Agnolin finisce a lavorare alla Rai, Alemao svela retroscena clamorosi, Maradona fa i capricci, Sacchi rivoluziona, il campionato incombe. Possibile che il presidente non colga l'occasione? La coglie, e come se la coglie. Si siede, ascolta i discorsi beneauguranti, applaude, sospira. Poi, come un attore consumato, si alza in piedi, prende il microfono e fa partire il comizio-show. Stoccate ed elogi, sermoni e moniti, appelli e suppliche. Ce n'è per tutti. La Rai: «Perché assumere uomini che hanno perso la bussola? (chiaro riferimento ad Agnolin, ndr) Non è stata fatta una cosa conveniente ad un anno dalla scadenza del contratto con la Federcalcio. Mentre Pedullà protesta strumentalmente contro le nostre richieste, si è creato un brutto precedente, dovremo correre ai ripari. Ho sempre avuto un rapporto preferenziale con la tv di Stato però... bisogna essere corretti di qua e di là». Agnolin: «Mi dispiace non averlo mandato via l'anno scorso. Troppo facile uscire, attaccare ed essere premiati. Mi definisce lo Stalin del calcio? Se ne è convinto continui a dirlo. Però è lui che mi ha tradito ed ha tradito l'Aia. La sua colpa maggiore? Chiedetelo a lui. Comunque rischia il deferimento e per questo non potrà mai diventare dirigente di una società». Quarto straniero: «E' scorretto continuare a chiedere alla Federazione di cambiare decisioni già prese. I presidenti l'hanno sempre saputo, e ciononostante hanno voluto fare l'abbuffata di stranieri, senza avere rispetto delle nostre responsabilità. Capisco le loro difficoltà, ma c'è la spinta a chiedere sempre di più, senza accontentarsi mai. Se tornassimo indietro faremmo la figura dei burattini. Ma noi non siamo burattini». Sacchi: «Aiutiamolo a lavorare bene. Si è mosso con passi felpati spogliandosi delle vesti austere di citi: oggi con le società ha un rapporto di grande comunicabilità e speriamo di grande collaborazione». Nazionale: «I casi verificatisi nell'Under 21 stanno avvenendo anche nella Nazionale maggiore: Sacchi convoca giocatori come Eranio e Casiraghi che nei loro club hanno il posto chiuso dagli stranieri. Ecco, è bene che i presidenti pensino a rinforzarsi, ma devono pure rendersi conto che i loro investimenti passano anche attraverso la Nazionale». I grandi esclusi: «Ho saputo di Zenga il giorno prima. Non mi ha stupito la sua amarezza, anzi mi ha fatto piacere perché testimonia un forte attaccamento. Attendo una sua reazione da grande portiere e da grande uomo qual è. Non è detto che la porta sia chiusa per sempre». Under 21: «Non voglio parlare di Maldini. Ma prima che l'Under 21 riprenda il lavoro, voglio sapere esattamente che cosa è successo alle Olimpiadi, fatti tecnici e fatti comportamentali. Una volta individuati gli errori, stileremo un programma futuro. L'Under 21 dovrà es¬ sere in sintonia con le altre Nazionali, non una realtà a se stante». Per Maldini è quasi un de profundis. Maradona: «La Fifa non ha mai pensato di scippare il Napoli. Il Napoli però, dal canto suo, vuole difendere tutti i propri diritti patrimoniali. Mi risulta che abbia contatti con Siviglia e Palmeiras: deciderà Ferlaino il futuro di Maradona senza che per questo vengano mortificati i suoi interessi. O viene ceduto, o diventa disoccupato, o resta a Napoli: Ferlaino ne sarebbe felice, io lo stesso. Mi farebbe piacere che Diego tornasse da noi». Alemao: «Ha fatto malissimo a rilasciare quelle dichiarazioni. Non è in linea con lui che è sempre stato giocatore e uomo esemplare. Mi chiedete se abbia detto la verità? Scusate, ma voi pensate che il presidente federale abbia gli occhi chiusi?». Arbitri: «Se nella nostra Federazione non funziona il sistema arbitrale noi siamo soccombenti. Oggi siamo un'unica famiglia, Federazione, Aia, Leghe, nessuno deve usarci. Agli arbitri dico di non deluderci, di non deludere l'Italia che ama il calcio». La violenza: «Dobbiamo dare sicurezza a chi va allo stadio e parare i colpi di chi vuole attentare alla nostra organizzazione, senza paura». La Federcalcio: «In questa Italia in crisi, in questo nostro Paese dilaniato noi, se saremo bravi ed onesti, possiamo fare qualcosa di utile. La gente aspetta con impazienza di tornare allo stadio per dimenticare per un po' le amarezze di tutti i giorni». Il futuro: «Mi aspetta un quadriennio che non trascorrerà facilmente. Ma io e i miei collaboratori abbiamo progetti ambiziosi, diagnosi spietate dei mali del calcio italiano, abbiamo dettato linee politiche. Impegno enorme ma realizzeremo tutto ciò che abbiamo in mente: non possiamo passare nella storia del calcio come una meteora». Brunella Ciullini «La tv di Stato s'è comportata male: un brutto precedente» Stoccate anche ai presidenti e tirata d'orecchi ad Alemao | Matarrese e Casarin: «Agli arbitri - spiega il presidente federale - dico di non deludere l'Italia | che ama il calcio. La gente vuole tornare allo stadio per dimenticare le amarezze di tutti i giorni» Fulmini di Matarrese contro la Rai Il presidente federale approfitta del saluto agli arbitri per lanciare accuse e minacce Fulmini di Matarrese contro la Rai Non ha gradito l'assunzione diAgnolin FIRENZE. «Matarrese non parla, saluta gli arbitri e se ne va». Coverciano attende l'arrivo del presidente per il rituale copione pre-campionato. Casarin e la sua pattuglia di arbitri da una parte, i presidenti delle varie leghe dall'altra, e ancora dirigenti, operatori, politici. Giacche blu e strette di mano. In attesa di Matarrese. «Potete andarvene, non parlerà». Continua il tam tam. Nell'ambiente lo danno stanco, amareggiato, infastidito. I presidenti premono per il quarto straniero, Agnolin finisce a lavorare alla Rai, Alemao svela retroscena clamorosi, Maradona fa i capricci, Sacchi rivoluziona, il campionato incombe. Possibile che il presidente non colga l'occasione? La coglie, e come se la coglie. Si siede, ascolta i discorsi beneauguranti, applaude, sospira. Poi, come un attore consumato, si alza in piedi, prende il microfono e fa partire il comizio-show. Stoccate ed elogi, sermoni e moniti, appelli e suppliche. Ce n'è per tutti. La Rai: «Perché assumere uomini che hanno perso la bussola? (chiaro riferimento ad Agnolin, ndr) Non è stata fatta una cosa conveniente ad un anno dalla scadenza del contratto con la Federcalcio. Mentre Pedullà protesta strumentalmente contro le nostre richieste, si è creato un brutto precedente, dovremo correre ai ripari. Ho sempre avuto un rapporto preferenziale con la tv di Stato però... bisogna essere corretti di qua e di là». Agnolin: «Mi dispiace non averlo mandato via l'anno scorso. Troppo facile uscire, attaccare ed essere premiati. Mi definisce lo Stalin del calcio? Se ne è convinto continui a dirlo. Però è lui che mi ha tradito ed ha tradito l'Aia. La sua colpa maggiore? Chiedetelo a lui. Comunque rischia il deferimento e per questo non potrà mai diventare dirigente di una società». Quarto straniero: «E' scorretto continuare a chiedere alla Federazione di cambiare decisioni già prese. I presidenti l'hanno sempre saputo, e ciononostante hanno voluto fare l'abbuffata di stranieri, senza avere rispetto delle nostre responsabilità. Capisco le loro difficoltà, ma c'è la spinta a chiedere sempre di più, senza accontentarsi mai. Se tornassimo indietro faremmo la figura dei burattini. Ma noi non siamo burattini». Sacchi: «Aiutiamolo a lavorare bene. Si è mosso con passi felpati spogliandosi delle vesti austere di citi: oggi con le società ha un rapporto di grande comunicabilità e speriamo di grande collaborazione». Nazionale: «I casi verificatisi nell'Under 21 stanno avvenendo anche nella Nazionale maggiore: Sacchi convoca giocatori come Eranio e Casiraghi che nei loro club hanno il posto chiuso dagli stranieri. Ecco, è bene che i presidenti pensino a rinforzarsi, ma devono pure rendersi conto che i loro investimenti passano anche attraverso la Nazionale». I grandi esclusi: «Ho saputo di Zenga il giorno prima. Non mi ha stupito la sua amarezza, anzi mi ha fatto piacere perché testimonia un forte attaccamento. Attendo una sua reazione da grande portiere e da grande uomo qual è. Non è detto che la porta sia chiusa per sempre». Under 21: «Non voglio parlare di Maldini. Ma prima che l'Under 21 riprenda il lavoro, voglio sapere esattamente che cosa è successo alle Olimpiadi, fatti tecnici e fatti comportamentali. Una volta individuati gli errori, stileremo un programma futuro. L'Under 21 dovrà es¬ sere in sintonia con le altre Nazionali, non una realtà a se stante». Per Maldini è quasi un de profundis. Maradona: «La Fifa non ha mai pensato di scippare il Napoli. Il Napoli però, dal canto suo, vuole difendere tutti i propri diritti patrimoniali. Mi risulta che abbia contatti con Siviglia e Palmeiras: deciderà Ferlaino il futuro di Maradona senza che per questo vengano mortificati i suoi interessi. O viene ceduto, o diventa disoccupato, o resta a Napoli: Ferlaino ne sarebbe felice, io lo stesso. Mi farebbe piacere che Diego tornasse da noi». Alemao: «Ha fatto malissimo a rilasciare quelle dichiarazioni. Non è in linea con lui che è sempre stato giocatore e uomo esemplare. Mi chiedete se abbia detto la verità? Scusate, ma voi pensate che il presidente federale abbia gli occhi chiusi?». Arbitri: «Se nella nostra Federazione non funziona il sistema arbitrale noi siamo soccombenti. Oggi siamo un'unica famiglia, Federazione, Aia, Leghe, nessuno deve usarci. Agli arbitri dico di non deluderci, di non deludere l'Italia che ama il calcio». La violenza: «Dobbiamo dare sicurezza a chi va allo stadio e parare i colpi di chi vuole attentare alla nostra organizzazione, senza paura». La Federcalcio: «In questa Italia in crisi, in questo nostro Paese dilaniato noi, se saremo bravi ed onesti, possiamo fare qualcosa di utile. La gente aspetta con impazienza di tornare allo stadio per dimenticare per un po' le amarezze di tutti i giorni». Il futuro: «Mi aspetta un quadriennio che non trascorrerà facilmente. Ma io e i miei collaboratori abbiamo progetti ambiziosi, diagnosi spietate dei mali del calcio italiano, abbiamo dettato linee politiche. Impegno enorme ma realizzeremo tutto ciò che abbiamo in mente: non possiamo passare nella storia del calcio come una meteora». Brunella Ciullini «La tv di Stato s'è comportata male: un brutto precedente» Stoccate anche ai presidenti e tirata d'orecchi ad Alemao | Matarrese e Casarin: «Agli arbitri - spiega il presidente federale - dico di non deludere l'Italia | che ama il calcio. La gente vuole tornare allo stadio per dimenticare le amarezze di tutti i giorni»

Luoghi citati: Coverciano, Firenze, Italia, Napoli