Baggio: sento che sarà il mio anno di Marco Ansaldo

Baggio: sento che sarà il mio anno Il capitano inizia la sua terza stagione in bianconero soffrendo per un dolore al piede sinistro che lo obbliga a zoppicare Baggio: sento che sarà il mio anno «Dividerò con Vialli tensioni e responsabilità» CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO ((Accidenti a questa scarpa stretta. Non la sopporto più, mi si sta formando una vescica. Guarda cosa mi doveva capitare: è la vigilia del campionato e devo camminare zoppo». In un angolo della zona imbarchi di Caselle, in partenza per Cagliari, Roberto Baggio si massaggia il piedino sinistro, il meno prezioso, ma pur sempre un'appendice di se stesso che vale dai tre miliardi in su. Si è tolto la scarpa della divisa sociale, marrone, cesellata e costosa, con un gesto di insofferenza contadina. Così facevano probabilmente i suoi nonni con gli scarpini di vernice dopo i balli sulla piazza di Caldogno. Prova, riprova. Carnmina strisciando il piede che schiaccia l'orlo della scarpa, come se fosse una ciabatta. Arriva fino all'aereo rimpiangendo di non poter cominciare il campionato in scarpe da tennis, che sarebbe anche un modo per rendere informale la domenica dell'avvio. «Invece c'è questo clima da primo giorno di guerra, come se da domani il mondo non fosse più lo stesso». Una partenza casual, insomma. Un approccio in jeans. Impossibile. Tutto conta, nel primo giorno. Sull'aereo, nella fila nobile, c'è persino Boniperti, che in altre trasferte arriva all'ultimo momento: «Roberto, dopo ci dobbiamo parlare», gli dice mentre il Codino scivola verso un posto defilato. Captiamo la battuta: cos'è, presidente (Boniperti ci tiene, gli suona falso quel ruolo di amministratore delegato), cos'è, vuole fargli firmare il rinnovo del contratto? «No, son cose nostre», ribatte. Appunto. «Questa storia del contratto dice Baggio - a voi sembra essenziale, per me è un dettaglio. E poi la firma appaga. Perciò non voglio un contratto di cinque anni, ma di due o tre». E se, invece, non volesse impegnarsi a lungo per non perdere un'occasione migliore? La solita dietrologia. Se firmassi per cinque anni sarei già sicuro di uno stipendio fino a trenta. E allora potrei fregarmene di certi sacrifici. Tirerei avanti pensando alla pensione. Non voglio correre questo rischio. Baggio, lei finora è stato un grande fenomeno incompiuto. Ci dica una buona ragione per cui dovremmo crederle quest'anno. Perché ho già fatto qualcosa di buono e perché sono maturato. Trasferirsi, avere una figlia, entrare in un meccanismo com'è quello della Juve non poteva non segnarmi. E c'è una cosa in più: la fascia di capitano. Quello è un pezzo di stoffa. Ma ti cambia. Ti piomba addosso una responsabilità che non avevi perché diventi un punto di riferimento per gli altri. Quando ti guardano per chiederti cosa fare e non puoi restare come un baccalà o girarti dall'altra parte. Eppure lei, il capitano della Juve, non riesce a levarsi dalla pelle la patina della fiorentinità. Strano, no? Dice per quanto è successo a StVincent? Ho ricevuto decine di lettere di tifosi che mi invitavano a non dar retta a quella gente. E' l'ultima volta che parlo di questa cosa e voglio portarle un esempio: due anni fa venne Zoff a Torino con la Lazio e furono baci e abbracci, gli regalarono anche la sciarpa della Juve. Fu commovente. Andai io a Firenze, successe lo stesso e per qualcuno fu come se avessi tradito la Juve. Ma perché? E cosa avrebbero dovuto fare i tifosi laziali a Zoff? Sono dell'idea che lo sport va vissuto con sentimento. Torniamo al campionato. Sente che sarà l'anno suo? Vorrei che lo fosse. Mi pesa l'obbligo di inseguire un obiettivo che non ho mai raggiunto. Non ho mai vinto nulla, questa è la verità. E vedo in chi ha vinto una sicurezza che non ho: forse basterebbe rompere il ghiaccio. Forse. Ma la domanda è: riuscirà a romperlo o ci adageremo sul Milan? E perché non su qualcun altro? Attenzione perché quest'anno può scapparci la novità, tutti hanno cambiato in meglio, anche se i rapporti di forza sono ancora a favore del Milan. Ho indicato la Lazio tra quelle che lotteranno per lo scudetto, ma potrei fare altri nomi. Voi in cosa siete cambiati? Nella fantasia, che è cresciuta in attacco, e nella personalità. Chi è arrivato la possedeva, quelli che c'erano possono specchiarsi nei nuovi e acquistarla. Anche lei? Sì. Ho sempre detto che non si è leader se non si ha in squadra gente intelligente e di personalità. Nella Juve questi giocatori ci sono. E si può essere leader. Quanto conta avere un Vialli in squadra? Per tutta la Juve significa possedere un campione in più. Per me è come se avessi trovato un sosia sul quale si scaricano metà delle attenzioni, delle responsabilità e delle tensioni che erano mie. Lei sbandiera la fantasia juventina. Ma l'anno scorso hanno vinto quelli che arrivavano al gol con l'organizzazione di gioco: il Milan, il Parma. E allora? C'è un errore. Il Milan sarà anche organizzato, ma vuol dire che i gol di Van Basten non vengono dalla fantasia? Si può preparare molto, quasi tutto nel calcio. Ma i gol, che sono la sostanza, vengono dall'improvvisazione di chi possiede il talento. E di chi sa essere spietato. Il Milan che segna sei volte a Terni lo è più della Juve. Benissimo. Se segna tanto, mi diverto a guardare le sintesi in tv. Tuttavia sarà sempre così? Questo è un quiz per il campionato che il Milan, contro il Foggia, può iniziare con meno fatica e più gol di voi. Io so invece di un MUan-Ascoli che alla prima giornata finì 0-1. Segnò Barbuti. Ricorda?». Marco Ansaldo fak. HO* ■' > è sicuro: «Con questi compagni posso diventare il leader della juve» Baggio: sento che sarà il mio anno Il capitano inizia la sua terza stagione in bianconero soffrendo per un dolore al piede sinistro che lo obbliga a zoppicare Baggio: sento che sarà il mio anno «Dividerò con Vialli tensioni e responsabilità» CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO ((Accidenti a questa scarpa stretta. Non la sopporto più, mi si sta formando una vescica. Guarda cosa mi doveva capitare: è la vigilia del campionato e devo camminare zoppo». In un angolo della zona imbarchi di Caselle, in partenza per Cagliari, Roberto Baggio si massaggia il piedino sinistro, il meno prezioso, ma pur sempre un'appendice di se stesso che vale dai tre miliardi in su. Si è tolto la scarpa della divisa sociale, marrone, cesellata e costosa, con un gesto di insofferenza contadina. Così facevano probabilmente i suoi nonni con gli scarpini di vernice dopo i balli sulla piazza di Caldogno. Prova, riprova. Carnmina strisciando il piede che schiaccia l'orlo della scarpa, come se fosse una ciabatta. Arriva fino all'aereo rimpiangendo di non poter cominciare il campionato in scarpe da tennis, che sarebbe anche un modo per rendere informale la domenica dell'avvio. «Invece c'è questo clima da primo giorno di guerra, come se da domani il mondo non fosse più lo stesso». Una partenza casual, insomma. Un approccio in jeans. Impossibile. Tutto conta, nel primo giorno. Sull'aereo, nella fila nobile, c'è persino Boniperti, che in altre trasferte arriva all'ultimo momento: «Roberto, dopo ci dobbiamo parlare», gli dice mentre il Codino scivola verso un posto defilato. Captiamo la battuta: cos'è, presidente (Boniperti ci tiene, gli suona falso quel ruolo di amministratore delegato), cos'è, vuole fargli firmare il rinnovo del contratto? «No, son cose nostre», ribatte. Appunto. «Questa storia del contratto dice Baggio - a voi sembra essenziale, per me è un dettaglio. E poi la firma appaga. Perciò non voglio un contratto di cinque anni, ma di due o tre». E se, invece, non volesse impegnarsi a lungo per non perdere un'occasione migliore? La solita dietrologia. Se firmassi per cinque anni sarei già sicuro di uno stipendio fino a trenta. E allora potrei fregarmene di certi sacrifici. Tirerei avanti pensando alla pensione. Non voglio correre questo rischio. Baggio, lei finora è stato un grande fenomeno incompiuto. Ci dica una buona ragione per cui dovremmo crederle quest'anno. Perché ho già fatto qualcosa di buono e perché sono maturato. Trasferirsi, avere una figlia, entrare in un meccanismo com'è quello della Juve non poteva non segnarmi. E c'è una cosa in più: la fascia di capitano. Quello è un pezzo di stoffa. Ma ti cambia. Ti piomba addosso una responsabilità che non avevi perché diventi un punto di riferimento per gli altri. Quando ti guardano per chiederti cosa fare e non puoi restare come un baccalà o girarti dall'altra parte. Eppure lei, il capitano della Juve, non riesce a levarsi dalla pelle la patina della fiorentinità. Strano, no? Dice per quanto è successo a StVincent? Ho ricevuto decine di lettere di tifosi che mi invitavano a non dar retta a quella gente. E' l'ultima volta che parlo di questa cosa e voglio portarle un esempio: due anni fa venne Zoff a Torino con la Lazio e furono baci e abbracci, gli regalarono anche la sciarpa della Juve. Fu commovente. Andai io a Firenze, successe lo stesso e per qualcuno fu come se avessi tradito la Juve. Ma perché? E cosa avrebbero dovuto fare i tifosi laziali a Zoff? Sono dell'idea che lo sport va vissuto con sentimento. Torniamo al campionato. Sente che sarà l'anno suo? Vorrei che lo fosse. Mi pesa l'obbligo di inseguire un obiettivo che non ho mai raggiunto. Non ho mai vinto nulla, questa è la verità. E vedo in chi ha vinto una sicurezza che non ho: forse basterebbe rompere il ghiaccio. Forse. Ma la domanda è: riuscirà a romperlo o ci adageremo sul Milan? E perché non su qualcun altro? Attenzione perché quest'anno può scapparci la novità, tutti hanno cambiato in meglio, anche se i rapporti di forza sono ancora a favore del Milan. Ho indicato la Lazio tra quelle che lotteranno per lo scudetto, ma potrei fare altri nomi. Voi in cosa siete cambiati? Nella fantasia, che è cresciuta in attacco, e nella personalità. Chi è arrivato la possedeva, quelli che c'erano possono specchiarsi nei nuovi e acquistarla. Anche lei? Sì. Ho sempre detto che non si è leader se non si ha in squadra gente intelligente e di personalità. Nella Juve questi giocatori ci sono. E si può essere leader. Quanto conta avere un Vialli in squadra? Per tutta la Juve significa possedere un campione in più. Per me è come se avessi trovato un sosia sul quale si scaricano metà delle attenzioni, delle responsabilità e delle tensioni che erano mie. Lei sbandiera la fantasia juventina. Ma l'anno scorso hanno vinto quelli che arrivavano al gol con l'organizzazione di gioco: il Milan, il Parma. E allora? C'è un errore. Il Milan sarà anche organizzato, ma vuol dire che i gol di Van Basten non vengono dalla fantasia? Si può preparare molto, quasi tutto nel calcio. Ma i gol, che sono la sostanza, vengono dall'improvvisazione di chi possiede il talento. E di chi sa essere spietato. Il Milan che segna sei volte a Terni lo è più della Juve. Benissimo. Se segna tanto, mi diverto a guardare le sintesi in tv. Tuttavia sarà sempre così? Questo è un quiz per il campionato che il Milan, contro il Foggia, può iniziare con meno fatica e più gol di voi. Io so invece di un MUan-Ascoli che alla prima giornata finì 0-1. Segnò Barbuti. Ricorda?». Marco Ansaldo fak. HO* ■' > è sicuro: «Con questi compagni posso diventare il leader della juve»

Luoghi citati: Cagliari, Caldogno, Firenze, Lazio, Torino