Il «Campiello» a Maldini, davanti a Malerba di Sergio Maldini

Il «Campiello» a Maldini, davanti a Malerba 130 anni del premio veneziano fra la serata a Palazzo Ducale e tante feste sulla Laguna Il «Campiello» a Maldini, davanti a Malerba Terza la Morazzoni, quarto Siciliano, quinto Doninelli VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Si scioglie l'incantesimo femminile, dopo quattro stagioni il Supercampiello va a uno scrittore. Sergio Maldini, autore di La casa a Nord-Est (Marsilio), si è imposto con 84 voti. Ma fino al termine lo hanno contrastato, dando spesso l'impressione di poterlo superare, Luigi Malerba [Le pietre volanti, Rizzoli), 67 voti, e Marta Morazzoni [Casa materna, Longanesi), 50 voti. Quarto Enzo Siciliano con Carta blu, Mondadori, 31 voti. Quinto Luca Doninelli con La revoca, Garzanti, 15 voti. La casa a NordEst è la storia di un casolare e di un amore ambientata in Friuli, la terra dove Maldini, ex inviato del Resto del Carlino, romano d'adozione, si rifugia sempre più spesso per dimenticare la volgarità della metropoli. Hanno indicato il vincitore del Supercampiello trecento giurati popolari. Non pochi i vip: da Fabio Capello, allenatore del Milan, a Leoluca Orlando, da Lorella Cuccarmi al fotografo Fulvio Roiter. Palazzo Ducale, la dimora del Doge, non ha lesinato candelabri ieri sera per illuminare i trent'anni del Premio Campiello. Ideato dagli industriali veneti, fu battezzato da Edilio Rusconi, la cui casa editrice - ironia della sorte - non ha mai conquistato un alloro. Tra passato e presente, si è mossa la cerimonia. Fra un omaggio ai finalisti dell'edizione 1992 e uno sguardo al passato. La galleria letteraria 1963-1991 sul Canal Grande è cosparsa di volti indelebili: l'ossuto Primo Levi (due volte sul podio, eguagliato soltanto da Sgorlon), il possente Carlo Emilio Gadda, lo spavaldo e randagio Giovanni Alpino, il tenebroso Landolfi, il tormentato Gesualdo Bufalino, la araldica Isabella Bossi Fedrigotti. Il compleanno si è svolto nel segno del Leone di San Marco, affiancato, per l'occasione, dalla ex pantera di Goro, alias Milva la rossa. La cantante plasmata da Maurizio Corgnati e l'attrice impostata da Strehler-Brecht ha interpretato una pagina del primo Campiello [La tregua di Levi) e una poesia lagunare di Ezra Pound, scomparso vent'anni fa a Venezia («Sull'ombra delle acquo/ In questa tua Venezia. /E dinanzi alla santità/ Dell'ombra della tua ancella/ Ho coperto i miei occhi./ 0 Dio delle acque»). In attesa che cominciasse lo spoglio delle schede, due altri prologhi. Ferruccio Amendola, Riccardo Cucciolla, Vittoria Febi, Maria Pia Di Meo e Giuseppe Rinaldi, ovvero le «voci» italiane di Dustin Hoffman, Robert De Niro, Jane Fonda, Paul Newman, hanno letto alcuni brani dei romanzi finalisti. E gli «Interpreti Veneziani» hanno onorato il violino di Giuseppe Tartini, un Amati del 1740 che secondo la leggenda ispirò al maestro «il trillo del diavolo». Note di tre secoli fa per ovattare l'imbarazzo dei «cinque», un po' impagliati, nonostante due pomeriggi di prove (disturbati, a dire il vero, da un fortunale e dalla corte «stile Settecento» di Maldini a Milva). Un borghese gentiluomo, il vincitore, strappato al suo friulano giardino terrestre. Algida, professorale, ma qua e là irrequieta e simpatica come una liceale, Marta Morazzoni. Dandy con garbo Enzo Siciliano. Stupito, forse incredulo come chi è appena calato da un'astronave, Luigi Malerba. Impavido, forte com'è dell'assoluta stima di Citati-Testori-Pampaloni, Luca Doninelli. Al microfono, il collaudato presentatore del Campiello, Claudio Angelini, l'ex segugio di Cossiga che, dietro le quinte, ha confermato le offerte Fininvest («Emilio Fede mi vuole, deciderò a giorni»). Sul palco, un'assenza di rilievo: Carlo Azeglio Ciampi, presidente della giuria dei critici, in trincea a difendere la lira (e, quindi, pure il potere d'acquisto dei dieci milioni andati al supervincitore). In platea un quadro d'Italia nota: i presidenti Spadolini (Senato), Abete (Confindustria), Pedullà (Rai), Bazoli (Banco Ambroveneto) e poi Giuliano Montaldo, Ruggero Orlando, Vittorio Sgarbi, Luca Formenton e Leonardo Mondadori. Spento il tabellone elettronico, esaurita la tensione per il verdetto, via alla festa dei trent'anni. Il Campiello per la verità è stato tutto un succedersi di feste. Si è partiti con il buffet riservato ai finalisti, venerdì sera nel palazzo della contessa Ferri, dimora che ha ospitato la regina madre d'Inghilterra. Quindi la non meno esclusiva colazione di ieri al Cipriani, per la regia della Mondadori (Luca Formenton e Silvio Berlusconi). Ma la festa più sfarzosa è stata l'ultima. Sui vaporetti i millecinquecento invitati hanno raggiunto le Zitelle, alla Giudecca, dove erano stati allestiti 180 tavoli. Ricevimento a lume di candela, al riparo di gazebo raffinati e arcimboldeschi (i trionfi di frutta che li inghirlandavano) e dalle tende color bianco crema. Intonati invece al color Campiello, rosa vinaccia, i tailleur Anni Sessanta delle hostess. Cento camerieri hanno servito un menù veneziano firmato «Eligio Patiès» dei Do Forni: aperitivo Campiello (melone e Brut Ferrari), medaglioni di aragosta, risotto di scampi, pennette alla Tiziano, rombo dei Do Mori, dolce «di fine estate». I vini: dal Pinot Grigio Valadige al bianco di Custoza, dal Tocai al Sauvignon, all'Asti spumante. A mezzanotte, il brindisi agli scrittori e ai centocinquanta libri dei trent'anni. Quindi tutti in vaporetto verso casa, a radunare energie per l'odierna Regata storica abbinata alla miliardaria lotteria di Venezia (duemila milioni al Gastone settembrino). Un viaggio tra le magie che dettarono a Ezra Pound la litania notturna: «0 Dio, quale grande bontà/ abbiamo compiuta in passato/ e scordata,/ Da donare a noi questa meraviglia,/ O Dio delle acque?». • Bruno Quaranta Ha vinto una storia ambientata in Friuli Un pubblico di vip con dive e campioni una rba lli Qui accanto Luca Doninelli, il più giovane scrittore della cinquina. Nella foto piccola a destra Enzo Siciliano Nella foto grande, i primi tre classificati. Da sinistra, Luigi Malerba, Marta Morazzoni e il supervincitore del Campiello Sergio Maldini Il «Campiello» a Maldini, davanti a Malerba 130 anni del premio veneziano fra la serata a Palazzo Ducale e tante feste sulla Laguna Il «Campiello» a Maldini, davanti a Malerba Terza la Morazzoni, quarto Siciliano, quinto Doninelli VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Si scioglie l'incantesimo femminile, dopo quattro stagioni il Supercampiello va a uno scrittore. Sergio Maldini, autore di La casa a Nord-Est (Marsilio), si è imposto con 84 voti. Ma fino al termine lo hanno contrastato, dando spesso l'impressione di poterlo superare, Luigi Malerba [Le pietre volanti, Rizzoli), 67 voti, e Marta Morazzoni [Casa materna, Longanesi), 50 voti. Quarto Enzo Siciliano con Carta blu, Mondadori, 31 voti. Quinto Luca Doninelli con La revoca, Garzanti, 15 voti. La casa a NordEst è la storia di un casolare e di un amore ambientata in Friuli, la terra dove Maldini, ex inviato del Resto del Carlino, romano d'adozione, si rifugia sempre più spesso per dimenticare la volgarità della metropoli. Hanno indicato il vincitore del Supercampiello trecento giurati popolari. Non pochi i vip: da Fabio Capello, allenatore del Milan, a Leoluca Orlando, da Lorella Cuccarmi al fotografo Fulvio Roiter. Palazzo Ducale, la dimora del Doge, non ha lesinato candelabri ieri sera per illuminare i trent'anni del Premio Campiello. Ideato dagli industriali veneti, fu battezzato da Edilio Rusconi, la cui casa editrice - ironia della sorte - non ha mai conquistato un alloro. Tra passato e presente, si è mossa la cerimonia. Fra un omaggio ai finalisti dell'edizione 1992 e uno sguardo al passato. La galleria letteraria 1963-1991 sul Canal Grande è cosparsa di volti indelebili: l'ossuto Primo Levi (due volte sul podio, eguagliato soltanto da Sgorlon), il possente Carlo Emilio Gadda, lo spavaldo e randagio Giovanni Alpino, il tenebroso Landolfi, il tormentato Gesualdo Bufalino, la araldica Isabella Bossi Fedrigotti. Il compleanno si è svolto nel segno del Leone di San Marco, affiancato, per l'occasione, dalla ex pantera di Goro, alias Milva la rossa. La cantante plasmata da Maurizio Corgnati e l'attrice impostata da Strehler-Brecht ha interpretato una pagina del primo Campiello [La tregua di Levi) e una poesia lagunare di Ezra Pound, scomparso vent'anni fa a Venezia («Sull'ombra delle acquo/ In questa tua Venezia. /E dinanzi alla santità/ Dell'ombra della tua ancella/ Ho coperto i miei occhi./ 0 Dio delle acque»). In attesa che cominciasse lo spoglio delle schede, due altri prologhi. Ferruccio Amendola, Riccardo Cucciolla, Vittoria Febi, Maria Pia Di Meo e Giuseppe Rinaldi, ovvero le «voci» italiane di Dustin Hoffman, Robert De Niro, Jane Fonda, Paul Newman, hanno letto alcuni brani dei romanzi finalisti. E gli «Interpreti Veneziani» hanno onorato il violino di Giuseppe Tartini, un Amati del 1740 che secondo la leggenda ispirò al maestro «il trillo del diavolo». Note di tre secoli fa per ovattare l'imbarazzo dei «cinque», un po' impagliati, nonostante due pomeriggi di prove (disturbati, a dire il vero, da un fortunale e dalla corte «stile Settecento» di Maldini a Milva). Un borghese gentiluomo, il vincitore, strappato al suo friulano giardino terrestre. Algida, professorale, ma qua e là irrequieta e simpatica come una liceale, Marta Morazzoni. Dandy con garbo Enzo Siciliano. Stupito, forse incredulo come chi è appena calato da un'astronave, Luigi Malerba. Impavido, forte com'è dell'assoluta stima di Citati-Testori-Pampaloni, Luca Doninelli. Al microfono, il collaudato presentatore del Campiello, Claudio Angelini, l'ex segugio di Cossiga che, dietro le quinte, ha confermato le offerte Fininvest («Emilio Fede mi vuole, deciderò a giorni»). Sul palco, un'assenza di rilievo: Carlo Azeglio Ciampi, presidente della giuria dei critici, in trincea a difendere la lira (e, quindi, pure il potere d'acquisto dei dieci milioni andati al supervincitore). In platea un quadro d'Italia nota: i presidenti Spadolini (Senato), Abete (Confindustria), Pedullà (Rai), Bazoli (Banco Ambroveneto) e poi Giuliano Montaldo, Ruggero Orlando, Vittorio Sgarbi, Luca Formenton e Leonardo Mondadori. Spento il tabellone elettronico, esaurita la tensione per il verdetto, via alla festa dei trent'anni. Il Campiello per la verità è stato tutto un succedersi di feste. Si è partiti con il buffet riservato ai finalisti, venerdì sera nel palazzo della contessa Ferri, dimora che ha ospitato la regina madre d'Inghilterra. Quindi la non meno esclusiva colazione di ieri al Cipriani, per la regia della Mondadori (Luca Formenton e Silvio Berlusconi). Ma la festa più sfarzosa è stata l'ultima. Sui vaporetti i millecinquecento invitati hanno raggiunto le Zitelle, alla Giudecca, dove erano stati allestiti 180 tavoli. Ricevimento a lume di candela, al riparo di gazebo raffinati e arcimboldeschi (i trionfi di frutta che li inghirlandavano) e dalle tende color bianco crema. Intonati invece al color Campiello, rosa vinaccia, i tailleur Anni Sessanta delle hostess. Cento camerieri hanno servito un menù veneziano firmato «Eligio Patiès» dei Do Forni: aperitivo Campiello (melone e Brut Ferrari), medaglioni di aragosta, risotto di scampi, pennette alla Tiziano, rombo dei Do Mori, dolce «di fine estate». I vini: dal Pinot Grigio Valadige al bianco di Custoza, dal Tocai al Sauvignon, all'Asti spumante. A mezzanotte, il brindisi agli scrittori e ai centocinquanta libri dei trent'anni. Quindi tutti in vaporetto verso casa, a radunare energie per l'odierna Regata storica abbinata alla miliardaria lotteria di Venezia (duemila milioni al Gastone settembrino). Un viaggio tra le magie che dettarono a Ezra Pound la litania notturna: «0 Dio, quale grande bontà/ abbiamo compiuta in passato/ e scordata,/ Da donare a noi questa meraviglia,/ O Dio delle acque?». • Bruno Quaranta Ha vinto una storia ambientata in Friuli Un pubblico di vip con dive e campioni una rba lli Qui accanto Luca Doninelli, il più giovane scrittore della cinquina. Nella foto piccola a destra Enzo Siciliano Nella foto grande, i primi tre classificati. Da sinistra, Luigi Malerba, Marta Morazzoni e il supervincitore del Campiello Sergio Maldini