Intini: noi malati? Come tutti i partiti
Intini: noi malati? Come tutti i partiti Intini: noi malati? Come tutti i partiti ROMA. Onorevole Intini, che cosa sta succedendo nel psi? Succede che si manifestano posizioni politiche diverse, con divisioni tuttavia molto meno profonde che nel pds o nella de. La de è in crisi da mesi e ha ormai, con Segni, un partito nel partito. Il pds è in cerca di identità, diviso tra socialisti democratici, comunisti e confusionari. Nel psi ci sono idee diverse su tre punti: governo, legge elettorale, alleanze. Ma la questione morale sta spaccando il gruppo diri- Sente craxiano che semrava indistruttibile. Lei di quel gruppo fa parte da sempre, conosce uomini, situazioni, segreti. Cosa prova oggi a leggere l'addio di Martelli a Craxi? «Addio» è il linguaggio dei titoli di giornale, non della politica. Una questione morale può dividere dalle persone ritenute disoneste quelle che per ipocrisia, per fondata convinzione, o per infame strumentalizzazione le indicano come disoneste. I dirigenti socialisti, salvo rare eccezioni, si comportano con rispetto e lealtà reciproca, pur nel dissenso politico. Non ci possono essere lacerazioni morali tra i compagni che si conoscono e frequentano da decenni. Ci possono essere e ci sono opinioni diverse. Che tuttavia, nell'ultima direzione, e cioè nella sede più opportuna, non sono emerse. Martelli ha detto che i corsivi di Craxi sull'Avanti contro Di Pietro sono un errore. Cosa risponde? Martelli è il ministro della Giustizia, io no. Una democrazia è tale se tutti i suoi poteri, compreso quello giudiziario, sono soggetti a critica e contestazione. E' tale se la stampa esercita il suo ruolo di contropotere nei confronti di tutti, senza arrestare il suo spirito critico sulle soglie dei palazzi di Giustizia. Non tutto ciò che fa la magistratura milanese convince e infatti la Cassazione ha già definito illegale uno dei suoi comportamenti, quello nei confronti del dirigente del gruppo Fiat Papi. La verità e la giustizia si alimentano con un clima di libertà, non con un clima da caccia alle streghe, dove ogni interrogativo e dissenso viene criminalizzato e costituisce scandalo. Il ministro della Giustizia giudica l'inchiesta sulle tangenti «salutare» e invita Craxi a chiarire le accuse a Di Pietro. Lo farà? Anch'io giudico l'inchiesta salutare e giudico salutare che fior di ladroni siano smasche- rati. Non è salutare invece indicare, come fa Giorgio Bocca, il sistema democratico come un regime e chiedere che le inchieste delegittimino e scardinino tale sistema con umiliazioni simboliche per alcuni suoi dirigenti. Ricordo che anche l'inchiesta sullo scandalo di Savona fu applaudita incondizionatamente: e infatti colpì a ragione un grave malcostume esistente. Ma, svanito il furore della crociata, si scoprì che dirigenti socialisti completamente innocenti erano stati in carcere due anni. A ciò porta un clima improprio di politicizzazione. Martelli dice che deve riscattare l'onore dei socialisti, perché dopo 16 anni il psi è ancora «malato nel sangue». E' così? E' malato il psi, lo è la democrazia italiana, lo sono tutti i partiti. Il contrasto non è tra chi vuole cambiare e chi vuole conservare. Il contrasto è tra chi vuole cambiare e chi vuole cancellare i partiti. Io sono per cambiarli. Meno gestione e più politica. Meno occupazione della società civile e più idee. Ma l'Europa sarà costruita non dai furori «antipartitocratici», bensì da tre grandi partiti europei: socialisti, conservatori e liberaldemocratici. Cancellati i partiti, la società si disgregherebbe. L'ultima accusa: Craxi «non deve diventare lui un problema»: è un invito a lasciare la segreteria? Craxi è un problema, certo. In una classe dirigente dei partiti democratici spesso passiva e inetta, è un pilastro da abbattere. Per questo, si accanisce contro di lui l'aggressione del localismo, del lobbismo e del corporativismo sopra ricordati. Perché lo considerano non un problema, ma «il» problema principale. Si cerca di aggregare contro il sistema un fascio di forze disomogenee, ma aggressive e dinamiche. Attenzione, perché questo fascio può diventare una forma nuova di fascismo. L'imbarbarimento della lotta politica italiana e della polemica - quello che ha ucciso Sergio Moroni - è un segnale inquietante, [g. 1. s.] II socialista Ugo Intini «In una classe dirigente spesso passiva e inetta, Craxi è un pilastro da abbattere» Intini: noi malati? Come tutti i partiti Intini: noi malati? Come tutti i partiti ROMA. Onorevole Intini, che cosa sta succedendo nel psi? Succede che si manifestano posizioni politiche diverse, con divisioni tuttavia molto meno profonde che nel pds o nella de. La de è in crisi da mesi e ha ormai, con Segni, un partito nel partito. Il pds è in cerca di identità, diviso tra socialisti democratici, comunisti e confusionari. Nel psi ci sono idee diverse su tre punti: governo, legge elettorale, alleanze. Ma la questione morale sta spaccando il gruppo diri- Sente craxiano che semrava indistruttibile. Lei di quel gruppo fa parte da sempre, conosce uomini, situazioni, segreti. Cosa prova oggi a leggere l'addio di Martelli a Craxi? «Addio» è il linguaggio dei titoli di giornale, non della politica. Una questione morale può dividere dalle persone ritenute disoneste quelle che per ipocrisia, per fondata convinzione, o per infame strumentalizzazione le indicano come disoneste. I dirigenti socialisti, salvo rare eccezioni, si comportano con rispetto e lealtà reciproca, pur nel dissenso politico. Non ci possono essere lacerazioni morali tra i compagni che si conoscono e frequentano da decenni. Ci possono essere e ci sono opinioni diverse. Che tuttavia, nell'ultima direzione, e cioè nella sede più opportuna, non sono emerse. Martelli ha detto che i corsivi di Craxi sull'Avanti contro Di Pietro sono un errore. Cosa risponde? Martelli è il ministro della Giustizia, io no. Una democrazia è tale se tutti i suoi poteri, compreso quello giudiziario, sono soggetti a critica e contestazione. E' tale se la stampa esercita il suo ruolo di contropotere nei confronti di tutti, senza arrestare il suo spirito critico sulle soglie dei palazzi di Giustizia. Non tutto ciò che fa la magistratura milanese convince e infatti la Cassazione ha già definito illegale uno dei suoi comportamenti, quello nei confronti del dirigente del gruppo Fiat Papi. La verità e la giustizia si alimentano con un clima di libertà, non con un clima da caccia alle streghe, dove ogni interrogativo e dissenso viene criminalizzato e costituisce scandalo. Il ministro della Giustizia giudica l'inchiesta sulle tangenti «salutare» e invita Craxi a chiarire le accuse a Di Pietro. Lo farà? Anch'io giudico l'inchiesta salutare e giudico salutare che fior di ladroni siano smasche- rati. Non è salutare invece indicare, come fa Giorgio Bocca, il sistema democratico come un regime e chiedere che le inchieste delegittimino e scardinino tale sistema con umiliazioni simboliche per alcuni suoi dirigenti. Ricordo che anche l'inchiesta sullo scandalo di Savona fu applaudita incondizionatamente: e infatti colpì a ragione un grave malcostume esistente. Ma, svanito il furore della crociata, si scoprì che dirigenti socialisti completamente innocenti erano stati in carcere due anni. A ciò porta un clima improprio di politicizzazione. Martelli dice che deve riscattare l'onore dei socialisti, perché dopo 16 anni il psi è ancora «malato nel sangue». E' così? E' malato il psi, lo è la democrazia italiana, lo sono tutti i partiti. Il contrasto non è tra chi vuole cambiare e chi vuole conservare. Il contrasto è tra chi vuole cambiare e chi vuole cancellare i partiti. Io sono per cambiarli. Meno gestione e più politica. Meno occupazione della società civile e più idee. Ma l'Europa sarà costruita non dai furori «antipartitocratici», bensì da tre grandi partiti europei: socialisti, conservatori e liberaldemocratici. Cancellati i partiti, la società si disgregherebbe. L'ultima accusa: Craxi «non deve diventare lui un problema»: è un invito a lasciare la segreteria? Craxi è un problema, certo. In una classe dirigente dei partiti democratici spesso passiva e inetta, è un pilastro da abbattere. Per questo, si accanisce contro di lui l'aggressione del localismo, del lobbismo e del corporativismo sopra ricordati. Perché lo considerano non un problema, ma «il» problema principale. Si cerca di aggregare contro il sistema un fascio di forze disomogenee, ma aggressive e dinamiche. Attenzione, perché questo fascio può diventare una forma nuova di fascismo. 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