Altafini va in gol, anzi golasso
Altafini va in gol, anzi golasso José pronto alla nuova stagione tv: ne ha per tutti, dalla Panetti a Mosca e Agroppi Altafini va in gol, anzi golasso FTORINO ORSE non ha scoperto il segreto dell'eterna giovinezza, ma bisogna ammettere che José Altafini porta piuttosto bene i suoi 54 anni. Non beve, non fuma, gioca a tennis ogni giorno e segue una dieta rigorosissima: tantissima frutta, niente carne, poca pasta. Unica trasgressione i gelati, di cui è goloso come un bambino. Domani riparte per una nuova avventura televisiva. Lui, ex fuoriclasse del pallone, da quattordici anni si destreggia senza problemi anche davanti alla telecamera. L'esordio a Telealtomilanese, poi dall'80 è diventato un punto fermo di Telemontecarlo, che ha tradito soltanto nell'84 per fare la «spalla» a Biscardi nel «Processo». Non fu un trionfo quello accanto al re dello «sgub», ma un'esperienza utile sì. Perché gli fece capire che era meglio battere in ritirata e tornare ai più tranquilli lidi della tivù monegasca, con cui ha rinnovato un contratto per i prossimi tre anni. E allora Altafini, forza con qualche pettegolezzo. Cominciamo dalla Parietti, ovvero oltre le gambe niente. «Con Alba ho fatto due anni di Galagoal più una trasmissione durante il Mondiale del '90 che fu un fiasco clamoroso. Già allora risparmiava sulla stoffa dei suoi abiti. Un giorno si presentò con un vestitino corto e pure trasparente. Il regista le fece notare che si vedevano le mutandine e le chiese di cambiarsi. Alba cambiò. Nel senso che si tolse le mutandine». Gol, anzi golasso, e palla al centro. Ma è vero che la modestia non è mai stata la dote migliore della Parietti? «Le piace atteggiarsi a diva fatale, prendersi gioco di tutti. Ma non ha un grande senso dell'umorismo, né della misura. Fra di noi c'è sempre stato un simpatico scambio di battute, fino a quando ha cominciato ad andare sul pesante e una volta mi ha chiamato cariatide. Grazie, no. Io so stare al gioco, ma quando si esagera, chiudo. Da quel momento soltanto buongiorno e buonasera». Anzi, addio, visto che Alba Parietti quest'anno non ci sarà più a Galagoal. «Forse ci rimarranno male quelli che facevano a pugni per essere ospiti nei nostri studi. La gente arrivava prima della trasmissione e voleva sapere che vestito aveva lei. Io mi divertivo. Siete capitati nella puntata sbagliata, dicevo, stasera ha i pantaloni. Ma Galagoal continua, lo sport pure. Gli sponsor non ci hanno abbandonati. Carolina Morace è una ragazza intelligente, spigliata e competente. E resterà anche il premio 'golasso'. A proposito: in Italia l'ho portata io questa parola brasiliana, un modo simpatico per definire non un gol, ma un super gol. Purtroppo sono stato frainteso, così un signore mi ha telefonato dicendomi che in televisione le parolacce non si dicono...». Oggi fare dell'umorismo senza sconfinare nella volgarità è sempre più difficile, anche quando di mezzo c'è il calcio. «Ormai trionfa il cafone, chi urla ed insulta di più ha ragione. Io ho sempre scelto la strada dell'ironia, per questo mi trovo bene a Telemontecarlo dove si cerca di sdrammatizzare. Il mio modello è stato Beppe Viola». Sconfiniamo. Una parolina buona per Maurizio Mosca non la negherà. «Mosca è lo Sgarbi dello sport. Con la differenza che Sgarbi è intelligente, mentre Mosca è un bravo giornalista di boxe. Capito il senso? Il calcio non è cosa per lui. Al tifoso piace sorridere, ma la pantomima è insopportabile. Purtroppo in nome dell'audience si vede di tutto. Anche Moana Pozzi che va a letto con Paolo Villaggio tra un gol di Roberto Baggio e uno di Van Basten. E vi raccomando certe idee ridicole come la classifica alla moviola. Ma quel Pistocchi dell'Appello del Martedì, con che diritto sputa sentenze? Ci sono in giro troppi giovani presuntuosi». Qui finisce che rivalutano Aldo Biscardi. «Proprio così. Aldo ha aperto una strada, poi gli altri sono andati fuori strada. Adesso vedremo cosa faranno lui e Mosca insieme. Speriamo che Biscardi riesca a mettergli la museruola». Perso Mosca, la Fininvest ha ingaggiato Agroppi. «Ecco un altro che cerca la facile popolarità parlando male di tutti. La sua fortuna è di vivere in un'e- poca in cui la libertà di parola regna assoluta». Visto che è più in forma di quando segnava gol a raffica, dedichiamo un pensierino a qualcun altro. Faccia lei. «I telecronisti della Fininvest. Pochi commenti tecnici, tante parole senza senso. E poi quei soprannomi: Rambo Koeman, Tarzan Annoni, Tyson Perazzi. E àncora: carica il destro, scarica il sinistro, pericolooo. E' calcio, non guerre stellari. Ci vuole maggior equilibrio. Luigi Colombo e io siamo stati i primi a introdurre le telecronache del calcio a due voci. Oggi ho un sogno: io e Bulgarelli davanti al microfono in uno stadio, senza giornalisti». Il mondo della tivù commosso ringrazia. Allora non si salva proprio nessuno? «Uno bravo c'è: Raimondo Vianello. Ecco una persona equilibrata, che non sputa sentenze e che riesce sempre a strappare un sorriso». Fabio Vergnano José Altafini pizzica tutti: Mosca non sa di calcio, Agroppi cerca facile popolarità, la Parietti risparmia solo nella stoffa degli abiti
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