E Mister Salvezza ci prova ancora di Angelo Caroli
E Mister Salvezza ci prova ancora Riparte da Cagliari la corsa di Mazzone verso lo scudetto dei poveri: non scendere in B E Mister Salvezza ci prova ancora «La lite con Vietili? Acqua passata» CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO Così grande e grosso, una montagna di simpatia e di elettricità. E' Carletto Mazzone, imo della vecchia guardia che non cede. Ha 55 anni, è vissuto e cresciuto nella sofferenza. Le sue panchine puzzano spesso di bruciato, i sogni per lui fanno rima con bisogni: quando mai ha potuto inseguire ambizioni di scudetto! Perciò si sente in ostaggio di un'idea ossessiva: salvarsi. Gli è sempre toccato guardarsi nello specchio e dire: rimboccati le maniche, suda e soffri. In giugno doveva andare al Genoa, voleva provare qualcosa di più grande, ma a Cagliari lo hanno ricoperto di coccole, gli hanno promesso di non vendergli Fonseca, lui ha ceduto. Dopodiché gli Orni hanno passato la mano, e il nuovo presidente Cellino ha lasciato andare l'uruguaiano. Ricominciano le sofferenze, sussulta la sua panchina, partono urla e strepiti. E insulti? Spesso le sue parole paiono frecce al curaro. Dicerie fasulle, l'immagine di Mazzone è un'altra. In passato ci sono stati malintesi, son nati luoghi comuni. In partita mi limito a ricordare ai ragazzi che cosa devono fare, non siedo su panchine illustri, il mio dovere è tenere sempre sveglia l'attenzione dei giocatori, entro nel personaggio. Non ho solo Francescoli e Matteoli: alcuni vengono dalla CI, bravi ma devono fare esperienza, hanno bisogno di incoraggiamenti. Ogni partita per me è decisiva, rischio sempre le coronarie, arrivo al lunedì a pezzi. Ci risiamo con l'ombra della B o prevede mare calmo? Mi auguro che quest'anno il Cagliari mi tiri fuori dall'inferno con anticipo, chiedo di soffrire di meno, non di gioire di più. Ma ci salveremo, la squadra è composta da gente seria e valida. Il campionato è spaccato in due, anche una certa provincia si è evoluta, più organizzata, dunque altre sofferenze in arrivo. Dopo Firenze, nessun grosso club ha più pensato a lei. Perché mi hanno appioppato questa immagine di uomo che sa solo difendere la serie A e che non vince in A. Dimenticano Coppa Italia, Coppa Italo-inglese, un 3° posto con la Fiorentina, e due promozioni in B e in A. Forse non mi so proporre, la mia faccia è tormentata, buia, disperata. Sono grande, grosso e pelato, e forse per questo pensano che sia un muscolare. Ma cominciano ad arrivare i riconoscimenti, si sono accorti che ho sale in zucca. Non è mai troppo tardi, Boskov a 61 anni è andato alla Roma. Io sono della generazione di Radice, Trap, Bagnoli, Giagnoni. Sapete cosa abbiamo dato al calcio? Pulizia, serietà, onestà. Aspetto e non dispero. E spero di far bene col Cagliari. Domani comincia in salita: c'è subito la Juventus. Salita durissima, io sono un estimatore di Trap, ma non saranno difficoltà di tipo psicologico le nostre. Non mi metto a pensare a Baggio, Platt e Vialli, se no mi viene mal di testa. Io non posso costruirmi questo genere di difficoltà, so che l'Itaha ci osserva, in 45 mila verranno a vederci, non avrò Bresciani e forse Matteoli. Devo piangere? Nemmeno per sogno. Risponderemo con organizzazione in campo, cuore e umiltà, le nostre forze. E' andato via Fonseca ed è arrivato Oliveira... Ho perso un grande campione ed è arrivato un ottimo attaccante, serio, con voglia di sfondare. Mi auguro ci riesca. Perché Fonseca è partito? Fosse dipeso da me non l'avrei lasciato andare. Ma Cellino ha ceduto alle insistenze di Daniel: l'anno prossimo sarebbe stato libero e il Cagliari non avrebbe incassato la stessa cifra. Con Vialli ha avuto un battibecco un anno fa. E ora? Ho 55 anni, posso essere suo padre. Quella fu una giornata particolare, stranissima, ma è acqua passata. Cosa mi aspetto da lui? Quello che lui pensa di fare. Le nuove regole di Casarin sono proprio un guaio? Sono scoppiate piccole polemiche, ma non drammatizzerei. Guardiamo in faccia la realtà: sono norme partorite per movimentare la partita. Il retropas- saggio era diventato una strategia, quante volte ci ho fatto ricorso anch'io! Non era calcio, né spettacolo. Ora ci sarà più gioco e noi addestreremo di più i portieri a giocare con i piedi. Capiterà di rivedere il Cagliari di Gigi Riva? Sì, se nascerà di nuovo un uomo forte e di carisma come lui. Ma forse ci vorranno secoli... Cosa le ha dato il calcio? La farò sorridere: la diplomazia. Che cosa ha dato al calcio? La lealtà, l'entusiasmo, l'onestà. Non ho mai dato vantaggi a nessuno, non ho mai chiesto nulla a nessuno, mi sono sempre giocato tutto a viso aperto. Chi vincerà lo scudetto? Vedo Milan. Poi la Juve che morde il freno, è impaziente e scalpita come un puledro che non vince da tanto. Poi Inter e Parma, una grossa realtà, simpatica e seria, come Scala. Angelo Caroli Cadetto Mazzone ha 55 anni «Vialli? Nessun rancore con lui»
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