In tribunale la vendetta di Carolina

In tribunale la vendetta di Carolina Scrissero che aspettava un figlio, dovranno dare la smentita in copertina In tribunale la vendetta di Carolina Duro smacco ai settimanali rosa tedeschi BONN NOSTRO SERVIZIO Chi di prima pagina colpisce di prima pagina perisce, è il verdetto del giudice tedesco che ha dato ragione a Carolina di Monaco, la quale potrà far stampare sulla copertina dei settimanali Bunte e Freizeit Revue, entrambi appartenenti al potente gruppo editoriale Burda, la smentita alle «rivelazioni» pubblicate negli scorsi mesi dalle due riviste. Una sentenza senza precedenti che rappresenta un duro colpo per la stampa scandalistica tedesca. Finora infatti i giornali si limitavano a confinare le smentite nelle pagine interne o in qualche oscura rubrica dedicata ai lettori. Una bella vendetta per la principessa di Monaco, che dopo aver visto pubblicato un suo imminente matrimonio (che sarebbe dovuto avvenire nel maggio scorso con l'attore francese Vincent Lindon) e un quarto figlio, aveva deciso che quando è troppo è troppo. Lei finora taceva o forse si limitava a qualche timida smentita quando i reporter andavano troppo in là, ma nulla di più. Dopo tutto per un piccolo Principato come Monaco le relazioni pubbliche sono importanti, fanno per così dire parte del gioco. Ma anche per una principessa ci sono dei limiti. Quando il settimanale tedesco Bunte (2,5 milioni di copie) il 19 marzo scorso ha pubbli - cato in copertina una fotografia di Carolina con il volto tirato, annunciando un'intervista in esclusiva nella quale lei parlava per la prima volta dopo la morte di Stefano Casiraghi della «tristezza, dell'odio per il mondo e delle speranze di felicità», ha perso la pazienza. Non aveva concesso nessuna intervista e non aveva in- tenzione di farlo. Stuzzicata nelle sue letture dei settimanali rosa tedeschi, la principessa doveva scoprire ben altre rivelazioni sui suoi piani futuri. Il Goldene Blatt sapeva per certo che la principessa aveva già ordinato un nuovo abito da sposa dallo stilista Karl Lagerfeld, il Neue Blatt scriveva «Carolina: un bebé» e la Freizeit Revue (1,7 milioni di copie), annunciava il matrimonio imminente per maggio e il quarto figlio in arrivo. Il tutto in primissima pagina naturalmente, con tanto di fotografia, salvo poi leggere nelle pagine interne che il decantato scoop altro non erano che le previsioni di un'astrologa, che aveva visto tut¬ to chiarissimamente nelle stelle. Così la principessa ha deciso di partire al contrattacco, con l'aiuto di un giovane avvocato, Matthias Prinz, il quale ha confessato che se la cliente che lottava per i suoi diritti non fosse stata una signora dotata di un notevole patrimonio, molto probabilmente avrebbe rinunciato all'impresa prima ancora di cominciare. Invece così la libertà di stampa è entrata in conflitto giuridico con la libertà personale in diversi tribunali tedeschi. Con una clausola nuova: l'avvocato Prinz chiedeva infatti che alla smentita venisse dato lo stesso rilievo che avevano avuto i presunti scoop. Prinz e la principessa avevano già vinto la causa in sei diversi tribunali contro sei riviste. Solo il gruppo Burda aveva fatto ricorso, lamentandosi che una simile smentita poteva compromettere la vendita di un intero numero. Invece di comprare una rivista con in copertina un antiscoop il pubblico avrebbe certamente preferito cercare altrove qualcosa che appagasse meglio la sua curiosità. Burda era disposta ad un compromesso: richiamo in prima pagina e smentita da leggersi all'interno. Ma Carolina ha tenuto duro e l'ha avuta vinta dopo una sentenza in secondo appello. Anche le spese processuali di 80 milioni di lire saranno a carico del gruppo editoriale tedesco. Francesca Predazzi \ JlflT , dieso» Jahre» LA RIVISTA SOTTO TIRO è il settimanale Bunte che nel numero del 19 marzo pubblicava una foto di Carolina annunciando un'intervista mai concessa sulla tristezza Bunte"-TlteJ von dlem Woche mìt COSI' NON VA Ecco la copertina con la quale Bunte ha cercato di placare l'ira della principessa Per l'avvocato di Carolina non era sufficiente „Burìte"-Tltelf art* Amratt Frim il» mi» Grondar stei!u«fl hsban w*li LA GRANDE VITTORIA Il giudice ha dato ragione al legale della principessa Ecco come l'avvocato Prinz vuole la copertina: una lunga dichiarazione firmata da Carolina