«Era comunista, niente funerali» di Fabio Albanese

«Era comunista, niente funerali» Comiso, accuse al sacerdote: preferisce i mafiosi a chi non ha mai fatto nulla di male «Era comunista, niente funerali» Guerra tra sindaco pds e prete che ha vietato il rito COMISO NOSTRO SERVIZIO Da un lato il pds, dall'altro la chiesa locale, in mezzo un imbarazzante feretro, quello di un militante comunista della prima ora, morto nel suo letto per un tumore e sepolto senza funerale. Giovanni Cobisi ha trascorso !a maggior parte dei suoi 58 anni con una sola fede, quella nella falce e martello. Non ha voluto nemmeno il matrimonio in chiesa. «Un comunista sfegatato», lo definiscono in paese, «uno di quelli che non si è rassegnato nemmeno all'arrivo della Quercia, nemmeno ai cambiamenti e alla caduta del Muro». Cobisi è stato sepolto l'altro giorno, senza un funerale cristiano. Lo ha negato il vicario generale della chiesa di Comiso perché «mai Cobisi aveva pensato a redimersi». E il sindaco della ex «Cruise Town», il pidiessino Salvatore Zago, dice: «Hanno consentito il funerale anche a mafiosi e morti ammazzati, perché negarlo a chi non aveva mai fatto nulla di male?». Una polemica a distanza fra primo cittadino e vertice della chiesa. E, visto che il «no» è stato assoluto, un funerale per il «caro compagno Cobisi» c'è stato ugualmente. Il feretro è stato sistemato in piazza Fonte Diana, il centro del paese, a pochi passi dalla Chiesa madre. «Nessuno può dirci nulla per questo - dicono i militanti amici del defunto - la bara di Giovanni è stata sistemata davanti ad un luogo per noi altamente simbolico». In effetti, baldacchino, candele e feretro sono stati sistemati davanti alla vecchia sede della Lega dei contadini. Lì si è tenuto il funerale civile, con tanto di orazioni funebri. Per ricordare al paese la figura di un militante convinto fino all'ultimo giorno della sua vita, sono arrivati perfino i segretari provinciale e regionale del pds. I due, assieme al sindaco, si sono assunti il compito dell'orazione funebre, mentre le porte della Chiesa madre restavano inesorabilmente chiuse. Nella piazza, una volta luogo-simbolo della lotta pacifista, familiari, amici e compagni di partito hanno ascoltato in silenzio. Qualcuno ha insistentemente guardato il campanile della chiesa. Fino all'ul" timo, forse ricordando proprio uno dei film di don Camillo e Peppone, si è sperato che le campane suonassero a morto. Ma non è successo nulla. E non è stato possibile nemmeno far suonare le campane della torre civica, come nel film, perché non esiste nessuna torre civica munita di campane. Così, la bara del compagno Cobisi è stata portata a spalle fino al cimitero, sotto il sole implacabile di un pomeriggio ancora estivo. In silenzio, senza polemiche, senza clamori. Poi, però, il popolo comunista di Comiso, città «rossa» della provincia di Ragusa, è insorto. «E' stato come aver fatto rivivere gli Anni 50, quelli degli steccati ideologici - ha detto il sindaco - e questo proprio non ci va». «Il funerale religioso non poteva essere celebrato - ha spiegato il vicario generale monsignor Carmelo Tidone me lo impedisce il Codice canonico. E comunque abbiamo rispettato la sua volontà». Il monsignore spiega che Giovanni Cobisi «non aveva voluto redimersi. Era stato avvicinato anche di recente, ma non aveva voluto saperne». Cobisi da molti anni era consigliere comunale di Comiso. Più volte aveva ricoperto incarichi nell'amministrazione comunale ed era un personaggio molto noto nella cittadina. Adesso, da morto, può soltanto aspirare ad una Messa in suffragio: «E quella - dice il vicario - non possiamo negarla a nessuno». Fabio Albanese

Persone citate: Carmelo Tidone, Cobisi, Cruise, Giovanni Cobisi, Salvatore Zago

Luoghi citati: Comiso, Ragusa