Non decolla l'Fbi made in Italy di R. R.

Non decolla l'Fbi made in ItalyAncora pochi investigatori, nella lotta alla mafia ne sono previsti duemila Non decolla l'Fbi made in Italy Vertice al Viminale per «accelerare i tempi» ROMA. A otto mesi dalla sua istituzione, si tenta ancora di far decollare la Dia, Direzione investigativa antimafia, la cosiddetta Fbi italiana. Per adesso, agli ordini del generale Tavormina e del questore Gianni De Gennaro ci sono solo qualche centinaio di uomini, siamo ancora lontani dai duemila investigatori specializzati da sguinzagliare sulle tracce di Cosa Nostra. Proprio per questo ieri il ministro dell'Interno Mancino ha convocato al Viminale il Consiglio generale anticrimine. Davanti ai responsabili della stessa Dia, del capo della polizia, dei direttori di Sismi e Sisde e dei comandanti di carabinieri e Guardia di finanza, Mancino ha chiesto «un forte impulso» per accelerare i tempi di entrata in funzione di un organismo che si sta già muovendo, ma ancora a ranghi ridotti e coi motori al minimo. Per adesso ci seno le decisio¬ ni operative ratificate ieri. Entro il prossimo 10 ottobre verrà completato l'organico di 943 unità, con l'invio dei 143 uomini che ancora mancano al raggiungimento di quella cifra. Oltre a questi, entro la fine dell'anno dovrebbero arrivare altre seicento persone, di cui la metà dall'Alto commissariato antimafia destinato, per legge, a scomparire il 31 dicembre, e altre 300 dai tre corpi di polizia, carabinieri e Finanza. Con il nuovo anno, quindi, le forze dell'Fbi italiana dovrebbero arrivare a 1500 uomini. Ma il consiglio generale di ieri è andato oltre: l'organico a cui dovrà puntare la Dia a partire \ dal prossimo anno sarà di 2600 investigatori. Gli uomini delle tre forze di polizia dovrebbero provenire dai rispettivi organismi speciali antimafia già esistenti: lo Sco della polizia, i Ros dei carabinieri e i Gico della Guardia di fi¬ nanza. Nuclei che adesso rischiano di essere dei doppioni di ciò che dovrebbe diventare la Dia, ma che nemmeno possono essere smantellati perché - come ha spiegato lo stesso Mancino - ci sono anche le forme di criminalità non mafiosa da controllare e reprimere. Ma quali uomini andranno a rinforzare la Dia? Nei tre corpi si registrano perplessità e resistenze ad inviare le unità con maggiore esperienza, ed anche per questo si è deciso di istituire una commissione di studio interforze che dovrà individuare i criteri e le modalità di trasferimento degli investigatori alla Dia. Sempre ieri Mancino s'è incontrato con il governatore della Banca d'Italia Ciampi, con il quale ha affrontato i temi «economici» della lotta alla mafia, dalle società finanziarie sospette al riciclaggio del denaro sporco. [r. r.]

Persone citate: Ciampi, Gianni De Gennaro, Mancino, Tavormina

Luoghi citati: Roma