La novità è del Trap, che spedisce Moeller in tribuna di Bruno Bernardi

La novità è del Trap, che spedisce Moeller in tribuna JUVENTUS Questa sera a Bari contro l'Andria scende in campo la formazione che domenica debutterà a Cagliari in campionato La novità è del Trap, che spedisce Moeller in tribuna Doppia beffa per il tedesco che così perde il posto anche in Nazionale Julio Cesar: le nuove regole complicano il calcio e lo rendono meno bello TORINO. A Bari contro l'Andria, nel ritorno di Coppa Italia - una formalità per la Juve dopo il 4-0 dell'andata - Trapattoni collauda la formazione che debutterà in campionato e scopre le sue tre carte straniere: Julio Cesar, Kohler e Platt. In tribuna andrà Moeller che non è stato convocato in Nazionale da Berti Vogts. Il et della Germania, che non lo vede di buon occhio, ha giustificato la sua scelta dicendo che Moeller non ha un posto fisso in squadra. Il sacrificio del tedesco è una scelta contingente che tiene conto delle caratteristiche del Cagliari ma, al tempo stesso, dimostra la fiducia di Trapattoni, anche in trasferta, nella formula a due punte interpretata da Vialli e Casiraghi, con Roberto Baggio e Di Canio rifinitori, Galia a supporto e Platt in regia. A Bari ci sarà una verifica anche per la difesa nella quale, come terzino destro, sarà Torricelli a «scaldare» il posto per Carrera, convalescente da una tendinite che non gli impedirà di giocare domenica. Terzino sinistro Dino Baggio. In porta Rampulla poiché Peruzzi, che ieri si è sottoposto a nuovi controlli, accusa ancora dolore alla spalla e solo con un'iniezione di novocaina potrà scendere in campo a Cagliari se Trapattoni deciderà di rischiarlo. Dopo la girandola di esperimenti, la «novità» è dunque Ju¬ lio Cesar. Sembrava toccasse a lui l'esclusione, a beneficio di Moeller, invece il brasiliano riparte come titolare. Ma sa che la sua posizione, come per gli altri tre stranieri, resta quella di precario. Preoccupato? «Il dentro e fuori non fa piacere a nessuno, neppure agli italiani, ma dobbiamo capire le neces¬ sità dell'allenatore e della società e far buon viso a cattivo gioco», svicola il gigante. Capello, nel Milan, ha problemi di gestione più grossi di Trapattoni e ha detto che è umiliante, per un campione proveniente da oltre confine, andare in tribuna. Non sarebbe più giusto, fermi restando i tre in campo, che il quarto potesse sedere in panchina pronto a sostituirne uno in caso di necessità? «L'ideale sarebbe utilizzarne quattro, ne guadagnerebbe lo spettacolo, ma si vuole complicare questo gioco, aggiungendo nuove regole, come quella sul retropassaggio al portiere che ci obbligherà spesso a sparare il pallone in tribuna producendo anticalcio», ribatte. E poi allarga le braccia: «Purtroppo ci dobbiamo adeguare». La rotazione può incidere sulla forma individuale? Julio Cesar ostenta tranquillità: «Abbiamo tanti impegni e qualche volta rifiatare farà bene. E non temo di perdere il posto perché so quanto posso dare ed ho fiducia in me stesso. Mi rimetto alle decisioni dell'allenatore e se, durante la stagione, andrò in tribuna tre o quattro volte, non sarà la fine del mondo». Alla vigilia del campionato ci sono ancora problemi da risolvere nella nuova Juventus? «La retroguardia non è da sistemare, è la stessa dell'anno scorso con Dino Baggio, un giovane nazionale. A centrocampo c'è Platt che ha esperienza e in avanti abbiamo Vialli che nella Sampdoria ha dimostrato di essere un grande attaccante, in grado di far funzionare tutto il reparto. Senza dimenticare l'utilità di un fantasista-goleador dello stampo di Moeller». E' una Juventus in grado di sfidare il Milan alla pari? Julio Cesar dribbla la risposta: «Un anno fa partimmo bene, poi perdemmo qualche colpo e il Milan, che restò imbattuto, meritò lo scudetto. Cominciamo a pensare alla qualificazione in Coppa Italia rispettando l'Andria. E dopo Cagliari ne sapremo di più». Orgoglioso, sicuro di sé, Julio Cesar non ha gradito molto la mancata convocazione nella Selecao che la scorsa settimana si è esibita a Parigi contro la Francia. Ma non vuole polemizzare con il et Parreira: «La maglia verdeoro in questo momento non m'interessa, La mia Nazionale è la Juventus». Bruno Bernardi Julio Cesar è nato a Bauru, in Brasile, l'8 marzo 1963. E' arrivato alla Juve dopo aver giocato nel Guarani, nel Brest e nel Montpellier