«Asti, capitale immorale d'Italia»

«Asti, capitale immorale d'Italia» Nella ricerca dell'Istat precede Isernia e Trieste. L «omertà» relega il Sud agli ultimi posti «Asti, capitale immorale d'Italia» In testa per le denunce di reati contro il buoncostume ROMA. Decameronltalia ha una nuova capitale immorale: Asti. Nel capoluogo piemontese le infrazioni per reati contro la moralità e il buoncostume previste dal codice penale scattano con frequenza addirittura doppia rispetto alla media delle altre città. L'allarme a luce rossa scatta alle 10 e 17 del mattino. Un redattore dell'agenzia giornalistica Ansa a caccia di servizi in ima sonnacchiosa estate avara di notizie compulsa addirittura il bollettino mensile dell'Istat di luglio in cerca di un tema diverso, scopre l'elenco dei reati suddiviso per provincia e lo raffronta al numero di abitanti, scoprendo che nel rapporto, alla voce reati a sfondo sessuale, Asti primeggia di gran lunga, seguita a distanza da Isernia e Trieste. Nella città dello spumante saltano dunque anche le barriere dell'etica. Stupri, atti di libidine e osceni, corruzione di minorenni, sfruttamento della prostituzione. Chi pensava che il peccato più grande di Asti fosse aver dato i natali al ministro deU le Finanze (d'Italia o della Tanzania?) Giovanni Goria ha di che meditare. Ma sarà forse perché c'è di mezzo la città del ministro azzeccagarbugli che immediatamente tutto si complica. L'Istat scopre di aver sbagliato i conteggi su Asti e averle attribuito accuse troppo pesanti. Ma non ingiuste. Quando, alle 17, finalmente i nuovi calcoli sono ultimati e un fax annuncia le nuove colpe di Asti cancellando con una riga di bianchetto le precedenti, il capoluogo piemontese rimane <anaglia nera», anche se con un distacco più limitato. E allora, restituitale credibilità, si può riprendere la classifica delle città del peccato e ragionarci su. Prima considerazione. Peyton Place, come da copione, abita in provincia, il peccato e la violenza si nascondono nelle piccole città. Dopo Asti c'è Isernia. Dopo Trieste ecco Reggio Emilia. Andiamo avanti? Ecco Terni ed Arezzo, La Spezia e Aosta, Sondrio e Pistoia. Il virus del delitto a sfondo sessuale sembra invece non contagiare le metropoli, le grandi città che fino a ieri sembravano le capitali del vizio da codice penale. A leggere le cronache, certo, arrivano molte conferme, il braccio di ferro piccola città-megalopoli è a tutto vantaggio delle prime. L'episodio di Monfalcone (provincia di Trieste, terza in classifica), ad esempio: il preside che gira film a luci rosse con le allieve e poi si uccide potrebbe figurare nel primo capitolo di questo triste e drammatico Decamerone. Per trovare una grande città occorre scendere al diciottesimo posto, dove c'è Roma, subito incalzata dalle «Twin Peaks» Udine e Parma. Quello che occorre però sottolineare è che si tratta di casi denunciati (lo scorso anno in tutta Italia sono stati 4754). Questa è dunque soltanto la punta di un iceberg, la realtà «sommersa» è molto più ampia e stratificata. E porta a una seconda considerazione. Nella classifica le province del Sud sono agli ultimi posti. Per trovare Campobasso o Agrigento, Cosenza o Lecce, Catania o Salerno occorre arrivare in fondo, dove si conquista la patente di «città buone». Statistica da prendere con le molle dunque? In parte sì, l'omertà, i casi non denunciati, nascosti dalla vergogna, sono una «variabile» troppo importante e non solo per il Sud. Il Meridione interpreta meglio il «copione dell'omertà», ma, risalendo la penisola, non è stata forse la provincia di Asti ad ospitare uno dei più clamorosi casi di delitto a sfondo sessuale (la storia di Maria Teresa Novara, la ragazza rinchiusa in una botola e poi uccisa di cui molti sapevano e che nessuno denunciò)? Terza considerazione. E' il Piemonte la regione più peccaminosa e violenta d'Italia. Le classifiche, almeno in questo non lasciano dubbi. Il Piemonte è seguito dalla Valle d'Aosta. Al terzo posto il Friuli. Manca di nuovo il Sud, ma questa è storia vecchia. E mancano le nuove province. Le piemontesi Biella, Verbania promettono bene, ma batteranno davvero Rimini, capitale estiva del vizio? Gabriele Romagnoli Luigi Stigliano LE 'TURPI" ASTI 1 LE "VIRTUOSE" CAMPOBASSO ISERNIA 2 AGRIGENTO TRIESTE 3 PIACENZA REGGIO EMILIA /4S BRESCIA TERM / 5 \ COSENZA AREZZO /| 8 i\ RAVENNA LASPEZIA 7 < LECCE I AOSTA ^ 8 *1 CATANIA | SONDRIO \9/ SASSARI , PISTOIA 10 SALERNO

Persone citate: Gabriele Romagnoli Luigi, Giovanni Goria, Maria Teresa Novara