«Il nuovo diavolo è Gore Vidal»

«Il nuovo diavolo è Gore Vidal» UN ROMANZO ALL'INDICE Il quotidiano cattolico Avvenire stronca l'ultimo libro dello scrittore Usa «Il nuovo diavolo è Gore Vidal» «In diretta dal Golgota» scatena gli anatemi di scrittori e teologi La vita di Cristo raccontata da un quinto evangelista omosessuale IL nuovo diavolo è Gore Vidal. UAvvenire, il quotidiano cattolico vicino alla Cei, ieri ha stroncato, sull'intera terza pagina, il suo ultimo litro, In diretta dal Golgota, e tutta l'opera dello scrittore e sceneggiatore americano tra i più amati negli Stati Uniti, a cui Time dedicò la copertina all'uscita del suo romanzo 1876. «E' il profeta dei senza Dio», «blasfemo», «non può fare a meno di mettere omosessuali e miscredenti vari nei romanzi», «pattume, non letteratura», «documentarsi non basta, bisogna essere all'altezza di questi temi», «ormai sono innumerevoli gli episodi con pretese più velleitarie che blasfeme», «non amo questi scandali gratuiti in un momento in cui gli scandali della vita civile, veri, politici, sono innumerevoli. Non leggerò Vidal», «diffamano con il solo supporto della fantasia: sono operazioni di infimo grado». «Ma Dio volendo», il «blasfemo» Gore non sarà censurato in Italia. Dio volendo, perché l'agente letterario di Gore Vidal, Roberto Santachiara, non ha intenzione di farsi intimorire - a meno che un fulmine venga scagliato dal Cielo - dalla valanga di accuse e di insulti che cercano di seppellire il romanzo prima ancora che gli «inquisitori» ne abbiano letto il testo. Mentre il giornale cattolico fa scendere in campo Cesare Cavalieri, direttore di Studi Cattolici, lo scrittore Ruggero Guarini, Gina Lagorio, Sergio Quinzio, Vittorio Messori e altri scrittori come Valerio Volpini o Ferruccio Ulivi per tagliare la strada a Livefrom Golgoiha (in libreria a Londra il 1° ottobre), il saltimbanco che «ha fatto carriera incantando i letterati omosessuali nei caffè romani, esibendosi trent'anni fa, quand'era magro, in una piroetta» - come lo inquadra Cavalieri dalla sua villa di Ravello (Napoli), si è rintanato a Los Angeles. Nel suo In diretta dal Golgota, Paolo di Tarso è omosessuale, e omosessuale è Timoteo, un ipotetico quinto evangelista che tramanda ai posteri una versione apocrifa e «blasfema» della vita di Cristo. La bufera, già annunciata qualche giorno fa, ora ha tutti i contorni del ciclone Andrew. Prima di partire per gli States, Vidal aveva scritto a «La Stampa», precisando che il suo «è un romanzo umoristico, bizzarro sul tema del cristianesimo». Nulla di blasfemo, insomma. E tranquillizzava gli «animi sensibili» con un «comunque, non ho alcuna intenzione di pubblicare il libro in Italia». Ma alle accuse di «far ricorso a turpitudini, a sconcezze o a bestemmie, non avendo nulla da dire» (Volpini), si riserva di controbattere dando alle stampe il romanzo. Per quel gusto della contraddizione che gli faceva amare Maradona solo perché molti lo odiavano, ha così dato il via libera all'agente di «piazzare», anche in Italia, In diretta dal Golgota. Da Bompiani, probabilmente. Mario Andreose, direttore editoriale della casa editrice, l'ha letto qualche giorno fa - «è un Vidal doc» - e confessa di avere già un'opzione sul «titolo». Se Gore Vidal non fosse più attento a scandalizzare che a incassare diritti d'autore, questa sembrerebbe un'operazione editoriale studiata nei minimi dettagli. Tutti gli ingredienti ci sono: l'editore americano e quello inglese non fanno anticipazioni della trama, mentre intorno al tomo (200 pagine che in Italia potrebbero andare in libreria a febbraio) si agitano sempre più i venti di guerra. Nonostante tutto, i censori calano la mannaia. Ma cos'è che li spaventa? La trama tanto segreta è questa. Una troupe televisiva decide di fare uno «scoop» attraverso la storia. Si cala nell'epoca di Cristo e si assicura l'esclusiva del più grande show della storia, la Via Crucis, regalando un televisore al biondo ed avvenente Timoteo, quinto evangelista bisessuale, amante di Paolo di Tarso. La troupe ha con sé un diabolico computer, «the Hacker», micidiale aggeggio capace di cancellare «i nastri» della missione di Cristo sulla terra. In tale improbabile ambientazione storica, Timoteo, che scrive in prima persona, narra il suo vangelo, l'unico destinato a sopravvivere. Racconta dei viaggi con Paolo, la love story con la danzatrice Priscilla, di quando Nerone lo violentò, dei martiri. E poi di quel paradossale episodio in cui Paolo ha creduto di vedere Gesù sulla via di Damasco, un uomo deformato e obeso. Era solo Giuda, che aveva sostituito Gesù all'insaputa dei soldati romani. Una storia troppo fantasiosa per essere blasfema, garantisce chi l'ha letta. E probabilmente non è l'omosessualità del narra¬ tore ad irritare, perché è personaggio inventato. «E l'omosessualità di Paolo, forse - spiega l'agente letterario -, sarebbe stato un episodio di quella depravata cultura gay che si merita soltanto di entrare di straforo nel dibattito tra Vescovi sui "diversi"». «E' invece la violazione del dogma che fa gridare allo scandalo - continua -, questo rendere ridicoli gli sforzi di storicizzare la figura di Cristo». Il caso sembra scoppiato nelle mani di Vidal a sua insaputa. E' vero che il romanziere ha detto che «il cristianesimo mi fa ridere. La logica della Santa Trinità mi pare quanto meno assurda», ma con In diretta dal Golgota intendeva solo continuare nella scia delle sue saghe storiche alla Empire, alla Lincoln, alla Hollywood. Però all'agente italiano aveva confessato, nel luglio scorso: «Ho paura di avere problemi con la censura morale delle gerarchie cattoliche, forse è il caso di non farlo uscire». Pier Luigi Vercesi Valerio Volpini: è solo pattume Gina Lagorio: scandalo gratuito non lo leggerò mai Ma il testo arriva anche in Italia Nella foto a destra: Gore Vidal Lo scrittore definisce il suo libro «In diretta dal Golgota» un romanzo «umoristico» sul Cristianesimo Nella foto sopra: lo scrittore Salman Rushdie autore dei «Versi satanici» che hanno suscitato le ire degli integralisti islamici

Luoghi citati: Italia, Londra, Los Angeles, Napoli, Stati Uniti