Il pubblico atto di sfida all'embargo dopo aver mostrato la lettera del governo americano di Franco Pantarelli

Fischer sputa sul divieto di giocare ii pubblico atto di sfida all'embargo dopo aver mostrato la lettera del governo americano Fischer sputa sul divieto di giocare Nella exJugoslavia al bando oggi il match di scacchi NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Passano gli anni, ma Bobby Fischer non cambia. All'intimazione dal governo americano di non giocare oggi l'incontro di scacchi contro Boris Spassky nell'isola montenegrina di Sveti Stefan, perché questo comporterebbe una violazione dell'embargo contro la Serbia ed il Montenegro, lui ha risposto in un modo che ha immediatamente riportato i suoi fans ai fasti degli Anni Settanta. Ha convocato una conferenza stampa, ha mostrato la lettera che il Dipartimento di Stato gli aveva mandato, l'ha letta ad alta voce ai giornalisti («lei rischia una multa di 250.000 dollari e una condanna a dieci anni di prigione») e poi ci ha sputato sopra, l'ha appallottolata e l'ha gettata via. Attimo di smarrimento fra i presenti, poi i giornalisti jugoslavi, cioè la maggioranza dei convenuti, si sono abbandonati a un applauso convinto. Loro infatti, spiegavano, si sentono un po' tutti dei Fischer. Lui quando gioca, diceva uno di loro, «è come se avesse contro tutto il mondo, e anche noi in questo momento abbiamo contro tutto il mondo». Insomma il gesto di Fischer (che giacché c'era ne ha fatta anche un'altra, dando del «cane» a Garry Kasparov, attuale detentore del titolo mondiale) e il conseguente applauso hanno mandato al diavolo in un attimo le ripetute assicurazioni di Jezdimir Vasiljevic, l'uomo d'affari serbo che ha organizzato l'incontro, sul fatto che questa «rivincita del ventesimo secolo» con la politica non c'entra. Anzi, Vasiljevic ha cercato perfino di passare per un benemerito dell'umanità, con il mezzo milione di dollari offerto alla Croce Rossa come sponsor dell'incontro. «Perché - ha chiesto pubblicamente - se lo fa Bob Geldof (quello che organizzò il concerto rock contro la fame, ndr) ne fate una star e se lo faccio io no?». Ieri non era del tutto chiaro se l'incontro (3,350 milioni di dollari al vincitore, 1,650 allo scon¬ fitto) avrebbe regolarmente avuto inizio oggi o no. Le continue ispezioni notturne di Fischer al «campo di battaglia» e i suoi ripetuti, capricciosi «no» ai vari tavoli di scacchi che venivano sottoposti al suo esame (ne sono già stati scartati una mezza dozzina), sembrano denotare la seria intenzione di giocare; ma sia l'irascibile, geniale americano, sia il quieto, regolare russo ora diventato cittadino francese, hanno voluto alimentare una certa «suspense». In sostanza, pochi erano sicuri che l'incontro avesse luogo, e ancora meno erano sicuri che esso potesse costituire, nel mondo degli scacchi, qualcosa capace di andare al di là di un ritorno di vecchie glorie. Il «gran maestro» jugoslavo Dragoljub Velimirovic era alquanto scettico: «Dopo un certo periodo senza giocare, si perde quell'energia vitale che è indispensabile. Fischer non gioca da venti anni. La sua energia vitale deve essere a zero». Anche con le sette uova e i due cocomeri che consuma regolarmente a colazione? Anche, a quanto pare. Le ragioni che hanno indotto Fischer a tornare dopo tanti anni, accettando di giocare il torneo in una sede che molti - per gli eccidi in corso nella ex Jugoslavia - considerano scandalosa, sono ignote, come del resto furono ignote quelle che lo indussero ad abbandonare, dopo lo «storico» scontro con Spassky del 1972 a Reykjavik. E quanto alle ragioni di Spassky, c'è chi dice che lo fa perché è al verde e ha bisogno di soldi, chi dice che a spingerlo è stata Zita Rajcsanyi, la sua attuale compagna ungherese che è anch'essa campionessa di scacchi e che, avendo diciotto anni, è provvista senz'altro dell'energia vitale di cui parla Velimirovic. E il Dipartimento di Stato che dice dello sputo di Fischer sulla sua lettera? Fino al pomeriggio di ieri nulla, almeno ufficialmente. Ma l'aria che tirava era chiaramente del tipo «non la passerà tanto liscia». Franco Pantarelli A. p 2vZ *m l> Fischer a Sveti Stefan: oggi l'incontro con il vecchio rivale Spassky [foto reuter)

Luoghi citati: Jugoslavia, Montenegro, New York, Reykjavik, Serbia, Sveti Stefan