LA GERMANIA E IL TERRORE DEL FUTURO di Furio Colombo

LA GERMANIA E IL TERRORE DEL FUTURO LA GERMANIA E IL TERRORE DEL FUTURO c I aspetta il peggiore di tutti gli inverni, crisi, disordine, odio, conflit¬ to. Penso alla Germania, parlo dell'Europa e vedo, al centro del brutto paesaggio, il simbolo alto dell'odio razziale, il vandalismo contro la stella di Davide. Eppure - nonostante le mille difficoltà - potrebbe aspettarci il migliore di tutti gli inverni: dopo quarantanni di paralisi nella pace-terrore, nasce un mondo che non abbiamo mai conosciuto, che non assomiglia a nulla. Potremmo provare a descriverlo: un po' più povero, un po' meno ingiusto, con un fervore di ricerca nella scienza, nella vita, nella organizzazione, perché tutto può essere diverso, dalla vita personale al lavoro. Ma una morsa stringe alla gola - da Est a Ovest - masse di giovani. E' il terrore del futuro. Alle spalle non c'è che un modello: aggressione. Sappiamo come si vive armati. La guerra fredda aveva esasperato la tensione ma anche il controllo della tensione. Come in un laboratorio sempre in funzione, il sangue tribale veniva tenuto alla temperatura giusta, restava «sangue dell'impero», da spargere se necessario. Avevamo imparato che qualcuno ci avrebbe detto se e quando. Adesso, come la fenditura in una pietra spaccata, il terrore del futuro attraversa la parte agiata del mondo in pace. Finite le regole dell'impero, la tribù esige il suo tributo di sangue, rivuole i suoi riti. Serve, come è sempre servito in passato, lo spettro della penuria. Non c'è abbastanza per me e per lo straniero. Straniero è chiunque non sia la mia nazione. La definizione di nazione diventa misera. Furio Colombo CONTINUA A PAGINA 3 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Europa, Germania