«Non creeremo l'uomo-babbuino» di Marina Verna

«Non creeremo l'uomo-babbuino» Il mago dei trapianti a Milano «Non creeremo l'uomo-babbuino» MILANO DAL NOSTRO INVIATO Li allevano nel Texas, a migliaia. Sono i babbuini dei laboratori di medicina, la materia prima per quell'uomo-puzzle il cui primo esemplare è da dur. mesi in un letto dell'Istituto dei Trapianti di Pittsburg, con un fegato animale che sembra funzionare bene. Il mago di questi interventi è un chirurgo di 65 anni, Thomas E. Starzl, in questi giorni a Milano per un convegno dell'Istituto Tumori e la presentazione della sua autobiografia che uscirà a gennaio dalla Longanesi, a trent'anni dal primo intervento. In questa routine ormai ben rodata - Starzl ha innestato più di tremila fegati nuovi, senza contare le migliaia di reni - si è inserita l'ultima sorpresa, lo xenotrapianto. L'animale ideale sarebbe lo scimpanzè, ma è raro in natura e Difficilissimo da allevare in cattività. Si è quindi optato per il babbuino, la cui incompatibilità non è insormontabile. Tanto più che - ed è questa la novità affascinante e sconvolgente - nel corso degli anni si verifica una crescente trasmigrazione di cellule dall'organo trapiantato al corpo umano che lo riceve. Nel sangue, accanto ai globuli bianchi e rossi che l'uomo produce di suo, si trovano così a navigare particolari cellule sanguigne de) babbuino, assolutamente benefiche, in quanto neutralizzano tutti i sistemi di difesa predisposti contro i corpi estranei. Sono proprio queste cellule - dette dendridiche - il segno del successo di un trapianto: più sono numerose, più è chiaro che l'organo estraneo è stato accettato. Trasportate dal sangue, viaggiano attraverso tutto il corpo e raggiungono tutti gli organi, tranne il cervello, che nel suo organigramma non le prevede. Ciò significa che il donatore-babbuino, partendo dal fegato, potrebbe colonizzare l'uomo, dando luogo a un ibrido dai connotati incerti ma comunque terrorizzanti? «Assolutamente no - spiega il professor Starzl -. Le cellule che trasmigrano sono di un tipo molto par¬ ticolare e addette a un'unica funzione, l'addomesticamento del corpo estraneo. E' vero che arrivano dappertutto, ma non interferiscono con le funzioni dei singoli organi. Si integrano nel sangue e basta». La loro scoperta risale a un paio di anni fa ma è stata tenuta relativamente segreta in attesa di prove definitive. Che sono puntualmente arrivate, per due strade diverse. La prima è passata per gli anticorpi monoclonali, particolari reagenti che evidenziano qualsiasi tipo di cellula si vada cercando. Programmati per snidare quelle del babbuino, le hanno effettivamente trovate. Questa disseminazione di cellule di babbuino è il punto di partenza per una strategia antirigetto completamente diversa da quelle tradizionali. Se si riuscisse a manipolare e potenziare questa reazione naturale, moltiplicando fin dall'inizio le benefiche cellule di babbuino, i farmaci antirigetto potrebbero essere progressivamente ridotti fino all'eliminazione completa. La disseminazione naturale avviene in tempi troppo lunghi per poterla sfruttare così com'è, anche se qualcuno, inconsciamente, l'ha già fatto, abbandonando le medicine perché gli sembrava di non averne più bisogno. Ed effettivamente era così: l'organo donato aveva prodotto le sue cellule dendridiche, che erano andate a mescolarsi al sangue del ricevente creando una miscela assolutamente tranquillizzante. Il babbuino, però, di queste cellule ne ha poche, almeno negli organi che servono per il trapianto. In compenso, ne ha molte nel midollo. Per questo si pensa di applicare stabilmente una strategia chirurgica oggi ancora rara, cioè un trapianto di midollo contemporaneo a quello dell'organo voluto. Diventare un po' babbuini pur di sopravvivere: gli americani hanno subito digerito l'idea. Dopo il trapianto di fegato, a Starzl sono arrivate solo tre lettere di insulti, contro le centinaia di consenso. Marina Verna Il professor Thomas Starzl venuto in Italia per spiegare la nuova frontiera dei trapianti

Persone citate: Longanesi, Starzl, Thomas E. Starzl, Thomas Starzl

Luoghi citati: Italia, Milano, Pittsburg, Texas