Pomeriggio di guerra in Kuwait

Pomeriggio di guerra in Kuwait Commando iracheno attacca posto di polizia: un morto, ferito un Casco blu Pomeriggio di guerra in Kuwait Monito di Saddam all'Iran: dopo di noi toccherà a voi Per gli Usa imminente l'attacco di terra contro gli sciiti WASHINGTON. Incidente alla frontiera tra Iraq e Kuwait. Secondo quanto ha reso noto ieri il ministero della Difesa dell'emirato, un commando militare iracheno si è infiltrato nella zona demilitarizzata tra i due Stati e ha aperto il fuoco contro la stazione di polizia di Akhbali, uccidendo un kuwaitiano e ferendone altri due. Anche un ufficiale dei Caschi blu di nazionalità svedese - secondo l'agenzia kuwaitiana «Kuna» - è rimasto ferito. Il commando iracheno, composto da almeno ima dozzina di uomini a bordo di due fuoristrada, è penetrato nella zona demilitarizzata verso le tre del pomeriggio (le 17 in Italia). Dal «checkpoint», i kuwaitiani hanno risposto al fuoco, ferendo alcuni iracheni, ma gli assalitori sono riusciti a fuggire, portando con sé i feriti. La versione fornita dal ministero kuwaitiano non è stata né confermata né smentita dal portavoce dei Caschi blu dell'Onu nell'emirato («Unikom»), Marian Staszewski, che ha comunque annunciato l'apertura di un'inchiesta (intanto, tutti gli addetti, funzionari e guardie dell'Onu in Iraq sono stati messi in stato d'allerta). Le forze deH'«Unikom», dislocate nella zona demilitarizzata dalla fine della guerra del Golfo, pattugliano costantemente la regione e hanno un posto d'osservazione proprio vi- cino ad Akhbali, nella regione di Safwan. Nei 18 mesi trascorsi dalla fine della guerra del Golfo ci sono stati incidenti sporadici tra kuwaitiani e iracheni lungo il confine, ma perlopiù sono stati coinvolti contrabbandieri e trafficanti. Quello di ieri, invece, è il primo incidente tra militari iracheni e kuwaitiani. A Baghdad, intanto, sono arrivati i 15 esperti nucleari dell'Onu incaricati di scovare i progetti di riarmo iracheni e gli armamenti per la distruzione di massa. L'italiano Maurizio Zifferero che guida la missione l'ha definita «di normale amministrazione», aggiungendo che «se la visi¬ ta si svolgerà in condizioni di calma e discrezione, sarà un successo». Il funzionario ha aggiunto che saranno ispezionati alcuni siti nella capitale irachena e, se necessario, anche in altre città. Gli ispettori cominceranno a lavorare oggi. Zifferero ha poi dichiarato di non attendersi ricadute negative sulla missione dalla tensione per l'istituzione della «zona di non volo» nel Sud dell'Iraq: «Non vi è nessun rapporto tra il nostro lavoro e la zona "no fly". La nostra linea di condotta è di non essere causa di provocazioni». Nelle stesse ore, l'ex ministro per l'Informazione iracheno Latif Jassim ha detto di aspettarsi che i componenti della missione di ispezione siano trattati con rispetto. «Non ci sono problemi», ha osservato Jassim, attuale presidente dell'Organizzazione per l'amicizia, la solidarietà e la pace. Ma da Baghdad, anche ieri, non sono mancati i consueti toni di sfida. Ricalcando il tentativo di coinvolgere Teheran, già tentato e fallito durante la crisi del Golfo, l'Iraq ha ammonito l'Iran che potrebbe essere «il prossimo obiettivo del nemico sionista e imperialista». Il comunicato ha esortato «tutte le nazioni arabe e islamiche a opporsi alla "no fly zone"», che mira solo «allo smembramento dell'Iraq», e ha sollecitato «questi popoli a frenare l'ostilità dei loro governi verso l'Iraq», ricordando il «tradimento» consumato da Teheran contro Baghdad. Nei cieli iracheni, comunque, prosegue senza incidenti il controllo della «no fly zone» da parte degli aerei alleati. Tanto che gli Usa potrebbero presto ridurre il numero di missioni sopra l'Iraq meridionale «se le cose resteranno tranquille». Lo ha dichiarato il generale deH'«Air force» Michael Nelson, a cui il Pentagono ha affidato l'operazione «Sentinella del Sud». Parlando con i giornalisti a bordo di un'unità in navigazione nel Golfo Persico, il generale non ha però azzardato previsioni sulle probabilità che la quiete continui a reggere e che Saddam Hussein non tenti un colpo a sorpresa. E, infatti, l'altro ieri, a Washington, il consigliere per la sicurezza nazionale Brent Scowcroft aveva espresso dubbi sulla possibilità che la situazione rimanga tranquilla come ora: a suo giudizio, Saddam non sfiderà in modo aperto l'ordine di «non volo», ma si preparerebbe a una nuova offensiva di terra contro gli sciiti. «Due divisioni irachene sono uscite dalle caserme e ci sono molti segnali di preparativi per un'offensiva», ha detto Scowcroft e ha avvertito che gli Usa reagirebbero «con forza» a un attacco contro gli sciiti. [e. st.] Saddam Hussein ha esortato «tutte le nazioni arabe a opporsi alla "no fly zone"» [fotoap]

Persone citate: Brent Scowcroft, Jassim, Latif Jassim, Marian Staszewski, Maurizio Zifferero, Michael Nelson, Saddam Hussein, Scowcroft, Zifferero