Bikini, l'incubo torna nell'Eden di Paolo Passarini

Bikini, l'incubo torna nell'Eden Gli Usa hanno speso per bonificare l'ex poligono nucleare 100 miliardi Bikini, l'incubo torna nell'Eden Decontaminato l'atollo atomico WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli abitanti di Bikini sono combattuti tra felicità e chfTidenza. Uno scienziato americano, William Robison, ha assicurato che Eneu, ima delle isolette dell'atollo, è ormai completamente decontaminata e sicura. Quindi gli abitanti, che ne vennero deportati dopo la seconda guerra mondiale, quando gli americani trasformarono questa magnifica parte delle isole Marshall in un bersaglio per esplosioni nucleari, possono ora ritornarvi e cibarsi con le noci di cocco, la manioca e le patate dolci che vi crescono in abbondanza. «Robison ci ha detto che i livelli di cesio adesso sono molto al di sotto degli standard federali americani», ha informato Jack Neindenthal, portavoce del governo locale. «Ma per essere sicuri - ha aggiunto - vogliamo una dichiarazione scritta del governo degli Stati Uniti e la revisione dei dati da parte di altri scienziati». Infatti, l'incubo non è del tutto terminato. L'isola principale dell'atollo risulta ancora pesantemente contaminata. E tutti ricordano quello che successe 14 anni fa, quando il governo americano permise agli abitanti di ritornarvi per poi essere di nuovo evacuati in gran fretta dopo aver assorbito alti livelli di radiazioni attraverso il cibo locale. A Bikini la guerra fredda perpetua una macabra esistenza attraverso una delle sue più devastanti conseguenze. L'«Operazione Crossroads» partì nel '46. Due anni prima gli americani avevano liberato le Marshall dagli occupanti giapponesi e le isole erano poi state assegnate in amministrazione alla Navy. Venne deciso un gi- gantesco esperimento scientifico-militare: studiare l'effetto sull'ambiente di missili nucleari lanciati da grande distanza. E così dalla California, 7 mila miglia a Nord-Est, cominciarono a piovere missili «MX» e «Trident» a testata atomica. Le isolette dell'atollo di Bikini e, due anni dopo, di Eniwetak diventarono il più grande poligono di tiro del mondo, così la Difesa americana poteva studiare cosa sarebbe successo se quei missili fossero stati scaricati sull'obiettivo per il quale erano stati costruiti, l'Urss comunista. Tutti gli abitanti vennero preventivamente evacuati e trasferiti d'autorità su altre isole. Quelli di Bikini furono prevalentemente concentrati su Kili. Si trattava, allora, di circa 200 persone. Oggi sono diventate 1600. Gli «esperimenti» a Bikini durarono 12 anni, fino al '58. A Eniwetak 10. Gli americani promisero che le isole sarebbero state decontaminate in 15 anni e robusti compensi. Non andò così. Nell'80, agli abitanti di Eniwetak venne comunicato che il loro atollo era stato definitivamente decontaminato e che avevano il permesso di ritornarvi. Lo fecero, ma scoprirono che gli americani non avevano mantenuto la promessa di far loro trovare case ospitali. Le case si rivelarono baracche e la gente di Eniwetak fece causa al governo americano per «compenso inadeguato». Agli abitanti di Bikini andò ancora peggio. Dopo essere stati rievacuati dall'atollo ancora contaminato nel '78, continuarono ad aspettare il giorno del grande ritorno. E ancora aspettano, perché le loro isole, colpite nel '54 dalla bomba all'idrogeno «Bravo», erano state contaminate molto più gravemente. Nell'88, in un estremo tentativo di risolvere una situazione diventata insostenibile, gli americani decisero di coprire l'intera superficie di Eneu con fertilizzanti al potassio perché assorbissero le ancora alte quantità di cesio radioattivo. Adesso, dopo 4 anni, sembra abbia funzionato. Ma nell'isola principale dell'atollo, la vera e propria Bikini, la radioattività è ancora alta. Adesso si pensa di rimuovere tutto il terreno di superfìcie di quella che diventerebbe la sua area più abitata e di sostituirlo con terra «sana» portata da altre isole. Il resto della superficie verrebbe ricoperto di fertilizzanti al potassio. Finora, in compensi per i danni e in opere di risanamento, gli Stati Uniti hanno speso circa 90 milioni di dollari. Ne spenderanno ancora. Intanto, gli abitanti di un altro atollo, Kwajalein, bersaglio nucleare di esperimenti durati più a lungo, vivono, con poche speranze di ritorno, su Ebeye, dove la sovrappopolazione sta causando forte criminalità, suicidi e alta mortalità infantile dovuta a malnutrizione. Paolo Passarini Due esperimenti atomici nell'atollo di Bikini. Gli Usa studiavano gli effetti di un attacco nucleare

Persone citate: Jack Neindenthal, Kili, Robison, William Robison

Luoghi citati: Bikini, California, Stati Uniti, Urss, Usa, Washington