Ma l'«Avanti!» con chi sta?

Ma l'«Avanti!» con chi sta? Ma l'«Avanti!» con chi sta? Socialisti sul ring prò e contro Bettino IL CASO ■•■!■■■■ TANGENTOPOLI SUL GIORNALE DEL GAROFANO TROMA ROPPA grazia Sant'Antonio (Di Pietro). L'Avariti! di oggi ospita Formica, che ridimensiona per la terza volta la storia del poker. Quello di domenica ha piazzato lì, a pagina 4, un Ruffolo piccolo (in gergo redazionale: «Ruffolino») ma insolitamente corrosivo. E altro ancora di strano. Ma vero. Tre giorni orsono c'era Spini, piuttosto grave ed efficace ma nascosto in fondo, all'estremo limite cartaceo. Attaccava Craxi. In un altro articolo si dava conto degli sconosciutissimi compagni che invece lo avevano difeso. E nel pieno della bufera la solidarietà del segretario comprensoriale del psi di Taggia Valle Argentina sembrava quasi uno scherzo. Insomma: quale appassionato lettore di Tangentopoli si priverebbe mai della lettura quotidiana dell'ovanti/? Quale solerte osservatore di cose socialiste potrebbe trascurarlo? Articoli per forza di cose un po' strampalati. Didascalie non sai bene se neutrali, masochistiche o semplicemente allusive: «Il palazzo di Giustizia di Milano è tornato a funzionare a pieno ritmo dopo la pausa estiva». Altre quasi surreali: «Una suggestiva inquadratura del Canal Grande a Venezia», nel quadro di un articolo sulle tangenti venete. Ospiti invitati, tollerati, indesiderati, oppure sollecitati, non è chiaro. Il comico Pino Caruso che consegna ai compagni questa sua meditazione: «Il politico mediocre non cerca di passare alla storia, si accontenta di passare alla cassa». Sarà perché dopo il primo corsivo da Hammamet il direttore, Roberto Villetti, che oltretutto è della sinistra, ha pensato bene di non rinviare le ferie e di partire per Capri. Sarà perché Ugo Intuii, che di solito svolge un ruolo di cerniera tra Craxi e la direzione giornalistica, è in giro per il Sudamerica. Sarà infine perché, per la prima volta, in redazione s'è fatta sentire un po' di maretta, capannelli, microassemblee. Fatto sta che se un quotidiano di partito è lo specchio del partito, YAvanti! di questi ultimi giorni riflette a perfezione il caos e le contraddizioni del psi. Non è che si capisca troppo bene da che parte tira la titolatura. Non è chiaro, ad esempio, quanta malizia ci sia in quel «Ancora reazioni a Craxi: "Chiacchiere da caffè"» che, riprendendo domenica una frase del de Galloni, finisce per suonare un po' irriverente per l'editore. Anche perché sotto, proprio accanto al «Ruffolino» che due, anche tre dita di veleno contro il segretario le sparge, puoi trovare una poesia di Nino Neri che invece Craxi lo difende, eccome. I versi - nuovo genere di polemologia politica - sembrano dedicati ai nemici del garofano, l'incipit è brechtiano: «Ascoltateci, non siate isterici, / disertate il banchetto dell'odio. / Come altri alcuni di noi hanno / sbagliato, per costoro il Partito / anziché la casa della Moralità è / diventato il participio passato del / verbo partire...». Più o meno qui finisce l'autocritica. Poi, con tono sia pure interrogativo (il testo s'intitola: «Scusate, è ancora lecito avere dubbi in questo Paese?»), Nino Neri lascia intravedere la Grande Congiura Anticraxiana del 1992. A sinistra di Ruffolo e della poesia, s'intende nella pagina in questione, il professor Ruggero Puletti, giornalista di qualità e di quantità (si firma diffusamente anche con lo speudonimo di Marco Cavallini), si occupa di storia, di Croce, di Hegel e perfino dell'Anticristo. Vero è che soprattutto in questi frangenti i quotidiani di partito pagano prezzi salati. Però qui il caso dell'Avanti', fino a ieri giornale coerentemente più craxiano che del psi, presenta delle novità. O meglio: proprio attraverso l'Avariti.' è possibile notare, se non dei veri e propri fatti nuovi, almeno qualcosa di inconsueto, e non proprio irrilevante. La scarsezza - e sarà un segno - di personaggi socialisti di rilievo, commentatori o uomini politici a tempo pieno, che siano scesi in campo per difendere Craxi. Nessuno dei «plauditores» di un tempo. Ecco, a parte Neri, in favore del leader ha scritto in pratica solo il segretario del Mgs, che sta per Movimento giovanile socialista, Luca Josi. Che si è scagliato, richiamando un po' confusamente e obliquamente Feltrinelli, il garantismo, Teardo e Pertini, contro i «falchi del moralismo» e «contro il cannibalismo». Mentre sui tanti dirigenti che dal leader hanno preso le distanze l'informazione dell'Avanti.' è stata, come si dice in questi casi, «completa». Quantità, qualità e potenza di parolette rivelatrici. In un paio di occasioni - qui lo spoglio semantico dell'Avariti/ ricorda un po' quello che si faceva della Pravda - il corsivo di Craxi viene definito «incriminato». Tra virgolette, e la seconda volta seguito anche da «per così dire», ma pur sempre «mcriminato». Un anno fa non sarebbe successo. Così come sarebbe stata a dir poco impensabile la pubblicazione di un'articolessa del dissidente Alessandro Menchinelli in cui, sia pure sotto un titolo al cloroformio si è potuto leggere: «In materia di furti e tangenti, qualunque ironia può essere fatta oggi su questo o sul quel dirigente del psi, con sollazzo di tutti alla tv, nei teatri, ovunque...». Anche se, attenzione, avverte l'anziano ex senatore anti-craxiano, «Alle domande di chiarezza sembra che si voglia rispondere con un bel "Me ne frego"». Lui però intanto l'ha scritto sulYAvanti!. E nessuno ha neanche pensato a censurarlo. Filippo Cec carelli Battute di Pino Caruso, poesiole, autocritiche, veleni, imbarazzi E lettere risentite di compagni arrabbiati In alto: l'ex ministro Rino Formica A sinistra: il segretario del psi Bettino Craxi

Luoghi citati: Capri, Milano, Sudamerica, Taggia, Venezia