POKER: UN SAGGIO SAGGIO DI SAGGISTICA SAGGEZZA di Stefano Bartezzaghi

POKER: UN SAGGIO SAGGIO DI SAGGISTICA SAGGEZZA VACANZE IN GIOCO POKER: UN SAGGIO SAGGIO DI SAGGISTICA SAGGEZZA UALCHE giorno pri- r m ma del Natale 1991 /-> H sulla prima pagina di IH un quotidiano usciva : I la pubblicità di un li; | bro. Il libro è diverB tente, l'editore è seH H rio, lo slogan era W S tratto dalla recensio^jEjne di un critico assai quotato. Quando Mastro Ciliegia vuole tagliare a colpi d'ascia il famoso pezzo di legno ne esce uno strillo pinocchiesco. Quando un ufficio stampa editoriale taglia, a sforbiciate, una recensione di un critico famoso ne esce uno «strillo» editoriale. Il lettore scoprirà così che secondo l'autorevole Gazzetta del Mattino «Una notte agitata» è «il film che contiene tutti i film di Pomponazzi». O che il temuto Reginaldo Gallina ritiene Faida un'«affabulazione strepitosamente divertente». E' un peccato che i ri¬ storanti non pratichino la stessa formula: «un'intrigante vicenda di antipasti che non vi lascerà dormire» (Tuttocibi). Nel caso del libro uscito a Natale l'accattivante frasetta prometteva: «un'ilare manifestazione di ironica saggezza». Ci si può giocare a poker. Per iniziare, bisogna scrivere ognuna delle quattro parole (ilare, manifestazione, ironica, saggezza) su altrettanti cartoncini, del formato dei biglietti da visita o meglio ancora delle carte da gioco. Tenendo fisso lo schema della frase (articolo, aggettivo, sostantivo, preposizione, aggettivo, sostantivo) si possono ricombinare le quattro parole solo in un modo: «un'ironica manifestazione di ilare saggezza». Si possono anche invertire soggetti e complementi, ma non c'è molto gusto. Proviamo a scrivere su ogni carta anche il sostantivo o l'aggettivo fem¬ minile derivato dalla parola originale: ilare/ilarità; manifesta/manifestazione; ironica/ironia; saggia/saggezza. Le combinazioni sono diventate ventiquattro: «un'ilare ironia di manifesta saggezza»; «una saggia manifestazione d'ironica ilarità»; «una manifesta ironia di saggia ilarità»... Il senso delle combinazioni, nel poker come nella pubblicità, è facoltativo. Ma a questa partita per ora tutti pareggiano e non vince nessuno, perché non si può fare neppure una semplice coppia. Introduciamo una quinta carta, raddoppiandone una (per esempio: ilare/ilarità). Óra la coppia semplice è possibile e, soprattutto, siamo passati dalla linguistica alla retorica. Vediamo solo qualche caso: «un'ilare manifestazione di ilare saggezza»,(.ripetizione stilistica dell'aggettivo: anafora); «un'ironica ilarità di manifesta ilarità» (ripetizione tautologica del sostantivo: epifora); «un'ilare manifestazione di ironica ilarità» (ripetizione a distanza aggettivo-sostantivo, inquadramento); «un'ironica ilarità di ilare saggezza» (ripetizione a contatto: reduplicatio variata), «una saggia manifestazione di ilare ilarità» o «un'ilare ilarità di ironica saggezza» (ripetizione a contatto: poliptoto). Aggiungiamo una sesta carta, bissando saggia/saggezza: i giocatori avranno tre possibilità di trovarsi in mano una doppia coppia, mandando in affanno pure la retorica: «una saggia ironia di saggia ironia» (anafora-epifora, o complexio pura); «una saggia ironia di ironica saggezza» (chiaismo); «una saggia saggezza di ironica ironia» (doppio poliptoto). Per completare il gioco ci vuole anche il tris, ma il senso ne soffre terribilmente: «una saggia saggezza di saggia ironia». Siamo entrati in una terra incognita, perché nessuno ha mai pronunciato una frase simile: la retorica getta (momentaneamente) la spugna. Figuriamoci con il poker. Per ottenerlo dobbiamo quadruplicare una carta; se ripetiamo l'operazione per tutte le parole abbiamo un mazzo di sedici carte. Il numero delle combinazioni possibili è diventato vertiginoso, e in questo gioco ogni permutazione che viene aggiunta toglie un po' di senso, fino alla ripetizione ossessiva, nevrotica del poker: «una saggia saggezza di saggia saggezza». Ma la retorica ha ragioni che la logica non conosce, e assistiamo all'inevitabile rivincita delle parole. Proviamo ad aggiungere a ogni carta una parola di genere maschile. Le quattro carte con la dizione ilarità/ilare restano immutate. Ma avremo quattro carte con la dizione: ironia/ironica/ironico; quattro con: saggezza/saggia/saggio; quattro con: manifestazione/manifesta/manifesto. Due dei maschili aggiunti possono essere sia aggettivi che sostantivi: e siamo fortunati perché in ogni caso le parole riguardano la letteratura: manifesto e saggio. C'è chi sostiene che l'omonimia non serva a nulla. Qui è una manna, perché fa sì che il saggio non sia solo il «savio», ma è anche l'«assaggio», l'«esperimento»: in questo senso, grazie a Montaigne, è diventato sinonimo di «dissertazione, monografia», ha dato vita all'aggettivo saggistico ed è stato ulteriormente sostantivato in saggistica. A questo punto le possibilità combinatorie sono incalcolabili, perché sta a noi decidere in quale sejiso impiegare le parole scritte su ogni carta. Possiamo trovare una doppia coppia come: «un saggio manifesto di manifesta saggezza». Anche il tris ne viene rivalutato. «Un manifesto manifesto di manifesta ironia» è un giudizio critico assai acuto: loda l'esplicito (manifesto) proclama (manifesto), ma come in molte recensioni, in cauda venenum! Un colto ossimoro mette in luce che l'ironia non è mai esplicita (manifesta), e un pamphlet (manifesto) dovrebbe scegliere, piuttosto, le armi del sarcasmo. Ma forse il critico vorrebbe complimentarsi, perché ritiene «savio» che l'autore abbia dato una «prova» o «assaggio» di quanto «savia» possa essere la «prosa monografica». E allora farebbe bene a concludere la sua recensione, illudendosi di non delirare, così: «un saggio saggio di saggistica saggezza». Poker, e fine della partita. Stefano Bartezzaghi

Persone citate: Mastro Ciliegia, Poker, Reginaldo Gallina