L'IMPERO DEI SENSI

L'IMPERO DEI SENSI L'IMPERO DEI SENSI Le nostre «antenne» tra letteratura, scienza e aneddoti HELEN Keller era cieca, sorda e muta dalla nascita. Eppure fu una delle donne più «sensibili» della storia. Posando le mani sulla radio ascoltava attraverso le vibrazioni i concerti, distingueva una cornetta da un violino. Scrisse pagine commoventi sull'ebbrezza delle sensazioni tattili, sugli aromi, sui sapori. In omaggio a questo straordinario personaggio, amico di Mark Twain, nasce la Storia naturale dei. sensi (Frassinella pp. 340, L. 32.500) di Diane Ackerman, poetessa, pilota d'aeroplani, grande esploratrice di terre e letture. Un libro curioso ed epicureo, che mescola aneddoti, citazioni letterarie, dati scientifici. Non un trattato, ma l'invito a ad abbandonare la quotidianità sbiadita dove l'ardore dei sensi è messo a tacere. L'odorato è un mago potente. Evoca' ricòrdi, fa scoppiare mine silenziose nel cervello, tocca le corde del cuore. Il sesso e l'amore degli animali passano attraverso gli odori. I feromoni trasportano il desiderio. Da secoli, anche donne e uomini sanno che il profumo accende la passione. Il Cantico dei cantici è un inno matrimoniale di fragranze e aromi. Nell'epoca elisabettiana circolavano le «mele dell'amore»: le donne tenevano il frutto sbucciato sotto l'ascella e poi lo regalavano all'amante. Secondo lo psicoanalista Sandor Ferenczy la vagina ha l'odore delle aringhe in salamoia. Attira così tanto i maschi perché è un richiamo ancestrale, un ritorno al mare primordiale. Secondo Sherlock Holmes un buon ispettore dovrebbe saper riconoscere almento 75 odori per incastrare i criminali. L'olfatto è un senso quasi muto. E' difficilissimo tradurre un odore in parole. Solo i grandi poeti sanno farlo. Joyce descriveva l'odore della santità e del peccato; Flaubert le pantofole e i guanti dell'amante. Abbiamo oltre cinque milioni di cellule olfattive, ogni giorno inspiriamo aria e odori 23.000 volte circa, il naso ci salva da molti pericoli, eppure l'olfatto è il senso più minacciato dall'evoluzione, perché nelle città artificiali la sua sensi¬ bilità viene sempre più ridotta. Il tatto è il senso che regala più piaceri, ma anche il più indefinito. Gli scienziati hanno difficoltà a studiarlo, perché non ha nessun organo privilegiato. Il suo «organo» è la pelle, due metri quadrati di recettori. Nessun senso è capace di regalare emozioni così immediate, profonde e proibite. E' talmente importante che esistono schiere di toccatoli professionisti, dai chiropratici alle prostitute. E' il senso più sfuggente, ma anche quello più rassicurante, piacevole, seducente. Hanno fatto un esperimento. Una signora lascia dei soldi in una cabina telefonica. Torna a chiederli a chi entra dopo di lei. Se reclamando il denaro sfiora la persona con la mano, le possibilità di riottenerlo passano dal 63% al 96%. Il contatto con gli altri ci «riscalda persino quando ne siamo inconsapevoli», ci rende più onesti. Il gusto è il senso più sociale. A tavola nascono affari, si festeggiano compleanni, si esorcizza la morte, si stabiliscono contatti con gli dei. Dall'Iliade a Tom Jones, da Ferreri a Nove settimane e mezzo, il pasto è «un'arena per i preliminari sessuali». Sembra che dolci e cioc¬ colata producano le stesse sostanze chimiche delle ossessioni amorose. La fame si sposa anche con tr jù e stranezze. In Giappone mangiare il pesce palla è una roulette russa. Le sue carni sono velenose se non vengono trattate. I cuochi più raffinati lasciano una quantità minima di veleno che pizzica la lingua, anestetizza le labbra, per ricordare al cliente il rischio che corre. Molti ci lasciano le penne. Il gusto con tutte le sue delizie, è anche un potente anestetico per i sensi di colpa. Banchettiamo a spese di altri esseri viventi, cacciamo, macelliamo, facciamo scorrere fiumi di sangue. Il giardino di papille gustative che tappezza il nostro cavo orale ci aiuterebbe secondo la Ackerman - a dimenticare l'orrore. L'udito è il senso più prezioso, lo sosteneva anche la povera Helen Keller che considerava la sordità «la menomazione più grave». L'udito è avvinto con un filo sottile alla logica del mondo. «Assurdo» deriva dal latino «surdus»: come a ricordare che la realtà è incomprensibile per chi non sente le parole. Siamo circondati dai suoni. Charles Dodge ha registrato le sinfonie che l'azione del sole provoca sul campo magnetico della Terra; a Moodus, una cittadina americana, il sottosuolo parla. Il «profumo» dell'udito è la musica. La cantilena dell'«Om» tibetano, le preghiere ebraiche, le note canticchiate a bocca chiusa ci massaggiano interiormente. Molti hanno preso elettrodi e computer per capire il piacere musicale, che eccita la parte destra frontale del cervello. Ma la ragione vera è ineffabile. Ackerman azzarda. I primi strumenti musicali sono a fiato. Forse perché soffiare in un pezzo di legno e farlo «cantare», è bello come sentire la vita che ci soffia nel corpo, e ci attraversa come un respiro. La vista ci ricorda che siamo predatori. Gli occhi umani sono in posizione frontale, per avvistare la vittima e inseguirla. Anche se l'uomo non caccia più, questo senso continua a «monopolizzare» le nostre percezioni. Il mondo è una cascata di colori che non tutti vedono allo stesso modo. Nessuna tinta per i gufi, il rosso è negato alle formiche. Monet malato di cataratta vedeva azzurro. E sarebbero proprio le disfunzioni visive alla base di molti geni della pittura (Cézanne, Van Gogh, Renoir, Degas). L'occhio ci regala il piacere della bellezza, che stimola comportamenti curiosi. Nel '68 fu compiuto un esperimento nelle carceri di New York. Furono prelevati delinquenti con facce brutte, piene di cicatrici e alcuni sottoposti a operazioni di plastica. I belli, dopo un anno, erano riusciti a inserirsi, meglio nella società. Altra rilevazione: su un campione di 17 mila uomini, quelli superiori al metro e ottanta hanno nella stragrande maggioranza successo e denaro. Ma che cos'è la bellezza? Le statistiche non aiutano. Si è capito che le pupille dilatate sono seducenti, che le belle donne hanno certe misure armoniche, ma appena un computer cerca di riprodurre una miss è un disastro. Forse aveva ragione Shakespeare: ((Amore non guarda con gli occhi ma con la mente». Questi i cinque sensi canonici. Ma le divisioni nette non funzionano. Ognuno sa di avere qualche sesto senso in più. I neonati vivono in un grande caos sensoriale. La stessa cosa capita agli artisti, sospesi in una perenne «sinestesia» (la stimolazione di un senso si trasmette a un altro). Baudelaire viveva in un esperanto sensoriale, dove suoni si mescolavano con profumi e colori. Nabokov sosteneva di avere un «udito colorato». In Fantasia di Walt Disney i colori generavano suoni. Secondo la Ackerman i sensi sono un prodotto dell'evoluzione naturale e sociale, vengono inibiti, educati, incanalati. Ma il processo non è definitivo: la realtà virtuale promette di regalare nuovi viaggi. Uolfallo guida in amore il tatto rende più onesti il gusto insegna le buone maniere La «storia» di Diane Ackerman dai primi passi dell evoluzione alle magie della realtà virtuale I cinque sensi risii da Topor I cinque sensi risii da Topor

Luoghi citati: Giappone, New York