E' arrivata la polizia ha preso l'anima di Turbin

E' arrivata la polizia ha preso l'anima di Turbin E' arrivata la polizia ha preso l'anima di Turbin ALLE quattro, la piccola casa a due piani sull'Alekseevskij spusk dormiva, dopo il turbamento, un sonno profondo. Era una notte tiepida e familiare nel focolare non ancora spento di Anna Vladimirovna. Un sonnacchioso torpore vagava nel buio salotto, ondeggiava sulle spesse ombre. La stufa dava ancora un po' di calore, scaldava le vecchie stanze. Intanto dietro le finestre sbocciava sempre più trionfante la gelida notte, e silenziosamente se ne andava per la terra. La strada argentata, lattea, brillava come una bandoliera e in cielo giocavano le stelle, Venere si rimpiccioliva e si ingrandiva. Nelle tiepide stanze albergavano i sogni. Nella sua camera dormiva il più anziano dei Turbin. L'immutabile lampada, piccola, minuta, fedele amica delle notti (Turbin non poteva dormire nel buio) riluceva accanto al letto sulla seggiola. Ticchettava l'orologio. Il sonno si dispiegava dappertutto. Turbin fece un sogno penoso, malato, puntiglioso. Era, nella sua terribile chiarezza, un sogno profetico. Ah, quanto Julija aveva tormentato Aleksej Vasil'evic Turbin. Amava Aleksej Vasil'evic la misteriosa Julija- Era davvero una brutta notte. Capite, era notte, ma si vedeva come fosse giorno. E allo stesso tempo era buio. Ed ecco Aleksej che avanza di soppiatto per i gradini di quel giardinetto, il più bello del mondo, verso la casetta, verso quella casetta. Avanza di soppiatto dietro uno sconosciuto; l'uomo ha un bellissimo colletto di zibellino, un cappotto costoso, le ghette. E di tanto in tanto balena stranamente un lato del volto. Come se su di lui ci fossero nere basette, le nere basette dell'odiato Onegin. Avanza di soppiatto Turbin, colmo di astio, di sospetto e di ardimento, con la fedele Browning in tasca... Ah se potesse vedere il volto di quest'uomo maledetto! ma il volto non si concede, non si concede, L'uomo è senza volto. Oh, i sogni profetici! Date retta ai sogni. Se qualcuno vi dirà: credere ai sogni è una ridicola vergogna/ ohi, non credete. I sogni profetici esistono. Ed ecco che l'uomo senza volto attraversò il piccolo cortile-giardinetto, inondato di rami, e si avvicinò alla sospirata porta. La porta si spalancò davanti a lui e fece entrare l'uomo nella casa verso Julija. «Ecco cosa farò pensò Turbin nel rabbioso astio del sonno - ecco cosa farò. Lo ucciderò». Lo segue attraverso la porta nel salotto. E vede che lo sconosciuto Or^gin incantato bac$a Julija. E continua a non avere volto. Ma Julija apre la bocca, sorride. L'amore è sul suo volto. E Turbin impara cos'è la gelosia dissennata. Col revolver non otterrai l'amore. Lo sconosciuto senza viso ha soggiogato Julija. Ma lui, Turbin, non c'è riuscito, che farci? Così vanno le cose in realtà. Ma nel sogno è perfida cattiveria. Lo uccido! Sì, dottor Turbin. Queste cose non si fanno, dimenticate Julija, lasciate perdere, è una donna malvagia! Fa irruzione nel salotto dietro Onegin e vede: Onegin bacia Julija e la getta sul divano. Turbin armeggia con la mano in tasca, afferra la Browning, Julija spaventata, grida, Onegin si volta ed ecco che anche così è senza volto. Balenano le labbra purpuree, appare il naso, ma vederlo per intero non si può. Il volto intero non esiste in nessun modo. E la Browning tradisce Turbin: pigia sul grilletto, ma questo si piega come una candela di cera nelle sue mani, scricchiola la Browning, la molla all'interno fa cilecca e non spara. Il volto senza fisionomia si fa sempre più terribile e pericoloso. E' pericoloso questo Onegin orlato dì basette e si sente dietro lui un terribile sostegno. Non dice una parola il perfido Onegin, ma Turbin già sente che è arrivata la Commissione Straordinaria (La Chrezvichajnaja Komissija, cioè la Ceka, n.d.t] a prenderlo, a prendersi l'anima di Turbin. Si guarda intorno Turbin, come un lupo: che farà se la Browning non spara? Arrivano voci confuse dal corridoio. Arrivano! Arrivano i cechisti. Turbin incomincia a retrocedere e sente che un vile terrore si insinua nel suo animo. E che !... è terribile la gelosia, straziante l'amore non corrisposto e il tradimento, ma più terribile di tutto al mondo è la Ceka. Ah, tu, rantola Turbin a Julija Io voglio io ribollo io me ne frego sempre e soltanto per Julija E minaccia con la pistola. Ma a che serve una pistola che non spara! Turbin arretra verso la porta, la porta sprofonda in un buco, un tugurio buio e tenebroso; ma al fondo di questo brilla una luce: vengono con le lampade, danno la caccia a Turbin. E il più spaventoso di tutti è quello fra i cechisti con il pastrano azzurro e il colbacco. E' proprio quello che Turbin aveva ferito a dicembre sulla via Malo-Provalnaja. Turbin è in preda a un terrore selvaggio. Non capisce più nulla. Ma quello non era uno di Petljura, mentre questi sono cechisti-bolscevichi?! Ma non sono nemici fra loro? Nemici, che il diavolo se li porti! Vuol forse dire che adesso si sono alleati? Oh ma se è così Turbin è perduto! - Afferratelo compagni! - ringhia qualcuno. Si buttano su Turbin Tenetelo! tenetelo! - strilla il lupo mannaro ferito e sanguinante -, Tenetelo! tenetelo! Tutto si confonde. Al termine degli avvenimenti, che si accavallano l'uno sull'altro, una sola cosa resta chiara, che Turbin rimane sempre con un pugno di mosche. Turbin è sempre e per tutti un nemico. Turbin sente freddo. Si sveglia. E' finito tutto! Che felicità! Non c'è più nessuno ferito, nessun cechista, nulla. Mikhail Bulgakov

Persone citate: Aleksej Vasil'evic Turbin, Amava Aleksej Vasil'evic, Anna Vladimirovna, Browning, Mikhail Bulgakov