Sardegna, bomba al cuore dell'esercito

Sardegna, bomba al cuore dell'esercito Cagliari, l'attentato rivendicato da un giovane: «Era un pacco regalo per i soldati e in particolare per il generale Mambrini» Sardegna, bomba al cuore dell'esercito Ordigno esplode nella sede del comando militare CAGLIARI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il terzo «botto» è stato il più forte, ha puntato direttamente al cuore dell'esercito. Una bomba è esplosa durante l'altra notte sul davanzale di una finestra del comando militare della Sardegna, nel centro storico di Cagliari, in via Principe Amedeo. Un giovane che passava per strada è stato ferito alla coscia sinistra da calcinacci e schegge di vetro: ricoverato in ospedale in stato di choc, guarirà in due settimane. I danni materiali sono quasi inesistenti, quelli morali altissimi. Le frange di sardi che rifiutano la presenza dei militari nell'isola dei Quattro Mori hanno alzato il tiro con un attentato simbolico. Hanno scelto l'obiettivo più importante, il quartier generale dell'operazione «Forza Paris» voluta dal ministro della Difesa Salvo Andò dopo il sequestro del piccolo Farouk Kassam; non hanno preso di mira soldatini in libera uscita, com'era accaduto nelle scorse settimane a Lula e Mamoiada, nel Nuorese. E hanno agito nel capoluogo della Regione, non in un paese dell'interno, dove la miscela di atavico ribellismo, malintesa «balentia» e alcol, può innescare gesti inconsulti. Una sfida allo Stato, purtroppo riuscita, che ha beffato sentinelle e sofisticati sistemi di controllo. Ora a disposizione degli investigatori pare es¬ serci solo una rivendicazione dal tono ironico. Forse per queste ragioni la consegna del silenzio è totale: il comando militare della Sardegna non ha rilasciato alcun commento. Gli ufficiali hanno semplicemente spiegato che l'attentato non incrinerà il clima di reciproca fiducia instauratosi tra l'esercito e i sardi. La bomba che vorrebbe testimoniare l'esatto contrario è stato sistemata, alle 2 e un quarto, sul davanzale di una finestra del pianoterra, a una decina di metri di distanza dall'ingresso del comando militare. La corta miccia è bruciata in appena venti secondi. Poi il boato. L'hanno sentito a chilometri di distanza, ma in tanti l'hanno scambiato per un tuono: piovigginava, c'era aria di temporale a Cagliari. Via Principe Amedeo, non lontano dal porto, è una strada stretta, ripida, chiusa all'ingresso da un portico che raccorda l'edificio militare alla chiesa di Santa Rosalia. L'onda d'urto ha raggiunto un giovane che percorreva via Torino, Aldo Piras, 23 anni, di Villacidro, centro ad una cinquantina di chilometri da Cagliari. «Passavo lì per caso: mi sono sentito sollevare e scaraventare sull'asfalto. Ho perso la testa e sono scappato. Non mi sono neanche accorto d'essere ferito alla gamba», ha raccontato in ospedale. I carabinieri l'hanno lungamente inter- rogato. Il ragazzo è uno sbandato, ha, secondo gli investigatori, un passato turbolento. Indossava un abbigliamento da Rambo: anfibi, calzoni di una tuta mimetica, canottiera nera, giubbotto di pelle. E' piantonato in ospedale per ordine della magistratura, anche se nei suoi confronti non è stato preso alcun provvedimento. L'esplosione ha contorto l'inferriata, sfondato i vetri blindati, scheggiato in più punti le spesse mura dell'edificio. L'apertura dà luce ad un locale dell'ufficio stampa, a quell'ora deserto. Le sentinelle, un appuntato dei carabinieri e un fante, non si sono accorte di nulla. Non hanno notato alcun particolare sui sei schermi delle telecamere che «spiano» la zona. A loro discolpa va detto che la finestra bersaglio dell'ordigno non può essere inquadrata dall'occhio elettronico. Verso le 10, l'attentato è stato rivendicato con una telefonata alla sede cagliaritana dell'Ansa: «Stanotte pacco regalo esercito in Sardegna, in particolar modo a Mambrini. Un saluto a "Sos istentales" e al "Fronte Popolare per l'Indipendenza della Sardegna". Forza paris», ha detto con tono agitato un giovane che sembra telefonasse da un posto pubblico. La chiusa del messaggio ha il sapore della beffa: «Forza paris» (((Avanti insieme») è il nome dell'operazione che ha portato in Sardegna circa 6 mila giovani di leva impegnati in esercitazioni che si risolvono in un controllo del territorio nelle zone calde del Nuorese, dopo i recenti gravi episodi di criminalità. Il generale Duilio Mambrini, invece, è il comandante militare della Sardegna, il più convinto sostenitore della presenza dell'esercito nell'isola. La rivendicazione sembra ricollegare l'attentato dell'altra notte alle fucilate esplose l'è agosto a Mamoiada contro un gruppo di alpini del battaglione Susa (5 feriti) e all'agguato della notte di Ferragosto a Lula: quattro militari della brigata Torino e due orchestrali della brigata Gorizia raggiunti dalle schegge della bomba a mano. Corrado Grandesso II ministro della Difesa, Andò

Persone citate: Aldo Piras, Corrado Grandesso Ii, Duilio Mambrini, Farouk Kassam, Mambrini, Rambo, Salvo Andò