I naziskin all'assalto della Germania

I naziskin all'assalto della Germania Bruciati ostelli e tendopoli per immigrati, assalti a negozi e aspre battaglie con la polizia I naziskin all'assalto della Germania Nuova ondata di incidenti xenofobi in quindici città BONN NOSTRO SERVIZIO L'ondata di violenza non accenna ad arrestarsi. Il temuto «Nachahmungseffekt», l'effetto di imitazione, sta facendo esplodere nuovi focolai di xenofobia in numerose di città tedesche. La notte del sabato, in cui tradizionalmente in Germania si abbonda nelle libagioni, ha contribuito a rendere ancora più grave del solito il bilancio degli incidenti. In quindici città tedesche, sia dell'Est che dell'Ovest, le forze dell'ordine hanno dovuto impegnarsi in battaglie a corpo a corpo con giovani neonazisti che prendevano di mira gli ostelli per stranieri, ma anche luoghi di ritrovo giovanili o ristoranti. L'attacco più grave è avvenuto a Eisenhuettenstadt, dove i neonazisti hanno dato alle fiamme un'intera ala dell'edificio per stranieri in attesa di asilo in Brandeburgo. Sette i fermati. Quasi contemporaneamente a Holzhausen, vicino a Lipsia, andavano a fuoco cinque grosse tende di un campo provvisorio di raccolta di profughi romeni. La polizia parla di 20 estremisti di destra andati all'assalto dell'attendamento. A Spremberg i neo-nazisti hanno distrutto le vetrine di un ristorante cinese, a Cottbus hanno assalito i poliziotti e un fotografo dell' agenzia Dpa. Vari attacchi si sono registrati anche ad alloggi per stranieri di Salzwedel, Wolmirstedt, Dresda e Neubrandenburg. In quest'ultima città, diversamente da quanto avvenuto a Rostock, la popolazione ha dato man forte alla polizia. Le violenze non hanno risparmiato la Germania occidentale: Gross-Bieberau, vicino a Darmstadt, Saarlouis (Saarland) e Lauterberg (Niedersaschsen). A Hannover intanto, il giorno dopo la bomba che ha ferito 16 persone durante la festa d'estate, la polizia cerca tracce che possano aiutare ad identificare gli attentatori. E' un lavoro difficilissimo: il lastricato della città vecchia è ricoperto dai resti della festa, cartacce, bicchieri, e soprattutto nelle vicinanze dell'esplosione si aggiungono i vetri rotti delle macchine o delle case circostanti, e i resti dell'operato dei medici del pronto soccorso, salviette impregnate di sangue, bende. La polizia, che non ha ricevuto ancora nessuna indicazione sulla matrice dell'attentato, cerca soprattutto i resti della bomba, il materiale da cui era composta, nella speranza che possano trasformarsi in un indizio più concreto. Per fortuna ci sono buone notizie sulla sorte delle vittime. Tre persone sono già state dimesse dall'ospedale, e solo una donna di 24 anni, ferita alla schiena, sarebbe ancora in condizioni preoccupanti. Fatale alla gente che si ritrovava nelle vicinanze del chiosco di birra dove è avvenuto l'attentato (proprietà di un ristorante italiano) è stato proprio il cestino dei rifiuti metallico nel quale era nascosta la bomba, che è esploso in mille pezzi trasformandosi in un vortice di micidiali e appuntite schegge metalliche. La bomba era mimetizzata in una lattina di birra e ora gli investigatori sperano che qualche testimone si ricordi chi abbia gettato la lattina. Una speranza tenue ma non del tutto impossibile perché ieri sera la birra si serviva esclusivamente in bicchieri di carta. La maggior parte degli abitanti di Hannover, anche le 200.000 persone che si trovavano alla festa, hanno saputo solo il giorno dopo quello che era successo. La festa infatti era continuata ancora quattro ore dopo l'esplosione e solo gradualmente si era dato l'ordine di cessare le danze, per non provocare il panico. La città è sconvolta e indignata. «Può essere stato soltanto un pazzo», dice una donna. In realtà l'attentato assomiglia in modo preoccupante al più grave episodio di terrorismo mai avvenuto in Germania, quando il 26 settembre 1980 l'estremista di destra Gundolf Koehler fece esplodere un ordigno nel mezzo della Oktoberfest di Monaco, uccidendo 12 persone e ferendone 215. Non si seppero mai quali fossero le motivazioni di Kohler, che morì lui stesso, ma l'ipotesi più probabile è che si trattasse di un «effetto di imitazione» dopo la strage neofascista del 2 agosto alla stazione di Bologna. Francesca Predazzi I resti di un campo per profughi. Sopra: un dimostrante arrestato [foto ap-epai

Persone citate: Francesca Predazzi I, Gross, Koehler, Kohler

Luoghi citati: Bologna, Brandeburgo, Dresda, Germania, Hannover