Tangentopoli conquista i cinque continenti di Aldo Rizzo
Tangentopoli conquista i cinque continenti r ~i OSSERVATORIO Tangentopoli conquista i cinque continenti E' l'afa, né le vacanze del giudice Di Pietro, né la sconcertante polemica di Bettino Craxi, hanno fermato la questione morale. E' giusto, è inevitabile che sia così. Ma l'estate ci ha anche ricordato che la questione morale non è una prerogativa solo italiana. Casi o sospetti gravi di corruzione o di scorretta amministrazione si erano già dati, negli ultimi tempi, in Francia e in Spagna. A danno dei socialisti al potere, ma anche (in Francia) del partito che continua a chiamarsi comunista, in amministrazioni locali da esso controllate. Le notizie più recenti riguardano due Paesi extraeuropei, il Brasile e il Giappone. Il caso del presidente brasiliano Fernando Collor de Mello ha dell'incredibile. Tre anni fa emerge dal semianonimato della politica locale e s'impone come leader nazionale, in virtù di un colossale lancio pubblicitario della propria immagine, ma anche di un programma di rinnovamento e di modernizzazione di quel grande e travagliato Paese. Non ha ancora quarant'anni quando è eletto presidente. L'uomo nuovo per un Brasile nuovo. Il Kennedy di Rio (finalmente il paragone sembra giusto). E invece si circonda di una banda di conterranei, che semina corruzione in tutta la vita amministrativa ed economica, che impone «il pagamento del balzello come condizione per qualsiasi atto pubblico o pubblica decisione» (vedi il bell'articolo di Mimmo Candito sulla «Stampa» di ieri). E, come se non bastasse, anche la moglie si fa cogliere con le mani nel sacco, in un'attività ufficialmente assistenziale. In Giappone, questo scorcio d'estate ha portato le dimissioni di Shin Kanemaru. E chi è? E' il numero due del partito liberaldemocratico, che governa da sempre la democrazia giapponese, nata dalla sconfitta militare. Secondo soltanto al primo ministro Miyazawa, ma in un certo senso più importante di lui. Infatti è il «kingmaker» della politica giapponese, quello che fa e disfa i governi, il detentore del potere reale, I in quanto capo del Keisekai, I, la corrente egemone del par¬ tito di maggioranza. E perché si è dimesso il vecchio Kanemaru, non senza pesanti prospettive giudiziarie? Perché il suo segretario (questi segretari...) ha accettato 5 miliardi di lire da Hiroyasu Watanabe, ex presidente di una grande industria di trasporti, ora in carcere per malversazioni. Va da sé che tutti quei soldi, almeno in teoria, non dovevano servire ad arricchimenti personali, ma al finanziamento della corrente. Tutto questo, per dire che cosa? Che tutto il mondo è paese? Anche. Ma soprattutto per trarre qualche indicazione comparativa. Allora, la prima indicazione è che il Brasile, con tutte le sue arretratezze d'altro genere, ha la possibilità, grazie al sistema elettorale, di disfarsi rapidamente del suo deludente leader e di darsene un altro, sperabilmente migliore. La seconda, che vale per Francia, Spagna, Italia e Giappone, è che la troppo lunga permanenza al potere dello stesso partito ha inevitabilmente effetti inquinanti. Con questa differenza, in favore del sistema francese: che i socialisti sono stati già gravemente penalizzati nelle ultime elezioni amministrative, e, se non daranno segni concreti di ravvedimento, lo saranno altrettanto nelle prossime legislative, a beneficio di un'opposizione che esiste, pur se un po' discorde ultimamente. I casi più gravi sono l'Italia e il Giappone (cui potrebbe aggiungersi la Spagna). Democrazie bloccate, senza quella possibilità concreta di ricambio, che è la vera cura del male, più delle inchieste giudiziarie, pur necessarie. Ma il ricambio bisogna che qualcuno lo prepari, in termini credibili, e questo non è ancora accaduto, né a Roma né a Tokyo, e in parte neppure a Madrid. Aldo Rizzo :zo^J
Persone citate: Bettino Craxi, Casi, Di Pietro, Hiroyasu Watanabe, Kanemaru, Kennedy, Mimmo Candito, Miyazawa, Shin Kanemaru
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