Saddam rilancia la sfida a Bush di Foto Epa

Saddam rilancia la sfida a Bush Minacce ai governi arabi se appoggeranno il blocco aereo. Trovata una bomba sotto un'auto dell'Orni Saddam rilancia la sfida a Bush «Resisteremo all'aggressione con ogni mezzo» NICOSIA. Saddam Hussein ha giurato che respingerà a qualunque costo la zona di interdizione dettata da Usa, Francia e Gran Bretagna («per proteggere i ribelli musulmani sciiti») nel Sud dell'Iraq ed ha accusato l'Occidente di mirare in realtà a dividere il mondo arabo per meglio controllare il mercato del petrolio. Il dittatore ha fatto sentire ieri la sua voce per la prima volta, dopo l'intimazione rivolta giovedì alla sua aeronautica a non volare a Sud del 32° parallelo. Il discorso è stato trasmesso alla radio e alla televisione. Come accadeva spesso ai tempi della Guerra del Golfo, il Presidente iracheno non è apparso di persona sugli schermi, ma ha fatto leggere il suo discorso ad un anonimo portavoce. Saddam ha messo in guardia gli altri governi arabi dall'appoggiare l'operazione militare occidentale. «Il governo - era detto nel discorso - è deciso a respingere la flagrante aggressione e a farvi fronte con tutti i mezzi disponibili a tutti i livelli». E ancora: «Non ci lasceremo ingannare dagli slogan che hanno sfoggiato per giustificare i loro divieti ai voli nel Nord e nel Sud dell'Iraq. Questi slogan sono una cospirazione per eliminare lo storico ruolo dell'Iraq e dividere la Regione per prendere il controllo delle sue ricchezze petrolifere». Nonostante l'enfasi retorica, che ha caratterizzato tutte le rea- zioni ufficiali di Baghdad, è difficile dire se il discorso di Saddam, che era stato preannunciato come uno «storico messaggio» mirante a illustrare i metodi che consentiranno «di respingere le mire degli aggressori e dei traditori, dando la vittoria all'Iraq», preluda a qualche r nova iniziativa. Finora comunque nessun velivolo ha sfidato il veto occidentale e solo sabato è stata segnalata una certa attività aerea irachena nei pressi del parallelo, senza, però, tentativi di superarlo. E infatti - ha confermato Michael Nelson, comandante delle forze Usa nel Golfo - da quando è scattata l'operazione «Sentinella del Sud» l'aviazione irachena si è tenuta al largo dal 32° parallelo, tanto che gli alleati pensano all'eventualità di diradare i loro voli. Rivolgendosi alle vicine capitali, Saddam, attraverso lo speaker televisivo, ha precisato: «Qualsiasi Paese della regione che fornisca collaborazione alle forze di aggressione dovrà addossarsi tutta la responsabilità davanti al suo popolo e davanti ad Allah e subire le conseguenze di tale azione imperdonabile». Ma anonimi funzionari iracheni hanno comunque ribadito a giornalisti stranieri che il regime non si lascerà provocare ad un confronto armato. Il Presidente iracheno ieri, pri¬ ma della diffusione del discorso, aveva presieduto una riunione dei responsabili del partito Baath di Baghdad. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa irachena «Ina». Secondo l'agenzia, alla riunione hanno partecipato «i principali quadri dell'ufficio di Baghdad, in particolare il capo Mozher Awad, che è anche membro della direzione nazionale, ed il direttore generale della segreteria, Fawzi Khalaf Arzij». L'«Ina» non ha precisato l'oggetto dell'incontro, La reazione della Casa Bianca al discorso non si è fatta attendere. Il portavoce Walter Kansteiner si è limitato a dire che la zona di interdizione è stata decisa in applicazione della risoluzione n. 688 del Consiglio di sicurezza che fa divieto al governo iracheno di perseguitare le minoranze. «Noi non miriamo a dividere il Paese, noi miriamo a costringere l'Iraq a rispettare la risoluzione dell'Onu». Fonti ufficiali irachene nella stessa giornata di ieri preparatoria al discorso del loro leader avevano nuovamente negato di aver condotto aggressioni contro la popolazione musulmana sciita ed avevano ripetuto di avere invitato in Iraq personalità politiche da tutto il mondo per rendersi conto direttamente della situazione. Ma quanto sia gradita in Iraq la presenza di osservatori stra¬ nieri lo dimostra il fatto che una bomba, fissata ad un'automobile delle Nazioni Unite, nel Nord dell'Iraq, è stata individuata poco prima che esplodesse. Lo hanno reso noto funzionari dell'Onu a Baghdad che hanno precisato che una dura nota di protesta è stata inviata al rappresentante iracheno al Palazzo di Vetro e al segretario generale Boutros-Ghali. «Si tratta di un fatto grave e siamo molto preoccupati - ha dichiarato Gualtiero Fulcheri, coordinatore delle attività Onu in Iraq -; devono essere rafforzate le misure di sicurezza durante i movimenti dello staff Onu». Fulcheri ha raccontato che tre guardie dell'Onu che giovedì si stavano recando nella zona curda sono state fermate all'ultimo posto di blocco governativo, prima della città di Kirkuk, ed hanno visto un uomo che armeggiava intorno alla loro automobile. I tre soldati hanno proseguito per qualche chilometro, prima di accorgersi che sotto il veicolo era stata fissata con un magnete una bomba «Tnt» di circa un chilogrammo con un timer e un detonatore. Secondo l'ora segnata dal timer l'ordigno sarebbe dovuto esplodere due ore dopo, quando l'auto si fosse trovata all'interno del territorio curdo. Negli ultimi mesi più volte guardie dell'Onu sono state oggetto di attentati. [Agi-Ansa] Il dittatore iracheno, Saddam Hussein, ed a sinistra carri armati americani in territorio kuwaitiano [foto epa]

Persone citate: Awad, Bush, Fawzi Khalaf, Fulcheri, Ghali, Gualtiero Fulcheri, Michael Nelson, Saddam Hussein, Walter Kansteiner