Il Milk Team all'assaggio del Milan

Il Milk Team all'assaggio del Milan Stasera a S. Siro si disputa la Supercoppa di Lega, primo trofeo ufficiale della stagione Il Milk Team all'assaggio del Milan Con i miliardi di Tanzi, re del latte il Parma punta a grandi traguardi MILANO. «Calcio continuo» assegna a San Siro il primo trofeo della stagione: la Supercoppa di Lega. In lizza, come sempre, i vincitori dello scudetto e i detentori della Coppa Italia. Questa volta, Milan e Parma. Proprio i) Milan si aggiudicò, nel 1988, l'edizione inaugurale. L'albo d'oro comprende Inter, Napoli e Sampdoria. Era stato il presidente della Samp, Paolo Mantovani, a lanciare il sasso. Nessuno, fra i grigi burocrati della nostra pedata, c'era arrivato. E dire che, di Supercoppe, l'Europa è piena: a partire dall'Inghilterra. A Londra, poiché l'incasso viene devoluto in beneficenza, si chiama «charity shield», scudo della carità. La si gioca di fisso a Wembley, anticipa di una settimana l'inizio del campionato ed è in calendario dal lontano 1908. L'ultimo «hurrà» è del Leeds United, 4-3 al Liverpool. In Italia, sinora, ha sempre vinto la squadra campione. Il Parma è la prima provinciale che si siede al tavolo. Fatti, e non parole: nel 1990 era ancora in serie B. Da allora, un gradino alla volta: promozione, zona Uefa, Coppa Italia (rimontando la Juve nel ritorno). Gridammo al miracolo, parlammo di favola. Più semplicemente, si trattò, e si tratta, di un fine disegno, di un'operazione portata avanti con silenziosa audacia. Tanto per cominciare, idee chiare. Poi mano ferma, e felice, nella scelta dei giocatori, bloccati da contratti a lunga scadenza (non si sa mai). Quindi organigramma ridotto all'osso: Tanzi, Pedraneschi, Pastorello, Scala. Anche questa, una fortuna: meno si è, meglio è. Il paragone con il Verona dello scudetto (1984-'85) intriga: se fra Scala e Bagnoli è un bel match, nessun dubbio che la solidità finanziaria di Calisto Tanzi si faccia di gran lunga preferire - specie in prospettiva - alle torbide acrobazie di Chiampan. Garantiti interessanti sfoghi in Sud America: è di mercoledì l'annuncio dello sbarco in Argentina (Boca Juniors), Brasile (Palmeiras) e Uruguay (Penarol). Le strategie di mercato sono tanto limpide quanto mirate: ogni anno, si aggiungono uno o due pezzi. Si cerca il meglio, non importa se «usato», nel rispetto dei bilanci e delle esigenze: anche perché lo stadio ha una capienza limitata in rapporto, almeno, alle ambizioni - come dimostra il numero record degli abbonati, «appena» 19.100. La lezione più importante di Parma, e del Parma, è però un'altra: i miliardi sono molto ma non tutto; le sconfìtte, per immeritate che possano essere, rientrano negli incerti del mestiere. E poi lui, il demiurgo. Milanista d'antan, Nevio Scala non cavalca le mode. Insegna calcio, annaffia l'orto degli schemi senza prosopopea, aiuta a crescere: e non soltanto in classifica. Il Parma, questa sera, deve darci molte risposte. Su se stesso, afflitto com'è da pesanti defezioni (Brolin, Grun); su Asprilla, già abbinato allo Jair di herreriana memoria; e, naturalmente, sul Milan. La serie A affida ai parmigiani un delicato sopralluogo: captare che vento tira fra i campioni; saggiarne, più dell'Inter nell'ultimo derby, gli umori e la lena. Fabio Capello rimescola ancora una volta le carte: dentro gli olandesi, fuori Papin e Savicevic. L'allenatore ricorre, come alibi, alla suggestione dell'inchino, doveroso, nei confronti della squadra che ha vinto lo scudetto, ma nessun protocollo impone una simile procedura. A quando la formazione tipo? Fininvest e Parmalat, il Dream team contro il Milk team, ognuno per la sua strada: i berlusconiani col megafono, i tanziani a bassa voce, un passo dopo l'altro, in attesa di misurarsi su quel prato di San Siro che le colorite censure di un altro parmigiano illustre e lingualunga, Nicola Berti, hanno traghettato al centro di esilaranti polemiche. In tribuna, per concludere, un tecnico che molto ha dato, e molto deve, a entrambe le squadre: Sacchi. Roberto Beccantini ÌA L'allenatore Nevio Scala (nella foto) deve fare a meno di alcuni titolari nella sfida di San Siro fra la vincitrice del campionato e quella di Coppa Italia: dopo i 90', in caso di parità, subito i rigori super \V)f coppa mi i