Palermo diserta la veglia per Grassi

Palermo diserta la veglia per Grassi La vedova lancia dure accuse: «La città esprime ancora la sua mafiosità» Palermo diserta la veglia per Grassi Pochi politici alle cerimonie volute dal sindaco Rizzo Proteste degli operai contro la chiusura della sua azienda PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «La città esprime ancora la sua mafiosità» ha detto ieri nel primo anniversario dell'uccisione del marito Pina Maisano, senatrice Verde e vedova dell'industriale Libero Grassi, stroncato con quattro colpi di pistola dal racket delle estorsioni controllato dalla mafia perché non aveva voluto pagare il pizzo. La dichiarazione della vedova suona come un atto d'accusa verso Palermo che non ha aderito in massa alle manifestazioni organizzate da un apposito comitato per ricordare il delitto con una veglia dalle 23 di venerdì scorso alle 7,50 di ieri mattina, l'ora dell'omicidio. Da piazza Unità d'Italia, dove le lettere del nome Libero sono state formate per terra con fiaccole, in mattinata un piccolo corteo ha raggiunto via Alfieri. Qui fiori sono stati deposti nel punto in cui l'industriale siciliano cadde subito dopo essere uscito da casa diretto al lavoro. Il sindaco di Palermo Aldo Rizzo ha posato un fascio di fiori e ha disposto la pubblicazione di un necrologio perché non venga dimenticato «l'imprenditore coraggioso che non volle piegarsi alla sopraffazio- ne mafiosa per affermare le regole della legalità e della deomcrazia». Sparuto il gruppo degli altri politici. Leoluca Orlando e Carmine Mancuso della Rete, il giudice Giuseppe Ayala del partito repubblicano, Tano Grasso del partito della quercia. Chi si aspettava una grande folla, e i due figli, Davide e Alice, certamente, è stato molto deluso. Della Palermo della catena umana per la strage di Capaci e dei funerali alle vittime di via D'Amelio nemmeno l'om¬ bra, anche se ai familiari non sono mancate le attestazioni di cordoglio da parte di centinaia di persone alternatesi alla veglia tra la notte e la mattina successiva. «Indubbiamente - ha commentato Pina Grassi Maisano una parte della città ha reagito e tutti quelli che noi sentiamo amici hanno manifestato spontaneamente senza bisogno di ufficialità la loro disperazione per i fatti mafiosi che sono avvenuti, ma non sono la maggioranza». Il rischio dell'assuefazione, dell'abitudine alla violenza dei boss è sempre assai elevato a Palermo anche se una smentita potrà venire fin da giovedì prossimo quando, nel decimo anniversario del delitto Dalla Chiesa, vi saranno altre manifestazioni pubbliche: quanti parteciperanno? Ieri sono scesi in piazza per commemorare Grassi parte dei cento dipendenti della sua fabbrica tessile, la Sigma, che dal 15 maggio è chiusa per difficoltà economiche - e che pertanto sono in cassa integrazione - controllata dalla Gepi che l'anno scorso, dopo il delitto, fu fatta intervenire per l'inte¬ ressamento del ministro dell'Interno di allora, Vincenzo Scotti. La senatrice Grassi Maisano a questo proposito, alludendo a ostacoli burocratici non chiari, ha sostenuto che l'attività della Sigma sarebbe potuta proseguire per almeno sei mesi perché vi erano alcune commesse ma che la Gepi «si è impuntata affermando che non era possibile farlo, cosa assolutamente non vera, ma evidentemente la cassa integrazione era più comoda». Antonio Ravidà Il parlamentare Giuseppe Ayala con la figlia di Libero Grassi, Alice

Luoghi citati: Capaci, Italia, Palermo