Costo lavoro, pds spaccato di Francesco BulloEmanuele Macaluso

Costo lavoro, pds spaccato La consultazione della base sull'accordo proposta da Rifondazione, Quercia, Verdi e Rete Costo lavoro, pds spaccato Scontro sul documento per il referendum ROMA. Parte il conto alla rovescia per la Cgil, che mercoledì riunisce il comitato direttivo, e il dibattito s'infiamma. Le polemiche escono dalle stanze di via d'Italia, coinvolgono le altre confederazioni sindacali, investono i partiti. In fondo, era prevedibile. Dal confronto interno nella più grande organizzazione italiana di lavoratori dipende non solo la riconferma o meno della leadership di Bruno Trentin: la «resa dei conti» peserà infatti, e non poco, sui rapporti della stessa Cgil con Cisl e Uil da un lato, dall'altro condizionerà la ripresa (e il quando) della trattativa triangolare con governo-imprenditori e la conclusione del «2° round», quello relativo alla riforma della contrattazione. Ce n'è a sufficienza per accendere micce. E nel pds è subito scontro: le diversità, finora espresse attraverso il filtro delle «correnti» Cgil, esplodono sul piano politico. Il leader della componente riformista della Quercia, Emanuele Macaluso, è sceso in campo contro la sinistra del partito. Bersaglio: il documento «congiunto», firmato da esponenti dell'ala ingraiana (Angius e Bandoli) con le opposizioni di sinistra, nel quale si definisce «essenziale una consultazione vincolante di tutti i lavoratori» sull'accordo del 31 luglio sul costo del lavoro. «Nessuno può impe- gnare il pds su una politica e su un documento che non è stato discusso da alcun organo dirigente» protesta Macaluso. Risponde Gavino Angius con una frecciata: «Non sorprende che Macaluso non sia d'accordo, avrebbe sorpreso positivamente il contrario». Un confronto a colpi di comunicati che conferma le divisioni nel pds. «Apprendo dai giornali dice Macaluso con ironia - che il pds avrebbe firmato un impegnativo documento, sulla politica economica e sindacale, insieme a Rifondazione comunista, Rete e Verdi». E aggiunge: «E' come se io, firmando, come ho firmato con esponenti del psi, il "Manifesto per una sinistra di governo", l'avessi fatto a nome del pds e non a titolo personale. Quel documento, evidentemente, impegna solo i compagni Angius e Bandoli che l'hanno firmato». Passano poco più di due ore e Gavino Angius, della segreteria nazionale di Botteghe Oscure, risponde attraverso il canale delle agenzie di stampa: «Il pds ha accolto l'invito di Rifondazione comunista a partecipare ad un incontro, anche con la Rete e i Verdi, come forza di opposizione di sinistra per un esame della manovra economica del governo e dell'accordo sul costo del lavoro tra governo, sindacati e Confin¬ dustria». Angius spiega poi che a conclusione dell'incontro il comunicato ha informato delle valutazioni comuni dei quattro partiti, «valutazioni che peraltro, come è noto, non riflettono compiutamente le autonome opinioni di ciascuno di essi». Ma, se esistono opinioni e sfumature diverse, su che cosa vi trovate d'accordo? «Le valutazioni sono state comuni - risponde Angius - sulla ingiusta, per i lavoratori, manovra economica del governo, sulla negatività dell'accordo del 31 luglio, sulla necessità di dare la parola ai lavoratori, sulla gravità dell'attacco di Craxi al giudice Di Pietro». Questa polemica nel partito della Quercia sul costo del lavoro e sull'accordo di luglio irrita l'ala socialista del sindacato: «La Cgil - ha commentato seccamente il segretario confederale Cazzola - è afflitta da un male incurabile: il pds». E la confederazione di via d'Italia deve fare anche i conti con Cisl e Uil. Se appare sempre più probabile l'avvio di un dialogo tra i vertici e gli iscritti, bisognerà vedere quale sarà la forma e, soprattutto, se sarà una «consultazione vincolante» come chiesto dalla minoranze di «Essere Sindacato». Un'ipotesi, questa, che aprirebbe la strada ad un «rinvio indefinito» dell'appuntamento con il ministro Cristofori e con la Confindustria. Il leader della Cisl, Sergio D'Antoni, e quello dell'Uil, Pietro Larizza, più volte nei giorni scorsi hanno dato la loro disponibilità ad uno slittamento «tecnico» ma non sono disposti ad andare alle calende greche. «I problemi sul tavolo sono urgenti - ha detto ieri il primo - e riguardano tutto il mondo sindacale e pertanto vanno rispettati i tempi previsti». A sua volta Larizza risponde oggi sulì'Avanti! con un «no» alla proposta di sottoporre a referendum l'accordo sul costo del lavoro. Mercoledì la risposta è alla Cgil. Francesco Bullo Polemica fra Macaluso e Angius per l'appello congiunto dell'opposizione di sinistra I riformisti non ci stanno Nella foto a destra Emanuele Macaluso migliorista del pds A sinistra Gavino Angius

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