Quel blitz alle Antìlle dei marines piemontesi di Maurizio Lupo

Quel blitz alle Antìlle dei marines piemontesi Congresso mondiale di storia militare Quel blitz alle Antìlle dei marines piemontesi Da 33 Paesi 175 esperti di strategia per parlare di Colombo e crisi future «L'Orni» degli storici militari si riunirà a Torino da lunedì al 5 settembre per capire come la scoperta dell'America abbia influito sui fatti belbci del mondo. In occasione delle «Colombiadi» la città ospiterà alla scuola d'Applicazione d'Arma il «18° Congresso internazionale di Storia militare». Una maratona di conferenze spiegherà come il pianeta sia passato dalla «Guerra di tutti contro tutti», teorizzata da Thomas Hobbes, alla scoperta della sua dimensione di fragile «villaggio globale». Sarà un dibattito che venerdì culminerà con un seminario sul «futuro della sicurezza»: esperti dell'Est e dell'Ovest faranno il punto sulle guerre in agguato alla vigilia del 2000. Al convegno, aperto al pubblico, partecipano 175 storici di 33 Paesi, invitati dalla Commissione internazionale di Storia Militare dell'Unesco, che a Roma ha una filiale italiana, presieduta dall'ammiraglio Renato Sicurezza. I lavori, sotto l'alto patronato della presidenza della Repubblica, prevedono oltre 40 dibattiti: «Dall'arte militare italiana del Rinascimento» alla «Morale dei Conquistadores» del Nuovo Mondo. Si valuteranno strategie e armate, di terra e di mare, dei Paesi che si spartirono le Americhe, fino alla nascita degli Stati Uniti e delle repubbliche sudamericane. Quindi si affronteranno le influenze che gli Stati americani, compresi Brasile e Canada, esercitarono sull'Europa. «E' un appuntamento fra gli eserciti del mondo - spiega l'ammiraglio Sicurezza - che per la prima volta viene organizzato in Italia. Da più di 40 anni, in nome della storia, offre un'occasione di dialogo che ha saputo vincere persino i giorni più duri della guerra fredda». Presidente del comitato scientifico è un torinese, il professor Raimondo Luraghi: «Parleremo di un'Italia che non fu solo patria di navigatori come Colombo, Vespucci e Caboto, ma anche di condottieri che, da Giangiacomo Trivulzio a Raimondo Montecuccoli, lasciarono magistrali esempi di strategia. Non si dimentichi che l'annuncio della scoperta dell'America si diffuse soprattutto quando, sotto Piero de Medici, si pub¬ blicarono a Firenze per la prima volta le lettere di Colombo». Torino allora aveva altri problemi. Il Duca Carlo II di Savoia era un bambino. Sua madre governava uno Stato su cui incombeva Carlo VIII di Francia. Fu solo con l'agguerrito Emanuele Filiberto che il Piemonte entrò nel «grande gioco» internazionale. Il 10 agosto 1557 vinse a S. Quintino nelle Fiandre la battaglia che decise l'assetto europeo dell'epoca. E il 7 ottobre 1571 l'armniraglio Piovana di Le ini condusse alla vittoria una squadra navale sabauda alla battaglia di Lepanto, dove le potenze cristiane distrussero la flotta turca. Ancora oggi la bandiera della nostra ammiraglia è esposta alla chiesa di San Domenico. «Torino - prosegue Luraghi divenne città militare per eccellenza quando nel 1677 i Savoia fondarono qui la loro Accademia. E' il più antico istituto militare d'Europa, imitato poi da Londra e Parigi». Una tradizione confermata dal genio diplomatico del marchese d'Ormea e dai successi del principe Eugenio di Savoia, personaggi più studiati a Oxford e Vienna che da noi. Fu piemontese anche la prima grande impresa militare italiana nelle Americhe. Al comando del generale Lagrange, sotto bandiera napoleonica, «marines» alessandrini nel 1802 sbarcarono nelle Antille e tolsero agli Inglesi l'isola di Santa Lucia. Il Piemonte fu poi la prima nazione che riconobbe l'Argentina, dal tempo in cui la marina sabauda, sotto Carlo Alberto, inviò la fregata De Geneys a sostegno dei traffici che commercianti genovesi avevano creato sul Rio de la Piata. «Nel 1820 - aggiunge Luraghi - intrecciammo approfondite relazioni con Canada e Usa, grazie all'opera del torinese Carlo Vidua di Conzano. E un nostro generale, Palma di Cesnola, venne chiamato da Lincoln al comando di unità dell'esercito nordista». Vi furono anche «missioni di pace». Come quando nel 1879 nostre navi varcarono l'Atlantico per difendere la locale comunità italiana, minacciata dalla guerra fra Cile e Perù. Maurizio Lupo La maratona di conferenze, culminerà con un seminario dedicato al «futuro della sicurezza». Esperti dell'Est e dell'Ovest faranno il punto sulle guerre evitabili e su quelle in agguato alla vigilia del 2000