Senna: Prost mi lascia a piedi di Cristiano Chiavegato

Senna: Prost mi lascia a piedi In Belgio il brasiliano rivela che non andrà alla Williams per un veto del nemico francese Senna: Prost mi lascia a piedi «Non mi vuole perché sono troppo forte» FRANCORCHAMPS DAL NOSTRO INVIATO Fuochi d'artificio in Formula 1. Nigel Mansell li fa in pista, ottenendo nelle prime prove del Gran Premio del Belgio un gran tempo: oltre due secondi di vantaggio su Ayrton Senna. Il brasiliano, invece, accende micce per esplosioni pirotecniche ai box. «La trattativa con la Williams è fallita - ha detto -. Sono arrivato due o tre volte vicino alla firma, ho pensato di farcela, ma adesso la situazione è cambiata, in poche ore la risposta è stata negativa. Posso restare a disposizione della McLaren, anche se non credo che nel '93 sia in grado di recuperare. Potrò aspettare sino a febbraio: se la vettura nuova sarà valida, io sarò pronto. Ma nella mia attuale squadra dovranno cambiare molte cose. Potrò guidare anche gratis, perché ci sono degli sponsor che sono in grado di pagare per me. La McLaren, comunque, è libera di cercarsi due piloti». Prima furioso, poi quasi rassegnato, per la prima volta Senna è uscito allo scoperto, fomentando anche una feroce polemica contro il suo awersario-nemicoamico Prost che certamente in futuro (il francese per il momento tace) susciterà repliche e strascichi. «Ormai in FI i piloti vengono scelti politicamente e per puro nazionalismo. Il signor Prost aveva firmato per la Wil- liams da diversi mesi. E lui non può vivere in una squadra accanto a me, perché io spingo troppo forte. Ama la vita facUe ed è una vergogna». Una reazione rabbiosa, quella di Senna. C'è l'impressione che il pilota sudamericano si sia sentito non solo tradito ma anche preso in giro, nei suoi discorsi con la Williams, completamente inutili se è vero che l'ingaggio di Prost era già stato deciso da tempo. Fra l'altro, Ayrton ha saputo che nel contratto del francese c'è una speciale clausola contro di lui: Alain avrebbe espressamente chiesto di escludere Senna dal team. In precedenza, ieri, si era inse¬ rita nella vicenda anche la voce di Ron Dennis, manager-padrone della McLaren, quando ancora il brasiliano non aveva fatto la sua «sparata». Pallido e dimagrito, cercando di mostrare comunque un piglio sicuro, Dennis aveva detto: «Io capisco Senna. Lui vuole vincere ed è di fronte a una scelta molto difficile. Se restara con noi dovrà pazientare, mettersi d'impegno e cercare di portare le nostre vetture a livello della Williams. In ogni caso noi siamo stati in questi anni il team che ha avuto il maggior supporto dagli sponsor. Ma mi sembra di avvertire i segnali di una pesante crisi economica in Europa per il nostro sport. C'è una inversione di tendenza e dovremmo ridurre i costi. Non siamo più disposti a pagare ingaggi stratosferici ai piloti. Noi abbiamo dominato con e senza Senna, con e senza la Honda». Qualcuno ha voluto punzecchiarlo, insinuando che nel corso degli anni la Ferrari gli ha portato via diversi tecnici e ora anche Berger. Il boss inglese non ha abboccato più di tanto: «Se avessi voluto avrei potuto trattenerli perché avevo delle opzioni. E' chiaro che una squadra come la Ferrari, nella posizione in cui si trova ora, deve investire molto per recuperare. A Berger avevo offerto certe soluzioni, non abbiamo trovato un accor¬ do. Pazienza». L'austriaco dovrebbe esser sostituito da Schumacher. Ci sembra che a questo punto nella tormentata FI, siano in molti a dover recitare un «mea culpa». Senna vorrebbe saltare da una squadra vincente all'altra, passando sul corpo di tutti, per imitare Fangio e conquistare cinque o sei titoli mondiali. Nello stesso tempo ha sempre tirato sugli ingaggi giocando al rialzo, parlando a destra e manca, senza avere sinora mai serie intenzioni di lasciare la McLaren. Non dimentichiamo che per due anni aveva illuso Williams. Ron Dennis fa il moralista, ma è stato il primo a strapagare i pi¬ loti, inflazionando il mercato: nel 1991 per trattenere Senna aveva già sborsato una cifra abbastanza vicina ai 20 miliardi. E per non lasciare da parte nessuno, parliamo anche di Prost. Ayrton lo attacca e anche Mansell non lo vuole. Il Leone britannico sta ancora facendo il diavolo a quattro per scacciare l'ombra del francese dalla sua strada. Dopo aver seminato polemiche ovunque, il transalpino rischia, anche perché imposto, di trovare una bruttissima accoglienza alla Williams. Insomma, per dirla alla Lauda, «è tutto un gran kasino». Cristiano Chiavegato Ayrton Senna (a lato) e Prost: tra i due campioni è guerra aperta FORMULA 1

Luoghi citati: Belgio, Europa