Avellino, sigilli al tesoro dei boss della camorra di A. R.

Avellino, sigilli al tesoro dei boss della camorra Beni bloccati anche a un mafioso di Palermo Avellino, sigilli al tesoro dei boss della camorra PALERMO. Il programma di colpire i boss negli interessi, lasciandoli senza soldi, sequestrando i loro beni e congelando i loro conti bancari a Palermo procede senza interruzioni. Ieri un'altra irruzione della polizia negli uffici della «Foredil srl», nella quale avrebbe una partecipazione il presunto boss Andrea Motisi, 50 anni, pluripregiudicato. Sono stati bloccati tutti i beni di Motisi per un importo di circa 5 miliardi, in parte in undici conti correnti attivi in cinque istituti di credito. E' l'ennesimo sequestro deciso dai magistrati palermitani ed eseguito dalla polizia da quando, dopo la strage in via D'Amelio, è stato decisa una linea ancora più dura verso i boss, anche con il loro invio in massa a Pianosa e all'Asinara. In circa un mese sono stati eseguiti sei sequestri di beni: la cifra sequestrata ammonta a più di 20 miliardi. Analogo provvedimento è stato preso in Campania. I giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale di Avellino hanno disposto il sequestro di beni, per un valore complessivo di circa dieci miliardi, appartenenti ai fratelli Guido e Carlo Madonna, ritenuti affiliati a un clan camorristico del Casertano. Il sequestro, avvenuto su richiesta del sostituto procuratore del capoluogo irpino, è stato eseguito dai carabinieri. Il provvedimento riguarda appartamenti, cantieri e veicoli intestati ad alcune società facenti capo, direttamente o attraverso «prestanome» ai due pregiudicati. Esiste il fondato sospetto che nei beni sequestrati siano stati investiti capitali provenienti da attività illecite. Guido e Carlo Madonna, originari di Casal di Principe (Caserta), avrebbero da anni trasferito i propri interessi economici nell'Avellinese, [a. r.]

Persone citate: Andrea Motisi, Carlo Madonna, Motisi

Luoghi citati: Avellino, Campania, Casal Di Principe, Caserta, Palermo