Pedullà: cambiamo tutti i direttori dei Tg

Pedullà: cambiamo tutti i direttori dei Tg POLEMICA I NELLA TV Il presidente della Rai a Panorama: solo uscendo dalla lottizzazione saremo competitivi con la Fininvest Pedullà: cambiamo tutti i direttori dei Tg Curzi: proverei a chiamare Feltri: è di destra, vediamo che combina Il vice di Vespa: noi lottizzati? E chi lavora fuori Rai non fa politica? ROMA 01 abbiano degli eccellenti direttori di Tg. Ma..». Attenti al «ma» che uccide. • A pronunciarlo è il professor Walter Pedullà, presidente della Rai, che in un'intervista a «Panorama» ha dato il suo personale benservito a Vespa, La Volpe e Curzi, il tris d'assi del telegiornalismo pubblico. «Ma non si esclude che ci possano essere delle sostituzioni». Pedullà pronuncia la sentenza, sui cui tempi di attuazione mantiene comunque una certa elasticità, facendola dipendere da una preventiva riforma dei telegiornali medesimi. «Non penso tanto a un ribaltone di nomi, quanto a una modifica del modello informativo. Dopo di che, non è detto che ogni giornalista vada bene per ogni modello», è la spiegazione del Professore, raggiunto in serata al telefono e preoccupato per il gran rumore suscitato da una dichiarazione improntata al possibilismo più garbato. Ma chi vorrebbe Pedullà al posto dei tre tele-direttori? «Io sono contrario a penalizzare i giornalisti interni. Ma...» Quest'altro «ma» stronca le aspirazioni decennali di indefessi aziendalisti. Pedullà non fa nomi, «anche per rispetto verso gli altri consiglieri». Dichiara però di gradire «una coraggiosa scelta esterna, fuori di qualsiasi logica di partito». Quindi, facce nuove: direttori di giornale o grandi firme, con una spiccata predilezione per i giovani, perché i Biagi e i Montanelli non è detto che abbiano ancora voglia di imbarcarsi in imprese di questo tipo. Nessun riferimento personale, ma tanti complimenti al telegiornalismo berlusconiano, lodato per la sua «informazione fulminea, a raffica». Enrico Mentana, direttore del Tg5, ringrazia e contraccambia, imbastendo un parallelo fra Pedullà e l'Amato delle privatizzazioni. Ma quanto a una sua candidatura alla direzione di un telegiornale pubblico completamente rinnovato, dice di no «perché un esterno deve es- sere davvero tale e io invece sono cresciuto dentro quei tg della Rai». Se Mentana non si fa avanti, Curzi non si tira indietro. E' d'accordo con Pedullà sulla necessità di avere tre tg «che somiglino meno a un giornale di partito». Solo che, ritenendo che il suo gli somigli già adesso meno di tutti, vuol essere l'ultimo degli attuali direttori a sloggiare. Per gli altri due tg, invece, è prodigo di suggerimenti: «Proverei ad affidarne uno a Vittorio Feltri, per vedere cosa combina. Sarà anche di destra, ma ci sa fare». Da Milano, il direttore dell'«Indipendente» ringrazia, ma si tiene abbottonato: «Io direttore di un Tg? Pensa la faccia di Craxi e Forlani! La tv mi piace, certo. Nessuno lo sa, ma Retequattro l'ho ho fondata io: nel 1982, con un imprenditore bergamasco. Si chiamava Videodelta, allora. Poi l'abbiamo venduta alla Mondadori. Per adesso, comunque, sto bene dove sto. In tv mi sento a mio agio, ma quando qualcosa mi fa arrabbiare, preferisco scrivere». Al Tgl, Bruno Vespa è, come Goria, ancora all'estero in ferie. La parola al suo sostituto, il vicedirettore Ottavio Di Lorenzo: «Una lodevole dichiarazione di intenti. Ma il cammino è lungo, a meno che non ci azzerino in ventiquattr'ore come hanno fatto con gli enti pubblici». La sua pacatezza non si increspa nemmeno quando sente parlare di direttori «esterni». Diventa solo un po' più caustico: «Già. Forse è un'idea per eliminare le lottizzazioni: perché, notoriamente, chi lavora fuori dalla Rai non ha nessuna opinione politica in testa...» «E' giusto. Direi di più: fisiologico. Non si può fare il direttore a vita». Il commento di Alberto La Volpe è quasi profetico. Se per la rivoluzione vagheggiata da Pedullà ci vorrà ancora un po' di tempo, il cambio della guardia al Tg2 è ormai questione di settimane. Dopo oltre cinque anni, La Volpe lascerà il timone del tg socialista, per diventare vicedirettore generale della Rai al posto di Raffaele Fichera. Favorito per la successione è Arturo Gismondi, in corsa con Giuliana Del Bufalo. Prima di entrare in Rai, Gismondi è stato vicedirettore di «Paese sera». Il suo argomento prediletto è l'unità delle sinistre: quest'estate ha avuto modo di discuterne a lungo sulla spiaggia di Scalo Balordi a Stromboli con il presidente della Camera, Giorgio Napolitano. Massimo Gramolimi La Volpe lascia il Tg2 per diventare vice-direttore generale Al suo posto arriva Arturo Gismondi Alberto La Volpe (a sinistra) Qui accanto Walter Pedullà

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