Scontro sull'aumento dei contributi

Scontro sull'aumento dei contributi SANITÀ' Scontro sull'aumento dei contributi ROMA. Divampa la polemica sull'emendamento presentato dallo stesso governo al disegno di legge delega sulla Sanità: l'aumento dei contributi sanitari dallo 0,9 al 5% per i lavoratori dipendenti. L'emendamento prevede la contemporanea diminuzione (per lo stesso importo) del carico contributivo che grava sui datori di lavoro e l'automatica attribuzione alle Regioni dei contributi sanitari. E' un'operazione, afferma il ministero del Bilancio, «neutrale e a costo zero» (cioè «non comporta oneri o vantaggi né per il lavoratore né per l'impresa») e «sarà comunque oggetto di un prossimo confronto con il sindacato»: «L'emendamento prevede l'accorpamento dei contributi, finora suddi¬ visi in due parti (lo 0,9% per il lavoratore dipendente e il 4,1% per il datore di lavoro) in un unico contributo del 5% a carico del lavoratore. Ma a fronte di questa traslazione di oneri l'emendamento prevede un aumento della retribuzione lorda dello stesso ammontare del contributo». Una valutazione che non convince i sindacati. La Cgil ha chiesto al governo di ritirare l'emendamento: «L'accordo siglato a luglio va rispettato e l'aumento dei contributi sanitari è al di fuori di quell'intesa». E il segretario della Cisl Sergio D'Antoni si è rivolto al ministro Reviglio perché faccia marcia indietro: «E' un'iniziativa estemporanea che non rispetta l'intesa di luglio». (Ansa-Agi]

Persone citate: Reviglio, Sergio D'antoni

Luoghi citati: Roma