I CASCHI BLU E LA GUERRA INFINITA di Barbara Spinelli

I CASCHI BLU E LA GUERRA INFINITA I CASCHI BLU E LA GUERRA INFINITA APPARENTEMENTE, la conferenza di Londra sulla guerra in ex Jugoslavia si è conclusa con tante buone notizie: europei e americani hanno ostentato grande severità verbale nei confronti dell'aggressore serbo, e gli hanno ricordato come non sia compatibile con la morale la loro condotta. L'aggressore serbo a sua volta ha promesso di comportarsi meglio, di aprire i Lager, di restituire addirittura «porzioni consistenti» dei territori bosniaci accaparrati con la forza. Aumentano i berretti blu che scorteranno i convogli umanitari, gli osservatori Onu che saranno dislocati lungo la frontiera tra Bosnia e Serbia (una decisione analoga fu presa a suo tempo lungo il confine fra Serbia e Croazia, senza successo). Aumentano le buone volontà di tutti, e tuttavia la guerra continua indisturbata in Bosnia-Erzegovina, e Sarajevo è sempre sotto le bombe, e nelle strade delle città assediate nulla è cambiato, neppure comprare il pane è divenuto più facile, meno mortifero di prima. Nonostante questo i diplomatici occidentali si mostrano ottimisti, e financo compiaciuti. Il loro severo messaggio è stato ascoltato - assicurano -, l'indignazione morale non può non dare i frutti sperati. La guerra continua ma un giorno dovrà pur finire: per esaurimento, per impossibilità fisica di uccidere ancora. Un cadavere non si può ammazzare due volte e la Bosnia-Erzegovina è già un cadavere: riconosciuto Barbara Spinelli CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Bosnia, Bosnia-erzegovina, Croazia, Jugoslavia, Londra, Sarajevo, Serbia