Per il delitto di Balsorano Perruzza accusa il figlio
Per il delitto di Balsorano Perruzza accusa il figlio «Ad uccidere la piccola Cristina è stato lui» Per il delitto di Balsorano Perruzza accusa il figlio L'AQUILA. «Ho generato un mostro, il vero mostro di Balsorano non si chiama Michele Perruzza, ma purtroppo per me, Mauro. E' lui l'assassino di Cristina Capoccitti». Con queste parole inizia il lunghissimo memoriale di Michele Perruzza, che il settimanale «Visto» pubblica questa settimana in esclusiva. Un documento nel quale l'ex muratore di Balsorano, condannato già due volte all'ergastolo per l'omicidio della nipotina di sette anni, punta il dito accusatore nei confronti del figlio quindicenne indicandolo per la prima volta ed a chiare lettere come il responsabile della morte della bimba, uccisa la sera del 23 agosto 1990. «Sono il padre di un ragazzo che non ha anima, non ha coscienza, ma la mia maledizione si abbatterà su di lui e lo accompagnerà per tutta la vita», dice ancora Perruzza, il quale ricostruisce le fasi salienti della vicenda indicando anche i motivi per i quali è giunto alla certezza della colpevolezza del figlio. «Io sono tranquillo e sereno perché sono pulito - afferma ancora Michele Perruzza - ma mio figlio verrà rosicchiato piano piano dal rimorso, fino a quando scoppierà». Il memoriale di Perruzza giunge a poche settimane dalla sentenza della Corte di Cassazione, prevista per il 28 settembre. Il muratore tenta probabilmente così l'ultima carta per ottenere un nuovo processo anche alla luce delle novità degli ultimi giorni. Il 22 agosto, infatti, alcune troupes televisive hanno effettuato un sopralluogo a Case Castella per verificare se alla stessa ora e nello stesso giorno fosse possibile vedere da una distanza di 50 metri la scena del delitto così come raccontato da Mauro Perruzza. |Agi]
Persone citate: Cristina Capoccitti, Mauro Perruzza, Michele Perruzza, Perruzza
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