Tangenti, travolto il padrino dei politici di E. St.

Tangenti, travolto il padrino dei politici GIAPPONE Shin Kanemaru, 78 anni, ha intascato bustarelle pei* 5 miliardi e aiutato una cosca degli yakuza Tangenti, travolto il padrino dei politici Soldi della mafia all'uomo che ha fatto eleggere il primo ministro TOKYO. Il maggiore scandalo della storia recente giapponese ha travolto Shin Kanemaru, 78 anni, l'uomo politico più potente del Giappone, soprannominato «il padrino», coinvolto in un complesso groviglio di legami tra corrotti, corruttori, mafiosi ed estrema destra. La vicenda compromette globalmente la classe dirigente di Tokyo: sono infatti 130, poco più, poco meno, i deputati, quasi tutti della formazione liberaldemocratica al governo, che hanno parte nel maxi scandalo di bustarelle gestito dalla società di trasporti Sagawa Kyubin. Al partito che ha governato il Paese per tutto il dopoguerra sarebbero andati 10 miliardi di yen (cento miliardi di lire). Kanemaru, che ha ammesso le proprie responsabilità dimettendosi dalla carica, per altro formale, di vicepresidente del partito, ne avrebbe intascati cinque, come donazione per la campagna elettorale del 1989. Il crollo di Kanemaru coinvolge anche l'attuale primo ministro Kiichi Miyazawa che nel novembre del 1991 era stato eletto grazie al suo appoggio. Miyazawa ha cercato in ogni modo, inutilmente, di convincere il suo grande elettore a non dimettersi spingendolo su una linea di difesa ad oltranza. L'aspetto che più sta chioccando l'opinione pubblica in questi giorni è il coinvolgimento ormai provato con gli yakuza, cioè la mafia giapponese. La Sagawa infatti era già nel mirino della magistratura per gli ingentissimi finanziamenti forniti ad imprese legate alla malavita organizzata. La società di spedizioni sarebbe arrivata ad esporsi fino a 900 miliardi di yen (circa 9 mila miliardi di lire) ed una parte di queste somme (2500 miliardi) sarebbero inesigibili. Alle ditte legate alla cosca yakuza «Inagawa-Kai» sarebbero fi¬ niti sottobanco 5000 miliardi di lire. La Inagawa-Kai è la più piccola delle tre organizzazioni mafiose: conta infatti «soltanto» su 7400 membri, contro gli 8000 della Sumiyoshy-Kai ed i 26.000 della Yamaguchi-Gumi. Ad accusare Kanemaru è la confessione fatta giorni or sono ai magistrati dall'ex presidente della Sagawa, Hiroyasu Watanabe. Il potere di Kanemaru si basa in gran parte sull'appoggio degli imprenditori immobiliari: un mercato che con la crescita impazzita degli Anni Ottanta aveva destato l'attenzione delle ditte legate agli yakuza, finanziate occultamente dalla Sagawa. Una volta intervenuta la crisi immobiliare, queste ditte non hanno più potuto onorare i debiti. A questo punto appare sulla scena Kanemaru che opera presso la banca Sanwa, una delle più ricche del Paese, affinché l'istituto di credito intervenga in soccorso della società di tra¬ sporto. Un favore in cambio della donazione ricevuta nell'89. Ed ora il domino della tangentopoli giapponese, che ha già travolto una parte dei corruttori, arrestati, rischia di coinvolgere uno ad uno almeno dieci dirigenti del partito di governo. Il primo nome in lista di attesa è quello dell'ex premier Noboru Takeshita, genero di Kanemaru, anche lui finanziato dalla Sagawa. Takeshita, come è noto, si era dimesso perché coinvolto nello scandalo politico-finanziario Recruit. Altro nome in ballo: Ichiro Ozawa, nipote di Takeshita, candidato - fino a ieri - alla carica di primo ministro nel 1993. Gli investitori della Borsa giapponese attendono con preoccupazione le ripercussioni dello scandalo che potrebbe vanificare in parte le misure che il governo sta per varare per stimolare la ripresa economica. [e. st.]

Luoghi citati: Giappone, Tokyo