«Storie, noi restiamo gente intraprendente» di Francesco Grignetti

«Storie, noi restiamo gente intraprendente» La bocciatura è uno schiaffo che brucia: storici, industriali e stilisti replicano all'Economie Forum «Storie, noi restiamo gente intraprendente» Ma Fiorucci e Siciliano: forse ci meritiamo questa maglia nera POLEMICA CREATIVI O PIGRI? AH, no. Diteci qualsiasi cosa, chiamateci pigri, macaroni o persino mafiosi. Ma non dite che abbiamo perso la creatività e il gusto per la competizione. E' uno schiaffo senza precedenti, questo giudizio dell'associazione mondiale di industriali e operatori economici, il «World economie forum». Ultimi in classifica per «disponibilità e qualità delle risorse umane»? Una bella provocazione, non c'è che dire. E il mondo vip italiano si divide. Ci meritiamo una bocciatura tanto sonora? «Certo, che ce la meritiamo. Perché stupirsi? - risponde Enzo Siciliano, scrittore -. L'Italia di oggi, invece che un laboratorio di idee, sembra un pollaio dove tutti beccano tutti. Dove dominano criteri e valore di una Tv che è per lo più spazzatura. E dove l'intelligenza, la sensibilità e lo stesso bisogno di verità vengono paralizzati per metodo». Ma come, non eravamo per tutto il mondo un simbolo dell'operosità e dell'intelligenza? «Stiamo attraversando un periodo scabroso - commenta un pessimista Elio Fiorucci, stilista di successo - e quindi è in calo anche la creatività. Quelle classifiche purtroppo sono vere, perché non si può mai separare un popolo dal suo governo. E quando vediamo Amato partecipare alle riunioni del psi, allora dobbiamo dedurne che tutto in Italia è fuori posto. Arrivo ora dagli Usa: anche lì c'è la recessione, ma è forte la sensazione che il Paese sia reattivo. Da noi si bloccano le tariffe e si elimina la scala mobile, ma i prezzi non calano». Non ci resta neppure più la moda in cui credere, signor Fiorucci? «Fortunatamente il design italiano si salva. Ma la mo- da è in crisi. Con la povertà e le guerre che ci circondano, i consumi superflui finiscono in secondo piano». Insomma, signori vip, c'è da mettersi l'elmetto. «Ma niente affatto. - ribatte Luciano De Crescenzo -. Io, da vivente e non da esperto, vedo che in Italia c'è il più alto tenore di vita di tutto l'Occidente. E se fossero sbagliate queste classifiche? A me sembra proprio che non c'è nessuno che se la spassa più degli italiani. Non so. Forse faremo la fine di Sodoma e Gomorra, ma finora è andata bene». Ma sì, mettiamole sotto accusa queste classifiche che ci relegano all'ultimo posto tra i «po¬ poli intraprendenti». Proprio noi italiani? Non sia mai. Spiegazione scientifica del professore Franco Ferrarotti, sociologo e ex dirigente dell'Ocse: «L'Italia mostra una modernità incompiuta. Ossia è borbonica e elettronica insieme. Sono le contraddizioni del nostro Paese. Ma a seconda dell'aspetto su cui si concentrano gli osservatori stranieri, noi diventiamo campioni di creatività oppure di ignavia». Conclusioni indignate del professore: «Mi fa specie che un'organizzazione seria come il "World economie forum" dia spazio a questi giochetti. Ma poi che cos'è il carattere nazionale? E' un concetto elusivo che non andrebbe usato. Il fatto è che l'avvicinarsi delle scadenze europee fa tornare prepotenti gli stereotipi nazionali: gli italiani diventano tutti pigri, i tedeschi xenofobi, i francesi altezzosi. E poi queste classifiche non si possono mica prendere come oro colato; spesso sono improvvisate». Chi pure è assolutamente stupefatto dalla bocciatura è lo storico Giovanni Tamburrano. Ha sentito le nuove classifiche internazionali e non ci vuol credere. «C'è da mettere in dubbio le capacità di osservazione di quest'organismo - dice -. Ma come? Da generazioni noi italiani siamo il simbolo dell'arte di arrangiarsi. L'intraprendenza è la capacità principale di un popolo povero sempre sottoposto a dominazioni. Non so, forse nell'ultimo periodo ci saremo un po' impigriti. Non avremo più i bisogni impellenti da soddisfare, ma un altro conto è aver perso lo stimolo della creatività». Ecco la nuova parola d'ordine del vip, allora: bocciamo chi ci ha bocciati. La contessa Marta Marzotto lancia un inno all'italianità: «Non sono per niente d'accordo sulla poca capacità competitiva degli italiani. Al contrario, siamo un popolo meraviglioso con grande fantasia e creatività. Si vedano gli artigiani italiani che tutto il mondo ci invidia». Però un dubbio si insinua, nel ragionamento della contessa. E se ci fosse lo zampino del malgoverno anche in questa catastrofica stroncatura? Magari gli stranieri hanno scoperto che gli italiani prima leggono le cronache da Tangentopoli e poi si deprimono. «La sonora bocciatura dell'Ocse - dice Marta Marzotto - nei confronti dei nostri governanti dimostra una volta di più che bisogna far pulizia. Ruba oggi, ruba domani, i politici ci stanno portando alla rovina». Francesco Grignetti Luciano De Crescenzo (a sinistra) Qui accanto Franco Ferrarotti

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