Manette al sospetto killer

Manette al sospetto killer Sotto accusa nell'85 per l'omicidio di un commerciante, poi assolto Manette al sospetto killer Nascondeva la droga in casa Ritorna il nome di Gaspare Accanii, questa volta in un sequestro di droga compiuto dalla sezione narcotici della Mobile: gli uomini del dottor Alessandro Poerio lo hanno arrestato insieme con la convivente, Anna Maria Zizzo, 30 anni, di Marsala, per 6 grammi di eroina e uno e mezzo di cocaina trovati nel loro alloggio torinese di via Spontini 27. E torna alla memoria il caso a cui quel nome resta legato: la morte del commerciante Tiziano Chierici, ucciso durante un tentativo di rapina la sera del 17 gennaio 1985 nel suo negozio di corso Giulio Cesare angolo via Bra, la «Casa del formaggio». Quel delitto non ha ancora un colpevole per la giustizia. Il 26 maggio 1989, la Corte d'Assise di Torino rispose con un verdetto di assoluzione per insufficienza di prove al pubblico ministero che in aula aveva chiesto la condanna all'ergastolo dell'imputato Gaspare Accanii, allora trentenne. Raccontano gli atti giudiziari che il processo fu istruito dopo una serie di incredibili colpi di scena. Arrestato all'indomani dell'omicidio grazie a una «soffiata» giudicata attendibile dagli inquirenti, Accardi si era scrollato di dosso l'accusa confessando un furto: «Quella sera ero in un palazzo di via Malone. Mi hanno visto». Vero? Falso? Due inquilini dello stabile confermarono la circostanza. Ma «con riserva»: «In effetti l'uomo si aggirava con aria sospetta ed è fuggito alle nostre urla. Però non ricordiamo con precisione il giorno in cui lo abbiamo notato nel cortile». Una deposizione incerta, resa ancora più ambigua dal sospetto, mai provato, che quei due inquilini conoscessero i genitori di Accardi. Tre anni dopo la scarcerazione, nuovo colpo di scena. Due detenuti, Angelo Neirotti (coinvolto nell'85 nell'omicidio di un orefice a Grugliasco) e Mario Selis (il capo di «Arancia Meccanica», la banda che per un anno seminò il terrore sulla collina torinese) chiesero un incontro col giudice che si era occupato delle indagini sulla sanguinosa rapina alla «Casa del formaggio». Lo ottennero. E raccontarono: «In carcere Accardi si è vantato con un nostro amico, Angelo Sanna, di essere il killer del salumiere». Venne convocato Sanna, che confermò: «Gaspare me ne ha parlato nel periodo in cui eravamo entrambi alle Nuove. Ha fatto anche il nome del complice. E' un suo amico di infanzia: Antonio Masotina». Dopo alcune verifiche, il magistrato chiamò la polizia e mandò gli agenti ad arrestare nuovamente Gaspare AcccìT~di Era il 20 febbraio 1989. Il processo fu celebrato in Assise, presidente Elvio Fassone, il maggio di quell'anno. E fu scontro duro tra accusa e difesa, nell'aula piena di amici e colleghi della vittima. Nelle sue conclusioni, il pubblico ministero Maria Del Savio Bonaudo chiese l'assoluzione per Masotina e il massimo della pena per Accardi. Conclusioni non condivise dalla giuria. Dopo una camera di consiglio-lampo, la sentenza: assoluzione piena per Masotina, insufficienza di prove per Accardi. Sono passati altri tre anni, e Accardi è di nuovo nei guai. Ma questa volta non ci sono ambiguità: lo inchiodano prove certe. Era in casa al momento dell'irruzione della polizia, ha cercato di disfarsi della droga che spacciava. E' stato arrestato in flagranza di reato. Gianni Armand-Pilon Gaspare Accardi imputato di omicidio si accusò di furto e riuscì a farsi assolvere Tiziano Chierici (a fianco) ucciso nel suo negozio in corso Giulio Cesare durante una rapina

Luoghi citati: Grugliasco, Marsala, Torino