Chiappucci mai così forte

Chiappucci mai così forte Il Mondiale è alle porte, il campione lombardo è pronto Chiappucci mai così forte E s'affida alla saggezza di Martini MILANO. Tanto per non perdere le buone abitudini, Claudio Chiappucci è uscito in bicicletta anche ieri mattina, soltanto 24 ore dopo la faticosa Tre Valli Varesine vinta dal suo luogotenente Ghirotto. Ma non si è trattato propriamente di allenamento. «Solo una passeggiata a cercare un po' di fresco - ha precisato -, d'altra parte è questo il mio mestiere. Meglio tenere le gambe in esercizio. Lo faccio anche d'inverno, no?». Esatto. Chiappucci, quando la gran parte dei suoi colleghi attacca la bici al chiodo, si dedica al ciclocross. E' famoso collezionista degli orologi swatch, come di maglie azzurre. Precisa: «Sono state quattro ai Mondiali su strada e quattro ai Mondiali di cross. Di seguito. Credo che pochi altri ci siano riusciti. Peccato che a Milano non ci sia più una pista coperta sulla quale correre d'inverno, perché anche quel settore mi alletterebbe. Pensate che affare per gli organizzatori! Tutta la gente che c'era sulle salite della Coppa Agostoni e della Tre Valli farebbe a pugni per entrare. Ho partecipato a una Sei giorni e a riunioni su pista all'estero, ma qui da noi sarebbe un'altra cosa. E poi, chissà, magari ci potrebbe scappare un'altra maglia azzurra». E' su di giri, Claudio. Le prodezze compiute al Tour hanno accresciuto la sua popolarità, provocandone forse anche una metamorfosi caratteriale. «Martedì, sulla salita della Ferrera - continua -, c'era tantissima gente venuta per me, e non potevo defilarmi, anche se il mio obiettivo principale era quello di favorire i compagni di squadra ancora in Uzza per la maglia azzurra. Meno male che è andata bene a Ghirotto. E' stato davvero grande. Ma anch'io ho avuto la possibilità di rendermi conto delle mie ottime condizioni. E credo proprio che su questi livelli andrò avanti per il resto della stagione». Perché Claudio Chiappucci sta pensando seriamente anche alla Coppa del Mondo, visto che due fra le prove che restano ancora da disputare gli si addicono in modo particolare: il G.P. delle Americhe in Canada e il Giro di Lombardia. 146 punti che lo dividono dal tedesco Ludwig non sono incolmabili anche se il campione della Panasonic ha dalla sua' la Parigi -Tours, adatta agli sprinter. Ma prima c'è il campionato del mondo, al vertice dei pensieri di questo eterno ragazzo, malgrado i suoi 29 anni. Si è detto e scritto che Claudio avanza pretese in fatto di gerarchia o di investitura ufficiale, ma non è propriamente così. Questa volta sa di essere al cento per cento e vuole potersi giocare tutte le sue carte, appellandosi alla saggezza di Alfredo Martini. Il quale, peraltro, nel suo incarico di et è quasi sempre riuscito a conciliare il diavolo con l'acqua santa, cogliendo cinque vittorie, sei secondi e cinque terzi posti. Chiappucci non esita a dire di essere «al meglio di sempre», ma è anche convinto che «al momento giusto tutti noi azzurri faremo il nostro dovere, così come è sempre stato». n primo a esserne certo è proprio Martini: «Nelle mie scelte dice il et - c'è sempre un pensiero rivolto alla compattezza e alla omogeneità della squadra. Quelli che saranno gli uomini di punta troveranno al loro fianco collaboratori sinceri e collaudati». E' un completamento della risposta che il et ha dato martedì, in conferenza stampa, a chi gli faceva notare che la squadra era a compartimenti targati Ariostea e Carrera. «Per me sono tutti atleti in maglia azzurra». Ed è pronto a scommettere che non lo tradiranno. Mario Brindi Dopo la Tre Valli Varesine è già tornato in bicicletta Al et azzurro chiede solo di poter giocare le sue carte Il et Martini (a fianco) sembra dare il suo okay a Chiappucci (a sinistra)

Luoghi citati: Canada, Lombardia, Milano, Parigi